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martedì 31 ottobre 2017

INCHIESTE SCOMODE

Notizia di alcuni giorni fa: a Malta, è stata uccisa in un attentato dinamitardo la giornalista e blogger Daphne Caruana Galizia.
Sono sincero: prima d'ora, non sapevo nemmeno chi fosse, Daphne Caruana Galizia. Tuttavia, il fatto che in un Paese membro della Comunità Europea una giornalista venga fatta saltare in aria in pieno stile mafioso anni 80 e 90, come minimo dovrebbe far scattare un grosso campanello d'allarme. Non solo: la fine che ha fatto questa giornalista dimostra che, con le sue inchieste, aveva pestato i piedi a qualcuno, molto potente, che si è potuto permettere il lusso di metterla a tacere nella maniera più clamorosa possibile. Per cui ho deciso di documentarmi, e di riassumere quello che ho trovato in poche righe, perché chi si mette contro criminalità e corruzione pagando con la vita non può, e non deve, essere dimenticato.


Partiamo innanzitutto  dallo sfogo di Matthew, suo figlio, nonché collaboratore: intervistato, si è scagliato apertamente contro il premier maltese Joseph Muscat, definendolo "un pagliaccio", e non risparmiando nemmeno critiche ai suoi collaboratori "corrotti", ai magistrati "corrotti e incompetenti" e ai funzionari di polizia "corrotti e imbecilli". Leggendo il post su Facebook di Ramon Mifsud, uno dei poliziotti che dovrebbe indagare sull'attentato ("Alla fine tutti hanno quello che si meritano, sono contento :)" ), è molto difficile dargli torto.
Quello di Matthew non è semplicemente il discorso pieno di dolore di una persona che ha perso tragicamente la propria madre, ma un preciso atto di accusa nei confronti del Paese in cui vive, a cominciare dal primo ministro Muscat fino alle autorità di polizia, che non avrebbero fatto abbastanza per proteggere la signora Galizia. Dal tenore delle parole di Matthew, emerge anche tra le righe la consapevolezza che Daphne, da viva, fosse una morta che camminava: non era questione di "se", ma di "quando" avrebbe fatto una brutta fine, perché sul "se" non c'era alcun dubbio: troppe le inchieste scottanti a cui lavorava, e troppo potenti i personaggi coinvolti.
Tra i tanti argomenti trattati da Daphne, ne spiccano alcuni in particolare: i "Malta Files", ossia i documenti riguardanti personaggi maltesi, o legati a Malta, all'interno dello scandalo dei cosiddetti "Panama papers": la lunghissima lista di personaggi più o meno potenti, e più o meno loschi, che hanno depositato o fatto transitare da Panama grosse somme di denaro, tipicamente tramite il sistema delle società off-shore.
Un movimento, in particolare, ha attirato l'attenzione della giornalista: un bonifico "sospetto", effettuato dalla figlia del presidente dell'Azerbaigian Aliyev, alla moglie del premier Muscat. Il motivo di questa transazione pare essere stato il famigerato gasdotto TAP, ossia l'opera che dovrebbe portare il gas dell'Azerbaigian (e quindi del presidente Aliyev) fino in Europa (passando per la Puglia), e quindi anche a Malta. Il tutto quindi, apparirebbe come una maxi-bustarella ad altissimi livelli di potere, visto che nel 2016 c'è stato un bell'andirivieni tra Malta e Azerbaigian, con firme e controfirme di accordi energetici. Ora, va bene che l'Azerbaigian stia facendo di tutto per apparire come un posticino libero e felice, con vetrine scintillanti come il Gran Premio a Baku e i primi giochi europei della storia, ma basta poco per constatare che non è proprio così: il presidente Aliyev è, di fatto, un dittatore. Tutte le varie tornate elettorali sono state bollate come irregolari da più osservatori esterni. Nonostante, formalmente, l'Azerbaigian sia una democrazia, la presenza di prigionieri politici dimostra l'esatto contrario. Non solo: nonostante lo stato disastroso dei diritti umani, l'Azerbaigian è membro del Consiglio d'Europa: lo stesso organismo che ha bocciato il documento (rapporto Strasser) sulla situazione di 85 detenuti politici, pare grazie a maxi tangenti provenienti dal governo azero (tramite il solito sistema di scatole cinesi) che avrebbero influenzato il voto, e che coinvolgerebbero anche alcuni politici italiani. Sempre il famigerato TAP sarebbe al centro di questo fiume di denaro proveniente dal Caucaso, che sarebbe servito anche per fare pressioni ad alti livelli e sbloccare finalmente i prestiti necessari al progetto. A nessuno fa piacere essere additato come partner d'affari di un dittatore, ma, d'altra parte, il denaro non puzza, e può servire anche ad "aggiustare" una votazione rischiosa come quella sul rapporto Strasser...
Finita qui? Macché. Ultimamente, Daphne Galizia si stava occupando (giusto per non far torto a nessuno, o forse perché a Malta c'è un livello di marciume politico inimmaginabile, chissà...) di traffico di droga, che a Malta sarebbe particolarmente fiorente, in cui sarebbe coinvolto (il condizionale è d'obbligo!) nientemeno che il capo dell'opposizione al governo Adrian Delia. Proprio il signor Delia ha invocato le dimissioni del premier Muscat dopo l'attentato ma, come ben sappiamo, spesso e volentieri le dichiarazioni dei politici, soprattutto se ad alti livelli e in odor di corruzione, vanno prese con le dovute cautele. Resta il ricordo, e l'esempio, di una giornalista che per amore di verità non si è fermata davanti a niente. Un ricordo, e un esempio, che non devono scomparire.

LINK UTILI

Running commentary, il blog di Daphne Caruana Galizia (in inglese)



martedì 17 ottobre 2017

LICENZA POLITICA-Parte 1: il diritto di voto

Il voto: un diritto che riteniamo (giustamente) sacrosanto, e che è stato oggetto di durissime lotte nel corso dei secoli: se ora ci rechiamo normalmente alle urne, senza limitazioni e costrizioni di sorta, è solo grazie a chi ha lottato prima di noi, pagando talvolta con la vita il suo impegno e i suoi ideali. La domanda che mi pongo è: noi, che ci rechiamo alle urne nella nostra epoca, sappiamo quanto sia importante il diritto/dovere di voto? Siamo in grado di esercitarlo consapevolmente? Selezioniamo in maniera adeguata le informazioni di cui siamo bombardati quotidianamente per farci un'idea e fare una scelta motivata e circostanziata?

Ecco, vedendo il proliferare dell'ignoranza, dell'analfabetismo funzionale, del populismo che parla alla pancia, e non alla testa, delle persone...purtroppo mi viene da rispondere NO, alle suddette domande.
Faccio un esempio: qualche sera fa, in televisione, si vedevano alcune persone che dichiaravano la loro assoluta contrarietà al cosiddetto "ius soli" (non voglio né sponsorizzarlo né contrastarlo, è solo un esempio, sia chiaro). Poi però, gli si chiede cosa voglia dire esattamente la locuzione "ius soli", e non sanno rispondere, né sanno da quale lingua venga. Gli si chiede di coniugare un congiuntivo e loro, che si spacciano per i paladini dell'identità italiana, storpiano orribilmente la nostra meravigliosa lingua con strafalcioni che manco alla scuola primaria. Anche per scritto, soprattutto sui social network dove si leggono i peggiori orrori da matita rossa formato gigante. Non ci sono scuse per un'ignoranza di questa portata: la padronanza della lingua o ce l'hai o non ce l'hai, le H del verbo avere (tanto per fare un esempio) si DEVONO saper usare al volo, senza pensarci, sono nozioni da scuola PRIMARIA (o elementare, se preferite) e la fretta di scrivere non è una scusa. Se sbagli le H, o se non sai articolare correttamente una frase non sei di fretta, sei un IGNORANTE.

Dove voglio arrivare? Ecco il punto: da persona mediamente istruita, posso accettare il fatto che il mio voto abbia esattamente lo stesso peso di quello di un analfabeta funzionale, o di un analfabeta e basta? E' accettabile che l'opinione di chi si informa un minimo abbia lo stesso peso di quella di chi non si informa per niente e crede a tutto ciò che gli raccontano annullando il proprio senso critico, ammesso che ce l'abbia mai avuto?

La mia risposta è NO. Anche perché, col crescere dell'ignoranza e dell'analfabetismo, funzionale e non, se saltasse fuori qualcuno con l'interesse a mantenere nell'ignoranza i propri governati (e chi ci dice che non ci sia già??), avrebbe gioco facilissimo ad intercettare i loro voti. Dove porterebbe una simile deriva non è dato saperlo (al momento), ma è certo che non porterebbe alcunché di buono.

Come difendersi da una simile eventualità? La mia risposta è "istituendo il patentino del votante".
Di cosa si tratterebbe?
Si tratterebbe di un semplice test a risposta multipla (ossia "a crocette"), che verrebbe corretto in automatico da un lettore elettronico (come si fa già per alcuni esami scolastici). Questo test conterrebbe semplici domande di cultura generale e sarebbe politicamente NEUTRO: servirebbe solo a misurare il grado di istruzione e di consapevolezza di chi si appresta ad esercitare il proprio diritto di voto. Tra le varie domande, ne inserirei alcune (molto semplici) a mo' di capestro: se sbagli una di quelle sei bocciato in automatico, anche se hai risposto correttamente a tutte le altre. Analogamente alla patente di guida, anche il patentino del votante avrebbe una scadenza, modulata in base alla fascia d'età, e l'accesso alla prova d'esame sarebbe assolutamente gratuito e illimitato: se si venisse bocciati, si potrebbe ritentare gratis alla prima data disponibile. 

Una buona istruzione di base è fondamentale per esercitare consapevolmente il diritto/dovere di voto, qualunque sia la scelta espressa
Dite che sono antidemocratico? Chissà, magari avete ragione. Ora proviamo a fare un esempio: lascereste guidare la vostra fantastica Ferrari appena uscita dal concessionario (se non vi piace la Ferrari immaginate una qualsiasi auto di lusso a scelta) a un diciottenne qualsiasi col foglio rosa?

No vero?

Ecco. Ora metteteci il diritto di voto, al posto della Ferrari.

Avete ancora il coraggio di dire che sono antidemocratico?

Alla prossima puntata!!

martedì 5 settembre 2017

LA GUERRA DEI NUMERI

"La matematica non è un'opinione"

Questo mantra che sentiamo ripetere fin da piccoli, soprattutto quando a scuola tentenniamo un po', ci dice una cosa molto semplice: la matematica è una scienza ESATTA, 2+2 farà sempre 4, e nessuno, mai, riuscirà a dimostrare qualcosa di diverso. Non in matematica, almeno. I numeri non mentono, MAI.

Purtroppo la matematica, se presa in mezzo ad un qualche meccanismo perverso, rischia di diventarlo eccome, un'opinione. Succede anche con le persone, si sa: quelle oneste, che fanno di tutto per comportarsi bene, sono i capri espiatori perfetti per le persone false ed opportuniste (Daniel Pennac insegna...un autore che consiglio vivamente).

Prima di addentrarci a fondo nell'argomento, facciamo un esempio con un semplice enunciato:

"La distanza tra Milano e Torino è di 150 km"

Sono tanti? Sono pochi?

La risposta non è per niente scontata, dipende: se una persona deve percorrere una simile distanza a piedi, o a cavallo, 150 km sono tantissimi, ed impiegherà molto tempo a coprirla. In bicicletta il tempo inizia ad abbassarsi, ancor di più in automobile e in treno (al netto di traffico e ritardi, naturalmente). Se poi si decidesse di fare un viaggetto in aereo, sicuramente si perderà più tempo al check-in che per il viaggio stesso. Notevole eh? Eppure i 150 km sono sempre gli stessi. Ciò che ci fa cambiare la nostra percezione è il modo in cui li affrontiamo: a piedi sono un'enormità, in aereo una bazzecola.

Dove voglio arrivare? Semplice: all'utilizzo STRUMENTALE ed OPPORTUNISTICO che si fa di determinate statistiche. Numeri, semplici e freddi numeri, che diventano armi molto pericolose.

Come periodicamente succede, quando avviene un fatto di cronaca nera particolarmente efferato come l'aggressione e lo stupro di una coppia di polacchi e di un transessuale a Rimini da parte di quattro immigrati (tutti arrestati), le notizie sull'argomento diventano automaticamente di moda. Vuoi che una determinata parte politica non ci si tuffi a pesce, in un contesto del genere? Non sia mai...ed infatti un mio amico di Facebook politicamente impegnato e schierato a destra (che ringrazio in ogni caso, questo post nasce proprio grazie al nostro dibattito, e ne è il seguito) ha "sparato" un articolo di Repubblica sul suo profilo riguardante i dati sulle violenze carnali gridando, in più, al "ricambio etnico programmato". Su quest'ultimo punto, vorrei solo ricordare che il Regolamento di Dublino (che stabilisce le procedure di gestione dei richiedenti asilo) è stato firmato nel 1997 dall'Italia, sotto il governo Prodi I. Le successive integrazioni e modifiche (Dublino II e III) sono state rispettivamente firmate sotto i governi Berlusconi II e Letta. Per cui, cari i miei politici di ogni colore, abbiate almeno la decenza di smettere di tirare in ballo i migranti e di costruirci su intere campagne elettorali, visto che fondamentalmente il problema lo avete creato VOI, TUTTI, SENZA DISTINZIONE DI PARTITO, firmando un trattato che, di fatto, scarica interamente la gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo su MALTA, SPAGNA, ITALIA e GRECIA per una mera questione geografica...ma non divaghiamo, e torniamo alle questioni numeriche.

Innanzitutto l'autore dell'articolo strizza l'occhio alla "pancia" del lettore, evidenziando nel titolo come 4 stupri su 10 siano commessi da stranieri. Posto che lo stupro è un atto ORRIBILE, da condannare SEMPRE E IN OGNI CASO, l'autore medesimo non specifica la nazionalità degli stupratori, (occhio che anche i norvegesi sono stranieri eh, e pure extracomunitari. Così, tanto per citare una nazionalità a caso...) ma visti i tempi che corrono e le "mode" giornalistiche del momento, viene automatico pensare alle attuali ondate migratorie dall'Africa. Per la gioia di chi ci marcia sopra fomentando odio, e arrivando a situazioni grottesche (vedi ad esempio i militanti di Forza Nuova recatisi a messa per "vigilare sulla dottrina insegnata dal parroco", visto che il suddetto aveva osato portare alcuni migranti africani in piscina dopo una giornata di LAVORO...che dire, scribi e farisei 2.0). Successivamente, il giornalista corregge il tiro citando i dati dell'istituto Demoskopika, che evidenziano come la percentuale di italiani tra gli stupratori sia preponderante (61%), e quella degli africani (considerando quindi le nazionalità di UN INTERO CONTINENTE) non arrivi all'8%....ma conoscendo il comportamento dell'utente medio di Facebook, state pur certi che non è arrivato a leggere fino a quel punto, si è fermato al titolo e sta già urlando ai quattro venti che gli immigrati africani, tutti, vengono qua a delinquere e a violentare le nostre donne impunemente...e intanto certi politici, furbacchioni, continuano a fomentare e a raccattare i voti di chi, purtroppo, è stato vittima di reati commessi da stranieri. Peccato però che accanto alle vittime (che, ahinoi, non sono tutelate a sufficienza dallo Stato e, legittimamente, si sentono lasciate sole), ci sia una massa di beceri ignoranti frustrati e boccaloni, perché altro non sono, pronti a vomitare ai quattro venti tutta la loro rabbia repressa nei confronti del "diverso" in genere.

Mi si dirà "si, però in galera, guarda caso, è pieno di stranieri, lo vedi che ho ragione a dire che sono dei delinquenti?"
Molto bene. Vediamo la tabella sottostante:


Questa tabella l'ho compilata sulla base dei dati presenti sul sito del Sole 24 Ore, per cui si sta parlando di una fonte più che affidabile. Andiamo innanzitutto a vedere il dato della popolazione straniera residente in Italia: poco più di 5 milioni di persone, equivalenti all'8,3% del totale. Tanto per fare un esempio tangibile, immaginiamo una cittadina di 10000 abitanti totali: ci troverete 830 stranieri in tutto. Rispetto alla popolazione italiana, il rapporto è di 1 straniero ogni 11 italiani.

Andiamo a vedere ora la popolazione carceraria (circa 56000 unità): qui gli stranieri rappresentano il 27% del totale dei detenuti. E' ancora una minoranza, certo, ma il rapporto con gli italiani crolla nettamente, diventa di 1 delinquente straniero ogni 3 italiani.

Bene, perfetto. Ora qualcuno si chiederà "cos'è quella linea rossa"?
La linea rossa ce l'ho messa per evidenziare il limite massimo a cui si spinge l'utente medio quando legge i dati che gli vengono forniti. Peccato però, che non vengano forniti GLI STESSI DATI in percentuale, e in termini ASSOLUTI, cioè rapportati al totale della popolazione italiana. Nell'ottica della stesura di questo pezzo, mi sono premurato di elaborarli e di provare a colmare questa mancanza, tanto per fare chiarezza una volta per tutte.

Cosa osserviamo innanzitutto? 

Partiamo dal fondo, e scopriamo che, sul totale della popolazione, la percentuale dei delinquenti (senza distinzione di nazionalità) è dello 0,0926%. Volendo arrotondare per eccesso, nella famosa cittadina di 10000 abitanti abbiamo la bellezza di...10 delinquenti. Di questi, sempre stando alle percentuali calcolate, e con i dovuti arrotondamenti, 7 sono italiani e 3 stranieri. Se poi andiamo a vedere i dati riguardanti i soli stranieri, la percentuale di delinquenti tra di loro è dello 0,3%. 

Ricapitolando: 

abbiamo 3 delinquenti stranieri ogni 10000 abitanti, e 3 delinquenti ogni 1000 stranieri. Volendo tradurre in termini semplici, si tratta rispettivamente dello 0,3 e del 3 PER MILLE.

Adesso, tanto per scendere ancora più terra-terra, facciamo un esempio sulla città di Asti, che conta circa 75000 abitanti. Stando alle percentuali sopra riportate, ci dovrebbero essere (badate bene che sono valori MEDI, quindi quelli reali possono essere maggiori o minori) 75 delinquenti in totale. Di questi, gli stranieri sono circa 25. Naturalmente, il discorso vale per qualsiasi altra città italiana, visto che questi sono dati medi riferiti all'Italia.

Ora che (spero) c'è un po' più di chiarezza, mi vengono spontanee alcune conclusioni: non è giusto che, in base ad un trattato scellerato, solo pochi Paesi dell'Unione Europea abbiano sulle proprie spalle il peso della crisi migratoria. Soprattutto se di mezzo ci sono Italia e Grecia che, come noto, faticano più degli altri a crescere economicamente. Il problema immigrazione è un problema di TUTTI, e come tale va trattato. 

Tuttavia, numeri alla mano, siamo proprio sicuri che il problema VERO siano i migranti, economici o politici? Tornando al discorso astigiano, possibile che 25 delinquenti stranieri di tutte le nazionalità possibili siano in grado di mettere paura ad una città intera di 75000 abitanti? Cosa sono, i nipoti di Al Capone? Eppure, va detto, Asti non è messa bene nelle classifiche che riguardano i reati commessi, tutt'altro, purtroppo. Non sarà che ci sono gravi lacune a livello di capacità di gestione di un numero esiguo di persone problematiche, e che queste vengono abilmente mascherate dal chiasso di chi vuole raccattare in giro più voti possibili, facendo leva sulla "pancia" della gente, sull'insicurezza e sulla paura che l'incapacità gestionale di cui sopra inevitabilmente genera? 

Non sto dicendo "accogliamoli tutti", attenzione: sto solo dicendo "cerchiamo di gestire al meglio la situazione, visto che ci troviamo in mezzo". Magari, se ci scrollassimo di dosso personcine equivoche che fanno dell'immigrazione uno schifoso business, se non dessimo più credito a chi urla contro i "diversi" in genere (salvo poi lucrarci sopra, vero Mafia Capitale?) e se la smettessimo di urlare slogan buoni solo ad attirare i voti del gregge senza risolvere concretamente i problemi, la questione immigrazione si sgonfierebbe come un palloncino. Con buona pace di chi si prende la briga di andare a sorvegliare la dottrina di un prete durante la messa, dopo che magari sono mesi che non entra in chiesa...e di chi, ateo o comunque laico (almeno in teoria) gli va ad urlare contro fuori dalla chiesa suddetta.

A voi i commenti!!

venerdì 5 maggio 2017

UNA STORIA DI ORDINARIA DISUMANITA'

Speravo, davvero, che fosse una bufala. Anche perché la prima volta che l'ho letta, non veniva da una fonte propriamente affidabile. Per cui, nel mio piccolo, vai di fact-checking: una ricerca rapida su Google, nella speranza di trovare una smentita...che non c'era.

A quanto pare, è tutto vero.

L'umanità, intesa come empatia e capacità di abbinare testa e cuore nelle decisioni, se ne sta bellamente andando a farsi fottere. Scusate il linguaggio, ma di fronte ad un fatto del genere, sono stato ancora gentile.

Cosa succede?

Succede che c'è una mamma, Daniela Musso, originaria di Ribera (Agrigento), che si è dovuta trasferire al nord col marito in cerca di lavoro. Purtroppo, il sospirato impiego non arriva subito. In compenso arrivano i servizi sociali, prendono i due figli piccoli della coppia, e li mettono in una comunità protetta. 

Già qui è un'assurdità: smembrare una famiglia in difficoltà non è esattamente il miglior modo di aiutarla, soprattutto dal punto di vista dei più piccoli, che si vedono sradicati da un giorno all'altro dal loro contesto abituale. Una toppa riesce a mettercela mamma Daniela che, dopo una battaglia legale, ottiene di poter stare con loro. E' già qualcosa, anche se la situazione continua ad essere anormale: già una famiglia è in difficoltà per mancanza di lavoro (che, ricordiamolo, è un DIRITTO sancito dalla nostra COSTITUZIONE), in più ci si trova ad affrontare un distacco forzato, a cui si deve porre parzialmente rimedio affrontando ulteriori difficoltà e spese.

Pensate che sia finita? Magari...

Mamma Daniela si ammala di cancro. La malattia progredisce, fino ad arrivare allo stadio terminale.

Si dice che l'unione faccia la forza e questo, nel caso di una famiglia in cui ci si vuole bene, non è solo vero, è SACROSANTO. Un destino amaro, per quanto ineluttabile sia, è più sopportabile se si è uniti. Questo però pare sfuggire al Tribunale dei minori, che non solo ha ridotto drasticamente le possibilità di Daniela di vedere i suoi bambini da quando si è ammalata, ma addirittura ha dichiarato ADOTTABILE il più piccolo, mentre il più grande, al momento, è destinato a rimanere in comunità. Il tutto perché Daniela non sarebbe in grado di fare la mamma, in quanto "ritardata mentale", mentre il padre sarebbe "assente ed anaffettivo". Questo si legge sul provvedimento del tribunale.

Cosa fare a questo punto, oltre a continuare la battaglia a colpi di carte bollate (con ulteriori spese e sofferenze)?

Ad esempio, si può cercare di far conoscere a tutti questa storia, fare più rumore possibile...ed è proprio quello che, nel mio piccolo, ho cercato di fare scrivendo questo pezzo. Cliccando sul link sottostante, potrete sentire da Daniela stessa il racconto del calvario che sta passando. Cliccate, guardate e condividete questo video per favore:


Di seguito trovate alcuni link in cui viene raccontata la storia di mamma Daniela, e che sono serviti per la stesura di questo pezzo:


Alla prossima!!










martedì 2 maggio 2017

LA GIORNATA MONDIALE DEI BLOGGERS

Buongiorno a tutti!!

Qualche giorno fa, ho sentito casualmente per radio che oggi, 2 maggio, è la giornata mondiale dei bloggers. Nel mio piccolo, da neofita di questo mondo, mi fa piacere che ci sia una giornata dedicata anche alle 2 parole che scrivo ogni tanto su questo spazio virtuale. Nella speranza che questo angolino di web cresca sempre di più: al momento è sotto il livello di Fabrizio Daiquiri, se non sapete chi è, chiedete al programma Ciao Belli di Radio DeeJay. 

Tornando alla giornata odierna, è un po' come il Natale o la Pasqua: come arrivano per buoni e cattivi, così in questa giornata si pensa un po' a tutti, perfino a quei blog nati unicamente per fare clic-baiting, magari fomentando odio, diffondendo notizie false (le famigerate "fake news"), e quindi giustificando, in un certo senso, chi vuole mettere il bavaglio al mondo dei blog con leggi apposite. Allora, visto che esiste il luogo comune che a Natale siamo tutti più buoni, in questa sorta di Natale dei bloggers auguro davvero a questa SPAZZATURA della rete di redimersi, e smetterla di fare soldi sulla pelle dei boccaloni che danno loro retta. Lo so, è una pia illusione, ma fa il paio con la nostra bontà a Natale.

Tuttavia, data la ricorrenza, mi sembra giusto rivolgere un pensiero anche a chi, molto più scafato ed esposto di me, rischia tantissimo a livello personale per raccontare ciò che vede, o semplicemente per esporre la propria idea. Penso ad esempio alle nazioni in cui la libertà di stampa e di opinione già adesso è molto limitata, o ai bloggers messicani che arrivano dove le fonti ufficiali non si arrischiano ad andare, per raccontare il mondo dei cartelli della droga. Spesso, a rischio della loro stessa vita. Per quello che vale, avete la mia infinita stima.

Alla prossima!!

mercoledì 26 aprile 2017

INFO UTILI: L'OLIO ALIMENTARE ESAUSTO

Da qualche anno a questa parte si sta pian piano diffondendo la cultura della raccolta differenziata, pur con tutti i problemi organizzativi che può comportare di zona in zona. Si sa, i comportamenti virtuosi non sono mai di facile attuazione, così come non è mai facile modificare le proprie abitudini quotidiane: niente di male per carità, è un comportamento innato in tutti noi, bisogna solo avere la maturità di capire che un minuscolo sforzo a livello personale può tradursi in un grande miglioramento per la collettività.
A questo proposito spostiamoci in cucina, e pensiamo a quando usiamo l'olio per friggere: dai ammettiamolo, anche se ci siamo messi in testa di cucinare senza grassi un peccatuccio di gola in questo senso ogni tanto ci scappa, è normale. Ci gustiamo la nostra frittura e, finita la festa, ci accingiamo a lavare piatti e padelle unti e bisunti di olio. Una sgrossata nel lavandino e, per chi ce l'ha, tutto in lavastoviglie.

In tutto questo, DOVE FINISCE L'OLIO? 

Eh si. L'olio è a tutti gli effetti uno scarto al pari di tutto ciò che buttiamo nella raccolta differenziata. Solo che, a differenza di vetro, carta, plastica ecc. ecc., è molto ma molto più subdolo: una cartaccia buttata a terra salta subito all'occhio, mentre l'olio disperso nell'ambiente, a meno che sia presente in quantità industriale, è pressoché invisibile. Solo che i suoi effetti sono devastanti: tanto per cominciare, la sua presenza nelle acque che arrivano al depuratore affatica tantissimo l'impianto, costringendolo a spendere molta più energia per svolgere il suo compito. In più, la sua tendenza a galleggiare e a non mescolarsi (è più leggero dell'acqua, anche se di poco!!) lo porta a formare un velo sottilissimo, che ostacola l'ossigenazione dell'acqua sottostante creando seri problemi alla sopravvivenza di flora e fauna dei corsi d'acqua.

Voi direte: che danno potrà mai fare la piccola quantità di olio che uso per la mia frittura, o che viene dal mio barattolo di funghetti sott'olio?
Ecco, tanto per farvi un'idea: immaginatevi un'enorme vasca alta un metro, larga altrettanto, lunga 1 km e piena d'acqua fino all'orlo. Totale: 1 milione di litri. Tantissimo, vero? Eppure, è la quantità che viene inquinata da 1 litro d'olio. 1 litro contro 1 milione, è un rapporto esorbitante.

A questo punto, penso che alla maggior parte dei miei (pochi) lettori sia sorta una domanda: COSA POSSIAMO FARE? E' evidente infatti che non si può fare finta di niente, l'inquinamento da olio, ragionando anche solo in termini monetari, rischia di costare tantissimo al nostro portafoglio (i depuratori e le tasse sui rifiuti si devono pur pagare!!).

Ebbene, da questo punto di vista, bisogna ammettere che a livello di servizi pubblici siamo ancora un po' carenti: spesso infatti è il privato cittadino che deve muoversi di persona, cercare il centro/consorzio di raccolta più vicino, e portarvi l'olio che ha messo da parte man mano: un comportamento virtuoso che, per la pigrizia di cui sopra, non è così scontato che venga attuato. Pensando alla mia personale vita quotidiana, quando mi sono trasferito nel paese in cui vivo attualmente, e ho chiesto informazioni in Comune per la raccolta dell'olio esausto, la segretaria è letteralmente caduta dalle nuvole. Fortunatamente nel Comune di residenza dei miei genitori il servizio è disponibile, per cui basta organizzarsi: raccolgo l'olio a parte e, quando la mia bottiglia è piena, gliela lascio da smaltire insieme al resto. Tuttavia, conoscendo l'importanza della risorsa acqua, sarebbe bene che la politica e gli enti preposti si dessero una svegliata per portare la raccolta differenziata dell'olio ai livelli di quella degli altri materiali. Non è facile, il rifiuto olio è molto più difficile da trattare, si tratta pur sempre di composti chimici, e pure pericolosi nel caso dell'olio da frittura. Nell'attesa della svegliata di cui sopra, sta a noi cittadini comuni organizzarci: in fin dei conti, è per il nostro bene, per quello delle nostre tasche, per quello dei nostri figli e dell'ambiente in cui viviamo. Già questo dovrebbe bastare a zittire sul nascere ogni polemica sul "chi deve fare cosa".

Grazie per la lettura, a voi i commenti!!


lunedì 10 aprile 2017

SCASSONIO STRAROMPI ESISTE DAVVERO, ECCO LE PROVE

Innanzitutto, vi starete chiedendo: ma chi caspita è Scassonio Strarompi, di professione ragioniere? Domanda legittima, per carità, ed ecco la risposta: è un personaggio apparso una tantum in una storia di Paperinik, in cui il suddetto Scassonio (nomen omen), in vena di emulazione, inizia a stalkerare il supereroe in ogni modo, minacciando di pubblicare manifestini diffamatori se questi non gli consente di partecipare alle sue imprese. Un vero fissato insomma, che in barba alle più elementari regole del buonsenso finisce per creare situazioni tragicomiche ai danni del povero Paperinik.

Ecco, se personaggi così fossero confinati ai fumetti, potremmo solo riderne di gusto. Invece, ahinoi, il terribile Scassonio ha degli emuli in carne ed ossa. Uno di questi ha colpito duramente lo scorso settembre, udite udite, ad una marcia non competitiva organizzata in un parco da un'associazione di genitori in cui i protagonisti erano i BAMBINI, sì avete letto bene. Il fattaccio è avvenuto nel comune di Lallio (BG), ed ha avuto come protagonista loro malgrado i genitori dell'associazione di volontariato "A.Ge". 
Cosa è successo di tanto grave? I piccoli vandali hanno forse distrutto qualche aiuola pagata e mantenuta con i soldi del Comune? 

Ebbene no, il guaio lo hanno combinato le mamme che, vista l'altissima ed imprevista affluenza di partecipanti all'evento si sono rimboccate le maniche, ed hanno aiutato il gestore del chiosco a cui si erano rivolte a preparare e distribuire pane e marmellata per i bambini. Un gesto assolutamente naturale e spontaneo insomma, compiuto anche nell'interesse della buona riuscita della manifestazione. La cosa però non è sfuggita ad un consigliere di minoranza che ha assistito alla scena e, con civica solerzia, ha segnalato la cosa in Comune (insieme, va detto, ad altri abusi o presunti tali commessi da altri soggetti). Al che, a sentire il sindaco, il meccanismo burocratico non si poteva più fermare: in seguito alle indagini compiute dall'ufficio tecnico comunale, l'associazione è stata multata di 1032 euro perché le mamme volontarie non erano autorizzate a preparare e distribuire cibo e bevande, quello era esclusivo compito del gestore del chiosco. Chi fa volontariato ed è abituato a spaccare il centesimo per portare avanti le attività, sa benissimo che un episodio del genere rappresenta una vera e propria mazzata, morale e materiale.

Questa storia ha avuto un finale dolceamaro: la multa è stata confermata, ma cittadini comuni, altre associazioni, imprese ed esercizi locali hanno aiutato l'A.Ge. a raccogliere i soldi necessari per pagarla, dimostrando una volta di più che l'unione fa la forza.

In tutto questo mi chiedo: possibile che la burocrazia più perversa debba sempre e comunque avere la meglio ed ostacolare ogni iniziativa? Non fraintendiamo, io per primo sono favorevole alle regole ed al loro rispetto, altrimenti sarebbero guai seri. Tuttavia esiste un limite, rappresentato dal buonsenso, e che lo stesso sindaco di Lallio ha lasciato intendere: era proprio necessaria cotanta solerzia da parte del consigliere? Il gesto delle mamme, anche se "non autorizzato" a norma di legge, non recava danno ad alcuno, anzi, era un ulteriore esempio di cosa voglia dire fare volontariato ed adoperarsi per la migliore riuscita possibile degli eventi che si organizzano. Niente da fare purtroppo: dal punto di vista della mera applicazione della legge le mamme dell'A.Ge. hanno torto marcio, poco da dire, ma questo episodio sollecita una volta di più ad intervenire per semplificare la normativa ed evitare che le iniziative private e sostanzialmente innocue vengano soffocate sul nascere da una burocrazia ottusa e perversa, che non lascia spazio al buonsenso dei singoli. Una normativa a prova di Scassonio Strarompi. Diversamente, a forza di scoraggiare e mettere paura con pastoie legislative assurde, nessuno vorrà prendersi più l'impegno di organizzare alcunché, e tenderemo tutti a rifugiarci nei tranquilli confini del nostro orticello personale, senza curarci di ciò che accade intorno. Un inaridimento che, purtroppo, è già iniziato da un po' di tempo.

Ah a proposito: sapete che mestiere fa il consigliere comunale che ha dato inizio al tutto? Il ragioniere...


lunedì 6 marzo 2017

VIVA RE ARTU’!

Le ultime vicende politiche sono ben note a tutti o quasi: il PD, la principale forza politica a sinistra (nonostante Renzi) è andato in mille pezzi, dilaniato dalle correnti interne. A destra invece, non si riesce ad identificare un partito di riferimento, nonostante il continuo vociare di Meloni, Salvini e compagnia bella: Berlusconi non può più essere considerato un riferimento, l’NCD di Alfano è ufficialmente sciolto, e Alemanno ha appena fondato un nuovo movimento. L’unica forza politica di un certo peso (pur con tutte le sue contraddizioni e problematiche) attualmente è il M5S.

Ecco che allora, ad un gruppo di simpaticoni con tendenze a sinistra viene in mente di fondare un movimento politico in diretta TV, così, su due piedi, e di chiamarlo Arturo. L’operazione, condotta da Diego Bianchi e dai suoi colleghi durante la trasmissione Gazebo su Rai 3 è tutta basata sullo scherzo, ma intanto le pagine social e i circoli virtuali a sostegno di questo fantomatico movimento spuntano come funghi. Il tutto perfettamente in linea con la burla messa in piedi da Bianchi, “Makkox” Dambrosio e compagnia: nessun programma politico (al momento), tutto virtuale, eppure fans e followers si moltiplicano.

Solo che…a vedere la situazione politica attuale, quella di Arturo proprio tanto burla non è: a me che l’ho vissuto da ragazzino, sembra quasi di essere tornato indietro ai tempi di Mani Pulite, quando i partiti storici della Prima Repubblica furono spazzati via o molto ridimensionati da tutte le accuse di corruzione e reati assortiti che venivano contestate ai loro membri. Un vuoto politico colmato, a suo modo, da Silvio Berlusconi con la sua famosa “discesa in campo”, con tutte le conseguenze del caso. Ora la forza politica preponderante è quella del Movimento 5 stelle, e le varie correnti di destra come di sinistra dovranno per forza di cose trovare un punto di incontro se vorranno sperare di tenergli testa. Il tutto nel segno dell’italica tradizione in cui pur di vincere si va in giro con la ramazza a raccogliere i voti di chiunque, salvo poi fare i salti mortali pur di rimanere ben attaccati alla poltrona e far durare il governo.

A meno che naturalmente Arturo e i suoi fondatori non decidano di scendere davvero in campo a propria volta: in fin dei conti lo stesso M5S non è nato in maniera tanto diversa…in tal caso, io (e credo tanti altri) saprei finalmente con certezza chi votare. Bianchi & compagnia, proprio sicuri di non volerci fare un pensierino? Intanto seguirò con molto interesse le vostre primarie di fine aprile…

A voi i commenti!