venerdì 24 febbraio 2017

UMANI E GATTI

Dopo un periodo di pausa è tornata la pubblicità dell'acqua Uliveto, con l'eterno testimonial Alex Del Piero, e l'immancabile passerotto nell'inedita veste di rompiscatole petulante. Come tutti avrete visto, lo spot si chiude con la faccia sorniona di Del Piero che, stufo delle prese in giro del passero, dice "domani compro un gatto", frase modificata successivamente in "domani prendo un gatto".

Apriti cielo.

La pubblicità è stata presa di mira da alcuni animalisti, perché "prendere un gatto" significa automaticamente "il gatto si pappa il passerotto, così la smette di prendermi per i fondelli".

Personalmente ho trovato lodevole la modifica della frase: con tutti i trovatelli che ci sono nei vari rifugi, "incentivare" l'acquisto di un felino non è esattamente il massimo. Molto meglio un generico "prendere", che apre le porte a tutte le possibilità, inclusa quella dell'adozione. Non è questo tuttavia il punto: gli animalisti se la sono presa perché questa pubblicità "trasmetterebbe un messaggio diseducativo", ossia "Del Piero si prenderebbe un gatto solo per fargli mangiare il passerotto e tanti saluti".

Mi viene da dire: se davvero questa pubblicità è diseducativa, allora lo sono anche cartoni animati come Tom e Jerry, Titti e Silvestro, e tanti altri. Tutti noi li abbiamo guardati almeno una volta nella vita e, confessiamolo, ci siamo pure fatti delle belle risate. Eppure, mica erano tutti rose e fiori, questi cartoni, anzi, volavano delle gran botte! Non solo: quale pensiamo che fosse lo scopo di Tom quando dava la caccia a Jerry? Suvvia, non siamo ipocriti, vogliamo censurare anche loro per caso?

Tornando alla realtà, chiunque abiti in campagna e abbia uno o più gatti sa bene che, pur trattandoli come dei bambini (e loro se ne approfittano alla grande), i nostri adorati felini rimangono pur sempre dei piccoli, feroci predatori. Predatori che, pur avendo la pancia piena, non disdegnano di cacciare per divertimento, per farci un regalo, o anche solo per curiosità nei confronti della preda: ho visto uno dei miei gatti esaminare una talpa viva con l'interesse di un naturalista, salvo poi farsela scappare in giardino. Non vi dico i danni che ha fatto quell'animaletto...purtroppo, nel nostro modo di vivere sempre più asettico, stiamo umanizzando a tutti i costi i nostri amici animali, dimenticandoci spesso della loro vera natura. Lo spot Uliveto ha avuto l'ardire di ricordarci che un felino è pur sempre un felino, con tutti i suoi istinti. In primis, quello della caccia. Soffocarli, per quanto crudeli essi siano, è un grande atto di presunzione.

Che ne pensate?

A voi i commenti!






1 commento:

  1. Beh, anche se non mi deficnisco animalista, ma amante degli animali, trovo comunque che, come tanti altri, amiamo "umanizzare" i nostri amici pelosi, per renderli più simili a noi, forse anche per giustificarci quando le nostre attenzioni diventano maniacali. L'esagerare non è mai un bene e nei confronti degli animali meno ancora. Il mio massimo di follia era rappresentato dal parlare al mio gatto, rivolgendomi come se fosse mio figlio, un bambino. E per certi versi lo ero. Ma la cosa finiva lì. O per meglio dire: non continuavo. Sono d'accordo che per trattarli male, è meglio non averli e che non sono bambole di pezza e nemmeno possono essere dei surrogati, o contentini, che sostituiscano qualcosa. Anzi: il gatto per sua natura non è animale da branco e ogni suo gesto ha un significato particolare. Decide praticamente lui come vivere, tu puoi solo assecondarlo! Snaturarlo o forzarlo in atteggiamenti fin troppo affettuosi, anche se in buona fede, lo stresserebbe e lo metterebbe in condizione di non esercitare più il suo "Diritto ad essere gatto"

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