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lunedì 19 marzo 2018

UNA MANO AL CUORE, L'ALTRA AL PORTAFOGLIO

Ciao a tutti.
Complice il poco tempo a disposizione, ammetto di aver trascurato un po' il mio spazio virtuale...ci sono però cose che meritano attenzione, spazio e tempo.
Parto subito con una domanda a bruciapelo: quanti di noi hanno, o hanno avuto a che fare, con il CANCRO, in qualsiasi forma? Quanti lo hanno provato sulla propria pelle, o hanno visto soffrirne (e, talvolta, morirne) un parente, o un caro amico, o un semplice conoscente?
Ammettiamolo: TUTTI. Ormai possiamo dirlo con certezza: il cancro è la peste dei tempi moderni. Spesso asintomatico, attacca di nascosto e, senza un'adeguata diagnosi precoce, viene curato e combattuto tardi. A volte, troppo tardi.
Ho già parlato di cancro su questo blog, quando scrissi la storia "a puntate" dell'amianto e delle malattie ad esso correlate tra cui il mesotelioma. Un tipo di tumore che, ad oggi, nel 2018, è incurabile e non lascia scampo a chi ne viene colpito.
Si sa, la ricerca ha fatto negli anni passi da gigante, le statistiche di sopravvivenza sono in costante miglioramento, eppure di cancro si continua a morire, a qualsiasi età. Per questo è necessario sostenere finanziariamente la ricerca. Quella ricerca che, spesso, viene snobbata e bistrattata dal governo centrale di turno che, per far quadrare i conti, non esita a tagliarle i fondi. Fateci caso, quali sono i settori che vengono SEMPRE, PUNTUALMENTE sacrificati quando si tratta di tagli? SANITA' e ISTRUZIONE.
Ora, nell'attesa di un governo centrale più "illuminato", che capisca finalmente l'importanza della ricerca scientifica e del suo finanziamento (al di là di slogan e paroloni di circostanza), bisogna arrangiarsi da soli perché, purtroppo, il cancro non ci aspetta, se ne frega altamente di noi e delle nostre vite, e continua a mietere vittime.
E' in questo contesto che si inserisce l'iniziativa dell'amico Domenico "Dino" Arena, con cui condivido la passione per i francobolli. Da qualche anno a questa parte, infatti, Domenico ha iniziato una raccolta fondi per finanziare la ricerca sul cancro, in memoria di suo papà Edoardo e dell'amico collezionista Maurizio, entrambi scomparsi per questo terribile male. La raccolta, a cadenza annuale, ha portato negli anni alla donazione di diverse migliaia di euro all'Istituto Nazionale dei tumori (IRCCS). Il tutto all'insegna della massima trasparenza, come si può ben vedere nella pagina Facebook dedicata all'evento. Questa iniziativa è nata all'interno dei vari gruppi filatelici, ma nulla vieta di parteciparvi a prescindere dalla vostra passione o meno per i francobolli. Oppure, avete un amico filatelico e non sapete cosa regalargli? Nessun problema, nel contesto del "Memorial Edo e Maurizio" si svolgono moltissime aste di materiale filatelico donato da tanti amici collezionisti per questo nobile scopo.

Per maggiori informazioni e per partecipare, potete visitare la pagina Facebook del "Memorial Edo e Maurizio" cliccando qui

Alla prossima!!



lunedì 2 ottobre 2017

IN CERCA DI ATTENZIONE

Chi come me è già andato a vedere "Chi m'ha visto" con Pierfrancesco Favino e Giuseppe Fiorello, probabilmente è uscito dal cinema con una forte sensazione di dejà-vu: al di là delle situazioni tragicomiche del film infatti, il messaggio che arriva al pubblico riflette appieno la mentalità provincialotta, e fondamentalmente ignorante, che spesso si riscontra nelle conversazioni della gente comune. Una battuta in particolare attira l'attenzione: "Si lavora quando si suda, il resto è gioco".
Senza voler dare ulteriori anticipazioni a chi non ha ancora visto il film, questa battuta è lo specchio perfetto della mentalità imperante: chi fa della propria passione un lavoro, spesso viene guardato dall'alto in basso, con sufficienza, perché la sua passione, nella mentalità comune, non corrisponde ad un lavoro.
Esempio di conversazione:

A: "Quanto tempo che non ci vediamo! Ma dimmi, che lavoro fai?"
B: "Ti ricordi che frequentavo quel corso di batteria, anni fa..."
A: "Ah si, con il maestro X, e allora?"
B: "Ecco, ho deciso di fare sul serio, ho proseguito gli studi e adesso suono in una piccola band, stiamo provando ad emergere e puntare in alto. Certo, non è facile, ma modestia a parte siamo proprio bravi, abbiamo anche aperto qualche concerto e accompagnato il cantante Y nel suo ultimo tour "
A: "Si, OK, ma che lavoro fai VERAMENTE?"

Eccolo lì. Sostituite il batterista con il tastierista, il cantante, il bassista, ma anche il ballerino, l'attore o lo scrittore, il risultato non cambia. Per il personaggio A, B non sta lavorando: sta solo giocando a fare l'artista. Sempre per citare una battuta del film di cui sopra, "vive di espedienti". 
Bruttissimo, vero? Di fatto, agli occhi della gente, o sei famoso, o sei un parassita della società. O magari un parassita famoso, se non hai un briciolo di talento ma, nonostante questo, la tua faccia si vede ovunque, e ci sono dei beoti che si venderebbero la madre pur di farsi un selfie con te...ma mi fermo qua: non voglio assolutamente mettere sullo stesso piano chi si fa un mazzo tanto per cercare di emergere, e chi invece è famoso solo perché ha un bel culo, o un paio di tette rifatte: questi ultimi non vivono di espedienti ma poco ci manca, visto che fanno leva sulla scarsità di cervello dei loro "fan": ci sarebbero quasi gli estremi per la circonvenzione di incapace...ma andiamo oltre, certi personaggi non meritano ulteriore spazio.

Tornando al discorso "talenti incompresi", un discorso a parte lo merita chi canta, recita o balla sì per passione, ma lo fa per evadere dalla quotidianità. A queste persone non interessa più di tanto emergere e, il più delle volte, il motivo di questo disinteresse risiede nel fatto che, se la passione diventasse lavoro...diventerebbe in automatico uno stress, e la si coltiverebbe controvoglia. Ragionamento rispettabile e comprensibilissimo, basta vedere la fine che fanno molte star di alto livello tra alcool, droghe e stravizi vari. Rimane il rammarico di constatare che questi talenti siano riservati alla cerchia molto ristretta di persone che vanno a vedere i saggi di fine corso: parenti, e qualche amico. Piccoli tesori nascosti, che possono regalare un paio d'ore di grande spettacolo.

"Che dobbiamo fare per avere attenzione?" Questo si chiede il tipo sulla copertina di questo CD musicale, dedicato a musicisti sconosciuti e talentuosi. Purtroppo, la mentalità corrente tende a vedere l'espressione artistica come un gioco, senza minimamente immaginare il lavoro di preparazione che si nasconde dietro alla più banale delle esibizioni.
Chiudendo la parentesi sugli "sconosciuti volontari", basta guardarsi un po' intorno per trovare artisti validi con tanta voglia di emergere, di fare strada, e che magari vedono le proprie aspettative frustrate ed incomprese per un sacco di motivi diversi: parenti ed amici che magari non credono in loro e li guardano con sufficienza mista a commiserazione, contesti sbagliati, manager ed impresari di dubbia reputazione...tutti ostacoli ben sintetizzati in "Chi m'ha visto?". Per contro, fortunatamente, esiste chi lavora per fare sì che i sogni di questi artisti non rimangano tali e si trasformino in realtà e no, non sto parlando dei vari talent show di cui siamo inflazionati...c'è chi ad esempio ha fondato un immenso portale internet dedicato alla danza e al musical (ciao Giulia :p), o chi, tra un'intervista e un programma radiofonico, diffonde gratuitamente libri e CD musicali di artisti emergenti, in cambio di materiale filatelico (Buonasera Giancarlo...). Ah, a proposito, mentre finisco di scrivere questo post mi sto ascoltando il CD che mi è arrivato grazie ai miei soliti traffici filatelici online, e di cui vedete la copertina poco più su...che dire, continuate così ragazzi che c'è bisogno di voi!!

martedì 21 marzo 2017

INNOCUI, ILLEGALI CORIANDOLI

E' di questi giorni la notizia di una sentenza destinata a far discutere, almeno tra gli appassionati del settore: un giudice torinese, il sig. Arata, ha disposto il sequestro di un intero stock di magazzino di un commerciante di Rivoli. Ora voi vi chiederete: era merce avariata? contraffatta? pericolosa?

Niente di tutto ciò.

Il suddetto commerciante opera nel settore della filatelia, sì, il collezionismo di francobolli e oggetti postali in genere. Ora, per subire un sequestro di tale portata, viene da pensare che come minimo smerciasse LSD con la copertura dei francobolli, e invece...nel mirino ci è finita la storia postale, ossia il ramo della filatelia che non si limita al mero studio del francobollo ma va oltre, soffermandosi sulle tariffe, sui periodi di validità dei francobolli, sul loro uso in determinate circostanze e su determinati documenti. 
Ai profani può sembrare incredibile, ma ci sono appassionati che passerebbero, e passano, ore ed ore a parlare di questi coriandoli colorati, a scambiarsi opinioni, a confrontare, disquisire, esaminare a colpi di lampade, lenti conta fili, benzina rettificata e altre diavolerie. La storia postale in particolare, presuppone conoscenze e competenze capillari per capire esattamente la natura dei documenti in esame, e anche per non prendersi fregature solo perché si è presi dalla foga e dall'entusiasmo per aver scovato un pezzo pregiato ad una bancarella o sul web. 

Ora, perché mai questo mondo assolutamente innocuo e che, anzi, stimola allo studio e all'approfondimento, dovrebbe essere finito nel mirino di un giudice? Il motivo è il seguente: secondo la legge vigente datata 2004, i documenti inviati per posta ad enti pubblici, ecclesiastici, privati ecc. sono da considerarsi di proprietà inalienabile dei suddetti, inclusa la busta che li conteneva. Di conseguenza, inclusi anche i francobolli applicati su di essa. Se un privato cittadino possiede anche solo la busta, deve dimostrare che non sia stata trafugata, pena il rischio di passare dei guai con la giustizia. A nulla è valsa una circolare del 2013, emanata proprio per tutelare i collezionisti di materiale filatelico, che sancisce la non appartenenza ai beni demaniali delle suddette buste. Non è servito neanche il precedente delle buste scartate dagli archivi e donate alla Croce Rossa: il materiale in possesso del commerciante è stato sequestrato e sottoposto all'analisi dei Carabinieri, che dovranno stabilire a chi restituire ogni singola busta. Certo, la sentenza era solo di primo grado e si può ancora ribaltare, ma intanto si sono spesi denari pubblici e tempo prezioso dei Carabinieri per catalogare materiale che, molto probabilmente, sarà da restituire al suddetto commerciante. Sempre che nel frattempo costui non abbia dovuto chiudere i battenti proprio per colpa di questo sequestro (la concorrenza nel settore è spietata!). Il sen. Carlo Giovanardi, appassionato filatelico con cui, per inciso, di rado sono d'accordo politicamente parlando, ha giustamente sollecitato il ministro Franceschini ad intervenire sulla vicenda e impedire che migliaia di collezionisti e commercianti si ritrovino da un momento all'altro a passare dei guai per colpa dell'interpretazione ottusa di una legge. Senza contare il caos e il danno enorme che si produrrebbero all'interno del mercato filatelico italiano, con pezzi diventati fuorilegge da un giorno all'altro e che, in automatico, vedrebbero il loro valore azzerato. 

Non voglio certo insegnare il mestiere a chi ha studiato per fare il giudice, ma una domanda mi sorge spontanea: era proprio necessario intervenire così, a gamba tesa, sul mondo collezionistico e su un commerciante in particolare (rischiando di rovinarlo), solo per un dubbio interpretativo? Davvero non si poteva fare diversamente?

A voi i commenti!