giovedì 16 febbraio 2017

UNA VITA DA FILM: LA STORIA DI WILLIAM GROVER-WILLIAMS

Prima parte

Campo di concentramento di Sachsenhausen, 18 marzo 1945: stando alle informazioni ufficiali, intorno a questa data fu ucciso il capitano William Grover-Williams, ex pilota automobilistico; un nome che dice poco anche alla maggioranza degli appassionati. Qualcuno magari ricorda che fu lui a vincere la prima edizione del Gran Premio di Montecarlo, svoltasi nel 1929, ma niente più. Chi è stato nel Principato magari ha anche visto il monumento che lo ritrae alla guida della sua vettura. Eppure, già da vivo questo personaggio era circondato da un’aura di fascino e mistero, persino tra i suoi stessi colleghi, e ha continuato a far discutere anche da morto.

La storia che state per leggere è stata messa insieme radunando le informazioni disponibili sul web (ho creato la pagina di Wikipedia rifacendomi anche ad esse). Data la sua lunghezza l’ho divisa in due capitoli, pubblicherò il secondo a breve.

William Grover nacque a Montrouge nel 1903, da una famiglia benestante. Pare che il padre Frederick fosse amico del principe Troubetzkoy, ambasciatore russo in Inghilterra, per il quale allevava cavalli. Quando questi fu trasferito all’ambasciata di Parigi, aiutò Frederick a stabilirsi anche lui in Francia, dove conobbe sua moglie.
Fin da giovanissimo, William mostrò grande passione per la meccanica e per le automobili,  al punto che imparò a guidare sulla Rolls-Royce del fidanzato di una delle sorelle e, procuratosi una motocicletta (probabilmente un residuato di guerra), iniziò a gareggiare su due ruote di nascosto dalla famiglia. Fu in questo periodo che adottò lo pseudonimo “Williams” che lo accompagnerà per tutta la vita, e che all’epoca gli serviva per barare sulla sua vera età.
Al termine della Grande Guerra, riuscì a trovare lavoro come chauffeur presso Sir Orpen, l’artista ufficiale della Conferenza di pace di Parigi. Strinse anche una grande amicizia con la sua amante Yvonne al punto che, quando la storia tra i due finì, lei e William si sposarono. Il tutto con la benedizione di Orpen, che li aiutò economicamente e regalò loro una casa e un’automobile.
Nel frattempo, William era passato dalle due alle quattro ruote, una prassi piuttosto comune all’epoca, e nel 1927 si era messo in luce lottando contro l’asso francese Robert Benoist, nonostante guidasse una vettura inferiore. L’anno successivo, comprata una Bugatti di seconda mano, riuscì a vincere il Gran Premio di Francia, successo che replicò nel 1929. Nello stesso anno, come detto in precedenza, arrivò la vittoria al primo Gran Premio di Montecarlo, contro tutti i pronostici che davano favorito il campione tedesco Rudi Caracciola. Per l’occasione la sua Bugatti era dipinta in verde: tale colore avrebbe identificato da lì in avanti tutte le vetture gestite da squadre britanniche, diventando noto come “British Racing Green”.
Fu questo successo in particolare che regalò grande fama a William: lui e Yvonne erano descritti come una coppia unica nel suo genere. Erano capaci di gareggiare in auto come di ballare per tutta la notte nei club del Principato. William divenne anche un buon giocatore di tennis e golf. In tutto questo, la coppia riuscì a mantenere un’aura di mistero intorno a sé. Nessuno, nemmeno tra gli altri piloti, sapeva chi fosse esattamente William: c’era chi diceva che fosse molto ricco, altri dicevano che fosse un autista con la passione delle corse. Di certo, era il più forte tra i piloti britannici del periodo, e a Montecarlo era diventato una specie di istituzione: si narra infatti che lui e la moglie sfrecciassero a velocità folle su auto separate per le strade di Montecarlo, ma che la gendarmeria fermasse sempre e solo Yvonne. Alle sue proteste, rispondevano “Lui è Williams, non possiamo fermare Williams”.

William vinse ancora il Gran Premio del Belgio del 1931 (in coppia con il conte Caberto Conelli) e altre tre gare minori a La Baule dove abitava, poi nel 1936 decise di ritirarsi. Rimase tuttavia nel giro delle corse, divenendo amico di Robert Benoist e lavorando per la Bugatti come istruttore di guida per i nuovi clienti, mentre Yvonne allevava cani da esposizione. Un idillio che purtroppo sarebbe durato poco: il 1 settembre 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale.


CONTINUA...

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