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martedì 4 settembre 2018

COLPO GROSSO IN PIAZZA ALFIERI-considerazioni sul Palio 2018

Alzi la mano chi avrebbe scommesso sull'esito della Corsa del 2 settembre.



Se potessi rivolgere questa domanda a tutti i vari borghigiani e appassionati, vedrei pochissime mani alzate. Forse giusto quelle dei moncalvesi, e forse neanche tutte.

Io stesso non ci avrei scommesso un centesimo bucato, soprattutto a vedere l'esito delle batterie: con Torretta, San Martino-San Rocco e San Lazzaro eliminati, l'edizione 2018 sembrava cucita addosso a San Secondo, con Andrea Mari "Brio" e Bomario da Clodia. L'accoppiata sansecondina aveva pure avuto la fortuna di essere estratta in prima batteria. La sola Cattedrale (Dino Pes "Velluto" su Ribelle da Clodia) pareva essere in grado di dire la propria, mentre Tanaro (Sandro Gessa "Gessino" su Portorose) e Don Bosco (Giovanni Atzeni "Tittia" su Umatilla) avevano lo svantaggio dell'estrazione in seconda e terza batteria. E invece niente: tutti i pronostici sono finiti all'aria, travolti dalla corsa di Calliope da Clodia e da un ragazzo di 23 anni, Federico Arri, che ha tenuto fede al suo soprannome di "Guerriero" con un Palio gagliardo e combattuto fino all'ultimo metro. Prima ferma in batteria la rimonta disperata della Torretta poi, in finale, parte in testa (nonostante la posizione alta allo steccato) e respinge tutti gli attacchi da parte di accoppiate molto più quotate. 10 e lode a lui, alla cavalla e al Comitato Palio di Moncalvo, che ha colto il suo 5°successo.

Parlando dei piazzati:
Dino Pes "Velluto" (Cattedrale): batteria superata agevolmente, gestendo il cavallo. In finale parte in sordina, ma va in crescendo e si fa sotto negli ultimi metri, purtroppo per lui invano. Il digiuno della Cattedrale si allunga ancora...DIESEL.

Andrea Mari "Brio" (San Secondo): spadroneggia in prima batteria e, all'ingresso della finale, la vittoria pare solo una formalità vista l'assenza di quasi tutti i favoriti della vigilia. Il verdetto della pista è ben diverso, e gli va pure bene che il rivale Tanaro cede di schianto, altrimenti...SORPRESO.

Giovanni Atzeni "Tittìa" (Don Bosco): ha la sfiga di essere estratto in terza batteria (dominata), pessimo punto di partenza se hai ambizioni di vincere. In finale parte a razzo insidiando la prima posizione di Moncalvo, ma dura poco. SFORTUNATO.

Alessandro Cersosimo "Nando" (Nizza M.to): dimostra grande freddezza in batteria respingendo gli attacchi di S. Pietro (Carlo Sanna "Brigante" su Spartaco da Clodia) e Baldichieri (Mattia Chiavassa "Geronimo" su Unico de Aighenta) e strappando il terzo posto. In finale parte piano, ma recupera e risale fino al 5°posto. CONFERMA.

Andrea Chessa "Nappa II" (Montechiaro): finalmente!! Supera senza problemi la batteria, in finale riesce addirittura a girare secondo al Cavallone, ma Uan King non ha il passo degli altri e ben presto finisce risucchiato nel gruppo. IN CRESCITA.

Bastiano Sini "Bastoncino" (San Silvestro): esordire in una pista come Asti è sempre complicato, per fantini e cavalli. L'accoppiata oro-argento supera la batteria eliminatoria senza patemi, mentre in finale parte dietro e si limita a stare lontano dai guai. SORPRESA.

Antonio Siri "Amsicora" (San Damiano): dopo la delusione dell'anno scorso, supera la terza batteria eliminatoria con una corsa tutta cuore, bruciando il favorito San Lazzaro proprio sul bandierino d'arrivo. In finale probabilmente paga lo sforzo sostenuto e si limita ad un ruolo da comparsa. CAPARBIO.

Sandro Gessa "Gessino" (Tanaro): nel caos alla mossa della seconda batteria rischia grosso andando a terra, ma si riprende e vince agevolmente. In finale riesce anche a passare in testa per alcuni istanti, ma al Cavallone va largo e Federico Arri lo ripassa. Di lì in poi, il cavallo Ultimo Baio finisce la benzina e precipita in ultima posizione. Per sua fortuna, il rivale San Secondo non trova lo spunto per andare a vincere. FUOCO DI PAGLIA.


Due parole anche sugli eliminati in batteria:



Valter Pusceddu "Bighino" (Torretta N.S.L.): a vedere l'andamento della batteria, in Corso Torino possono solo mangiarsi le mani. Il cavallo Tiepolo era in formissima, e l'ha dimostrato quando, dopo una partenza disastrosa, ha rimontato fino ad insidiare il terzo posto di Moncalvo. Inutilmente, perché Arri gli ha chiuso tutti i varchi. OCCASIONE BUTTATA.


Giuseppe Zedde "Gingillo" (San Lazzaro S.D.S.): infilato da San Silvestro, mantiene il terzo posto fin quasi alla fine, quando San Damiano lo brucia proprio sull'arrivo eliminandolo dal Palio. L'appuntamento col 5°successo e con la doppietta personale è rimandato. SVERNICIATO.

Francesco Caria "Tremendo" (San Martino-San Rocco): Preziosa Penelope non sembra in giornata, parte male e non sembra avere lo spunto giusto. La corsa di Tremendo finisce con una caduta al primo Cavallone, (forse con la complicità della Torretta), mentre la cavalla non rimonta. TARPATO.


Carlo Sanna "Brigante" (San Pietro): ancora una delusione per Sanna, che non riesce a trovare il varco giusto per passare Cersosimo in prima batteria. Non gli mancheranno le occasioni per rifarsi. RIMANDATO.


Mattia Chiavassa "Geronimo" (Baldichieri): cerca di far dimenticare il suo esordio col botto di 4 anni fa e diciamo che ci riesce anche, ultimando i 3 giri della batteria. Come Sanna, gli manca lo spunto per passare Nizza ed entrare in finale. BUONA LA PROSSIMA.


Famiglia Bruschelli: Asti non è cosa loro. Mai in corsa per la finale, né il figlio Enrico "Bellocchio" (San Paolo), né il papà Luigi "Trecciolino" (Santa Maria Nuova). In più Bruschelli Senior paga un tentativo di forzatura con un brutto ruzzolone al canapo, per fortuna senza conseguenze per nessuno. Per il resto, il nulla. EVANESCENTI.

Donato Calvaccio "Il Musico" (Castell'Alfero): dispiace davvero vedere uno dei 2 fantini astigiani in gara faticare in quel modo mentre l'altro trionfa. Quasi sempre fuori posto al canapo, si becca gli improperi del mossiere, e in gara non riesce mai a lottare per le posizioni che contano, probabilmente il cavallo che aveva non gli permetteva di più. Un vero peccato. VERRANNO TEMPI MIGLIORI.

Simone Mereu "Deciso" (Santa Caterina): per il secondo anno consecutivo Mereu si becca una retrocessione in seconda fila per la pericolosità del cavallo. In piazza Alfieri, questo equivale ad una eliminazione praticamente certa se non hai un soggetto nettamente superiore agli altri, ed è esattamente ciò che avviene. NON VALUTABILE.

Alessio Migheli "Girolamo" (Viatosto): torna ad Asti, e viene retrocesso in seconda fila. Vedi Mereu.

Massimo Columbu "Veleno II" (Canelli): si ripresenta con il cavallo dell'anno scorso, ma stavolta non gli riesce l'impresa e rimedia l'eliminazione. ALTI E BASSI.

Alessandro Chiti "Voragine" (San Marzanotto): ritorna ad Asti dopo aver saltato il Palio 2017 per infortunio, ma credo se ne siano accorti in pochi. Pensare che il Borgo oro-blu l'aveva fatto tornare strappandolo a San Silvestro dopo aver appiedato Andrea Farris...CHI L'HA VISTO?

Infine, il mossiere Renato Bircolotti:

il suo dovere è quello di dare una mossa il più possibile valida, ben sapendo che quella perfetta è praticamente impossibile. Quando vede che le cose vanno per le lunghe, giustamente convalida la partenza anche con le posizioni scambiate. Quelli, in fin dei conti, sono problemi dei fantini. OK le sanzioni in prima batteria, la sicurezza prima di tutto. Così così la mossa della finale, con due cavalli arretrati, ma quello probabilmente è dipeso dalla diretta RAI, sfumata come al solito. MEGLIO 1 BIRCOLOTTI CHE 100 MATTEUCCI.

Siete d'accordo? Non siete d'accordo?

A voi i commenti!!



giovedì 4 gennaio 2018

DALLA PARTE SBAGLIATA...O NO?

Siamo a cavallo tra il XV e il XVI secolo: in Italia, ben lungi dall'essere uno stato unitario, Francia e Spagna si contendono il controllo del territorio fino ad arrivare, nel 1501, alla conquista ed alla spartizione del Regno di Napoli. Come spesso accadeva, la tregua tra le due super potenze durò poco e, appena un anno e mezzo più tardi, francesi e spagnoli ricominciarono a scontrarsi per il possesso di alcuni territori contesi del defunto regno napoletano. E' in questa cornice che avvenne il duello passato alla storia come "Disfida di Barletta".

La storia la conosciamo più o meno tutti: un ufficiale francese prigioniero degli spagnoli, Guy la Motte, durante un banchetto accusò i soldati italiani (che militavano nelle fila spagnole) di codardia e di scarso valore. Gli spagnoli, temendo che si innescasse una sfida che avrebbe portato al ferimento e alla perdita di truppe, cercarono in tutti i modi di dissuadere il la Motte, o almeno di fargli correggere il tiro. Non ci fu nulla da fare, il francese ribadì più volte il suo pensiero, lo scontro per lavare l'onta era inevitabile. Si stabilì perciò che 13 cavalieri francesi avrebbero affrontato 13 italiani in duello, nella piana tra Andria e Corato. Lo scontro fu pianificato nei minimi dettagli: cavalli ed armi degli sconfitti sarebbero stati bottino dei vincitori, più un riscatto di cento ducati per ogni cavaliere sconfitto. In più, si stabilì che qualunque cavaliere uscito dal campo di gara fosse da considerare fuori combattimento, e quindi sconfitto.


Francobollo commemorativo della Disfida di Barletta, emesso in occasione del 5° centenario
L'esito della sfida, come sappiamo, fu favorevole agli italiani che, guidati dal condottiero Ettore Fieramosca, fecero rimangiare al la Motte ogni singola parola: i francesi, talmente sicuri di vincere da non portarsi dietro i soldi del riscatto, furono presi tutti prigionieri e condotti a Barletta in catene.

Di loro si sa poco, giusto i nomi, e poco altro. Tra di loro però, ce ne fu uno che acquisì, suo malgrado, una nomea che dura ancora oggi: quella del mercenario e del traditore. Il suo nome era Claude Grajan d'Aste, italianizzato in Grajano d'Asti.

Paolo Giovio, vescovo e storico vissuto al tempo della Disfida (aveva 20 anni quando avvenne), narra che Grajano (Graziano? Grand Jean?) era "nato in Aste, colonia d'Italia", e che "poco onoratamente, se non a torto, aveva preso l'armi per la gloria d'una nazione straniera contra l'onor di patria".  Tre secoli dopo, fu il turno del poliedrico artista Massimo d'Azeglio che, nel suo Ettore Fieramosca, definisce senza mezzi termini Grajano come "di que' tali che ne vanno dieci per uscio, né bello né brutto, né buono né cattivo; assai buon soldato bensì, ma che avrebbe servito il Turco se meglio lo avesse pagato". Dal romanzo del d'Azeglio sono poi stati tratti tre film, in cui il cavaliere franco-astigiano è sempre, invariabilmente rappresentato come un traditore, contrapposto alla forza e al valore di Fieramosca e compagni, fulgido esempio di italianità.

Già...l'italianità, l'amor di Patria...che all'epoca della Disfida non esisteva. Come ben sappiamo, infatti, l'Italia come nazione esiste dal 17 marzo 1861. Prima, per dirla con le parole di Metternich, "Italia" era una semplice espressione geografica. 



Ragionando in termini concreti, militarmente la Disfida fu un episodio tutto sommato secondario nel teatro della seconda guerra italiana (1499-1504). Il conflitto sancì la spartizione della penisola tra Francia e Spagna, e il valore della Disfida fu più che altro simbolico: la vittoria contribuì a dare lustro ai combattenti italiani, che si guadagnarono così il rispetto e la stima dei cavalieri stranieri, soprattutto francesi. In epoca fascista, poi, la Disfida di Barletta fu declinata in chiave patriottica (e completamente anti-storica).

In tutto questo, il povero Grajano fu doppiamente sfortunato: non solo passò alla storia come traditore ma, come riporta il Giovio, fu l'unico dei contendenti a morire sul terreno dello scontro, per una grave ferita alla testa.


Ebbene, prendendo per buona l'origine astigiana di Grajano, dopo 5 secoli, sarebbe ora di raccontare la verità: Grajano d'Asti non era un traditore. Non lo fu mai. 



Chi ha esaltato l'italica virtù di Fieramosca e compagni, contrapposta al presunto tradimento di Grajano, ha dimenticato a bella posta un dettaglio fondamentale: Asti, nel 1503, era territorio francese e tale rimase, tra alterne vicende, fino al 1525 (sconfitta francese nella battaglia di Pavia).

Proprio così: Asti, persa la sua indipendenza nel 1342, fu portata in dote dalla Principessa Valentina Visconti al matrimonio con Luigi di Valois, celebrato nel 1389. Luigi (assassinato nel 1407) era il nonno paterno del re di Francia Luigi XII, regnante all'epoca della Disfida. Per cui, che Grajano fosse astigiano di famiglia, o fosse figlio di immigrati francesi, magari di estrazione militare, poco importa: da suddito del re di Francia, combatté e morì (logicamente) per i francesi. 

Altro che tradimento. Quella di Grajano fu solo sfortuna nera. Il classico caso in cui ci si trova al posto sbagliato, nel momento sbagliato. Purtroppo, nel sentire comune, la sua figura è rimasta associata all'archetipo del mercenario, e a poco finora sono valse le voci contrarie, sebbene autorevoli. A partire da quella dello storico pugliese Giuseppe Petraglione che, già negli anni '30-'40, aveva ampiamente smontato la tesi del Grajano mercenario e traditore, collocandolo nel giusto contesto storico.


Cosa si può fare? Magari parlarne, come ho appena cercato di fare. In fin dei conti, da astigiani, sarebbe doveroso cercare di cancellare il marchio del traditore dal nome di questo nostro concittadino, che il 13 febbraio 1503, nella piana tra Andria e Corato, fece semplicemente il suo dovere di astigiano e suddito francese.

A voi i commenti!!

domenica 17 settembre 2017

CONSIDERAZIONI POST PALIO DI ASTI 2017

E' andata, finalmente. L'edizione del cinquantenario della ripresa del Palio di Asti si è conclusa poco fa, con la vittoria del Borgo San Lazzaro (sesto successo "moderno"). Prima di passare alle considerazioni sulla corsa, voglio fare veramente i complimenti, a tutti, per la sfilata: bella, bella e ancora BELLA!! Lascio ad altri più esperti e competenti di me eventuali appunti storico-filologici che sicuramente ci saranno, io personalmente ne sono rimasto incantato, complimenti a San Paolo, vincitore del premio sfilata, ma anche a tutti gli altri.

Venendo alla corsa, c'erano tante incognite legate ai cavalli mezzosangue, alla loro velocità, e alla loro tenuta sulla doppia distanza della gara. Era praticamente impossibile stabilire a priori un favorito, la presenza dei "bomboloni" senesi Polonski (San Silvestro) e Preziosa Penelope (San Martino-San Rocco) non era un'automatica garanzia di vittoria...e alla fine l'ha spuntata il Borgo San Lazzaro con Giuseppe Zedde "Gingillo"(quarto successo personale ad Asti) e il cavallo Bomario da Clodia. Gingillo dal canto suo ha colto l'ultima occasione dell'anno per riscattare un periodo di magra, e l'ha fatto rintuzzando in finale gli attacchi prima di Valter Pusceddu "Bighino" (Torretta) e poi di Francesco Caria "Tremendo" (San Martino-San Rocco). Tutti gli altri finalisti bene o male sono stati delle comparse, il Palio è stato una questione privata tra questi 3.

Riguardo ai piazzati, bravo Bighino, che arrivava dalla terza batteria, e quindi è stato sicuramente penalizzato dal tempo di recupero ridotto in ottica finale. Un po' meno bravo Tremendo che, con una partenza appena migliore, avrebbe potuto duellare con Gingillo fin da subito invece di farsi sotto all'ultimo giro. Non pervenuto Giovanni Atzeni "Tittìa" (Don Bosco) quarto all'arrivo, molto probabilmente per problemi di recupero (veniva anche lui dalla terza batteria). Idem Dino Pes "Velluto", quinto, e penalizzato in partenza dopo una batteria capolavoro, con tanto di qualificazione in rimonta. Bravo Massimo Columbu "Veleno II" per Canelli (6°), non è frequente trovare gli spumantieri in finale. Bravissimo il debuttante Cersosimo per Nizza, settimo in finale dopo aver difeso con le unghie il terzo posto in batteria dagli attacchi di Sandro Gessa "Gessino" (Tanaro). Bravo anche Federico Arri "Guerriero", ottavo per Moncalvo, che si conferma ad alti livelli. Sfortunato invece Alberto Ricceri "Salasso" che, retrocesso inspiegabilmente in seconda fila alla mossa della finale, conclude il suo Palio al pronto soccorso dopo una caduta al Cavallone, dovuta probabilmente ad un disperato tentativo di rimonta (il cavallo ha proseguito la corsa giungendo 9° e ultimo).

Due parole anche su alcuni esclusi dalla finale: sfortunatissimo Martin Ballesteros "Pampero" (Santa Maria Nuova), la cui corsa finisce già alla mossa della batteria perché il cavallo inciampa nel canapo in caduta rovinando a terra (senza conseguenze fisiche per nessuno). Pesantemente penalizzati Andrea Farris "Sentenza" (San Marzanotto) e Antonio Siri "Amsicora" (San Damiano), lasciati surplace alla partenza della prima e della seconda batteria. Prestazione opaca per Carlo Sanna "Brigante" (San Pietro), che ha la sfortuna di capitare in una batteria, la terza, piena di favoriti come lui per la vittoria finale. Purtroppo in finale ci vanno solo in tre per volta, qualcuno deve star fuori, ed è toccato a lui. Bravo invece a Simone Mereu "Deciso" (Baldichieri) che, nonostante la retrocessione in seconda fila (il cavallo scalciava), rimonta e sfiora la qualificazione in finale arrivando quarto, peccato...

Infine, il mossiere Giancarlo Matteucci...

L'unica nota stonata della giornata odierna: convalida le partenze della prima e della seconda batteria, entrambe con un cavallo girato, senza nemmeno avvisare o minacciare sanzioni. Nella terza i fantini praticamente si autogestiscono, forse abbassa il canapo un attimo in ritardo e Santa Maria Nuova vola giù. In finale retrocede San Secondo in seconda fila, apparentemente solo per un cambio di posizione, e lascia al palo Cattedrale. Azzecca solo la sanzione ad Andrea Chessa "Nappa II" (Montechiaro, brutta forzatura del canapo) e la retrocessione di Mereu in seconda fila.

In una parola, INCAPACE. Si spera che durante l'inverno paliesco, che comincia adesso, chi di dovere prenda le giuste decisioni e ci tolga dalle scatole un personaggio simile per l'anno prossimo.

A voi i commenti!!



venerdì 8 settembre 2017

SI CORRE IL PALIO!! FACCIAMO LE CARTE ALLA CORSA DEL 2017...

Dopo un infinito tira e molla, finalmente è arrivata l'ufficialità da Roma: da quest'anno, il Palio di Asti si correrà con cavalli mezzo-sangue, ossia incroci tra purosangue inglesi ed arabi. Questa decisione interrompe così la tradizione (piuttosto recente a dire il vero, dato che risale alla ripresa del 1967) di correre con i purosangue inglesi. Perciò, se il Palio già di suo è più incerto che mai, questo cambiamento rischia di mescolare ancora di più le carte, e chissà che qualche outsider tra i 21 concorrenti non peschi un clamoroso jolly alla faccia dei pronostici, miei e altrui.

Ecco qui le mie previsioni sul comportamento dei 21 contendenti in gara:


Affresco di Ottavio Baussano, raffigurante il "Palio alla lunga" (fonte: Wikipedia)
COMUNE DI NIZZA MONFERRATO-FANTINO ALESSANDRO CERSOSIMO

La vittoria del 2016 è stata cercata e voluta fino all'ultimo metro. Per il 2017 è quasi scontato un Palio di transizione, utile a far crescere il debuttante Cersosimo, "eredità" di Tittìa di cui è allievo. Se poi i due si trovassero in finale o nella stessa batteria, non è da escludere una collaborazione pro Don Bosco. Ricordiamoci sempre che si parla di Palio...


BORGO SAN LAZZARO S.D.S.-FANTINO GIUSEPPE ZEDDE "GINGILLO"

La fortuna bisogna meritarsela: l'anno scorso Gingillo aveva la vittoria in pugno dopo l'ultimo Cavallone, ma ha trovato sulla sua strada chi aveva molta più grinta e benzina di lui e del suo cavallo. Ora è chiamato ad una bella prestazione, anche per riscattare un periodo un po' opaco. Con i giallo-verdi di San Lazzaro ha sempre ben figurato, vedremo...


BORGO SANTA MARIA NUOVA-FANTINO MARTIN BALLESTEROS "PAMPERO"

La carta d'identità dice 51 anni a novembre, ma il Pampero se ne frega e continua a correre con la grinta e la fame di un ventenne. Chissà che non abbia una dedica speciale in serbo, visto che è da poco diventato papà. Dal canto suo la commissione corsa della Signora del Palio raramente sbaglia, guai a sottovalutarla. La sensazione è che San Pietro e San Silvestro, rivali dei rosazzurri, dovranno impegnarsi parecchio...


RIONE CATTEDRALE-FANTINO DINO PES "VELLUTO"

L'epilogo del Palio 2016 grida ancora vendetta a distanza di un anno. Velluto lo ha perso per colpe non sue, ha un credito immenso con la fortuna, e sicuramente vorrà passare all'incasso. Con lui c'è un Rione altrettanto incarognito ed affamato di vittoria, che insegue da troppo tempo (Quest'anno, per la cronaca, sono 40 anni tondi tondi!!).


BORGO TANARO TRINCERE TORRAZZO-FANTINO SANDRO GESSA "GESSINO"

L'anno scorso Tanaro ha portato a casa un'onesta coccarda. Quest'anno potrebbe anche ambire a qualcosina di più. Chissà che il neo sindaco, ex rettore tanarino nonché partitante storico ed appassionato del Borgo possa rivelarsi un portafortuna.

COMUNE DI BALDICHIERI-FANTINO SIMONE MEREU

Obiettivo minimo centrare la finale, poi, chissà...Intanto Mereu, zitto zitto, quest'anno ha già sbancato Ferrara e Mordano, dimostrando di meritare molta, ma molta più considerazione di quella che ha avuto finora. In Val Triversa aspettano ancora di festeggiare la prima vittoria "moderna", quindi occhio alle sorprese. Possibile mina vagante.


BORGO DON BOSCO-FANTINO GIOVANNI ATZENI "TITTIA"

L'ingaggio di Tittìa è una chiarissima dichiarazione d'intenti: su al Fontanino puntano al bersaglio grosso (come già nel 2016 del resto), in fondo sono passati 21 anni dall'ultima volta...in più Tittìa quest'anno è rimasto a bocca asciutta, Palio di Legnano a parte. Serve altro?


COMUNE DI MONCALVO-FANTINO FEDERICO ARRI "GUERRIERO"

Arri è sicuramente uno dei giovani più interessanti in circolazione, e a Moncalvo pare aver trovato l'ambiente giusto per crescere. L'anno scorso ha centrato la finale, quest'anno come minimo punta a ripetersi.


COMUNE DI SAN DAMIANO-FANTINO ANTONIO SIRI "AMSICORA"

L'anno scorso San Damiano si è portato a casa l'acciuga dell'ultimo posto, quest'anno sarebbe lecito aspettarsi di più. Siri (ex allievo di Massimo Coghe), dal canto suo, è chiamato ad un salto di qualità. La costanza di rendimento non gli manca, le capacità nemmeno.

COMUNE DI CASTELL'ALFERO-FANTINO DONATO CALVACCIO "IL MUSICO"

Sono anni che Calvaccio sgomita per un ingaggio in quella che sarebbe casa sua a tutti gli effetti, il Palio di Asti, nonostante le capacità ci siano e siano state dimostrate: purtroppo la preponderanza di fantini toscani e sardi non aiuta in questo senso. A lui il compito di riportare Castell'Alfero in finale dopo 6 anni, poi, quello che verrà in più, sarà tanto di guadagnato.

BORGO VIATOSTO-FANTINO ANDREA MARI "BRIO"

A Viatosto dimostrano di pensare in grande ingaggiando un fantino di primo piano ma che, ad Asti, ha sempre avuto un rendimento un po' altalenante. Sicuramente la mancanza di successi nel 2017 sarà un'ottima motivazione per Brio ma i rivali di Don Bosco, come abbiamo visto, non sono da meno. EDIT 16/09: Notizia arrivata in mattinata, Andrea Mari "Brio" NON CORRERA' IL PALIO DI ASTI 2017: sorpresa, proprio alla vigilia della Corsa: Viatosto correrà con Salvo Vicino, 25 anni, debuttante ad Asti ed allievo di Tonino Cossu "Cittino". Sorpresa sì, ma fino ad un certo punto: molto probabilmente (si possono fare solo ipotesi al momento) questa sostituzione nasce dalla bocciatura alle previsite del cavallo Quantu Alese, presentato in prima battuta. Al suo posto è stata presentata con successo la cavalla Serbona, su cui Brio ha comunque corso le prove del venerdì. Ora, al suo posto, c'è appunto un debuttante che, con Serbona, ha già corso e vinto la primavera scorsa a Pian delle Fornaci. Da una parte l'affiatamento tra cavallo e fantino è garantito, dall'altra il debutto su un tracciato difficile e con i rivali giallo-blu favoriti, potrebbe rivelarsi complicato...

COMUNE DI CANELLI-FANTINO MASSIMO COLUMBU "VELENO II"

Il Veleno di Gubbio torna a vestire la casacca degli spumantieri, con cui prosegue il buon feeling. La speranza è quella di accedere in finale con i mezzi a disposizione. Se poi ci fosse un avversario in particolare da marcare stretto, di certo non si tirerà indietro. Anche questo è Palio, dopotutto.

BORGO SAN MARZANOTTO-FANTINO ANDREA FARRIS "SENTENZA"

Un fantino in cerca di buoni risultati (finora un quinto posto su 4 partecipazioni in Piazza Alfieri), per un Borgo ancora a digiuno di vittorie. A San Marzanotto sono soliti instaurare lunghi rapporti di collaborazione con i fantini, vedi Bandini, Todde e Chiti: vedremo se Sentenza riuscirà a far meglio di loro.

RIONE SANTA CATERINA-FANTINO SEBASTIANO MURTAS "GRANDINE"

Quando esordì con Cattedrale (era il 2011) Murtas fece sgranare gli occhi a tutti, idem nei 2-3 anni successivi, sia ad Asti che in giro per l'Italia. Poi, sul più bello, un periodo di appannamento. Fisiologico, per carità. L'anno scorso (sempre con Santa Caterina) non è andata bene, quest'anno Grandine e i rosso-celesti avranno una gran voglia di riscatto. Occhio però alla rivale Torretta...


RIONE SAN MARTINO SAN ROCCO-FANTINO FRANCESCO CARIA "TREMENDO"

Alti e bassi per Caria nella sua carriera astigiana, un terzo posto (che grida vendetta, ma questa è un'altra storia :p) come miglior risultato. Così come per il rione biancoverde che, dopo la vittoria del 2012, tra sfighe varie e prestazioni non all'altezza non ha più centrato la finale. Quest'anno Tremendo ha vinto a Piancastagnaio dopo qualche anno senza successi di rilievo. Come si dice, l'appetito vien mangiando...


BORGO TORRETTA N.S.L.-FANTINO VALTER PUSCEDDU "BIGHINO"

Diciamolo: il Palio della Torretta è stata una delle più grosse sorprese in negativo della Corsa del 2016. Tutti si aspettavano l'accoppiata Bighino-Genarmoly tra i protagonisti, e invece è arrivata la più classica delle eliminazioni in batteria. Il sodalizio tra Pusceddu e il Borgo di Corso Torino prosegue anche per quest'anno, e si presume che le ambizioni siano alte. Occhio all'eventuale duello con Santa Caterina, possibili scintille in vista, ma anche ad un possibile incrocio con San Paolo, visti i fattacci di Legnano con Andrea Coghe co-protagonista.

RIONE SAN PAOLO-FANTINO ANDREA COGHE "TEMPESTA"

Dura la vita dei figli d'arte, soprattutto se si porta il cognome di Massimino II (cinque successi ad Asti, tre a Siena, e molti altri sparsi in ogni dove). Eppure Coghe jr. in questi anni ha dimostrato di potersi ritagliare uno spazio più che dignitoso, coronando la sua crescita con il debutto a Siena a luglio 2017. Ora è nel rione in cui suo papà ha lasciato ottimi ricordi pur senza vincere, e potrebbe trovare l'ambiente giusto per fare qualcosa di importante...da tenere d'occhio.


BORGO SAN PIETRO-FANTINO CARLO SANNA "BRIGANTE"

La sorpresa del 2017: dopo il capolavoro al Palio dell'Assunta, le quotazioni di Sanna sono in netto rialzo per la gioia dei rosso-verdi, che non vincono ormai da 34 anni. Finora il suo feeling con Piazza Alfieri non è stato granché (2 eliminazioni su 2), ma "Brigante" in questo senso ha parecchie attenuanti (tra cui quella di essere subentrato all'infortunato "Bucefalo" il giorno stesso della corsa!). Questa potrebbe essere l'occasione giusta per invertire la tendenza e puntare in alto, ma la rivale Santa Maria Nuova potrebbe non essere d'accordo...

RIONE SAN SILVESTRO-FANTINO LUIGI BRUSCHELLI "TRECCIOLINO II"

Colpo di scena: dopo l'infortunio di Alessandro Chiti "Voragine" al Palio di Montagnana (frattura di tibia e perone...auguri per una pronta guarigione NDR) il Rione oro-argento si affida nientemeno che a Trecciolino II, pezzo da 90 del Palio di Siena, ma a cui gli altri Palii, storicamente, sono sempre risultati un po' indigesti: vuoi per scarso feeling con la pista, vuoi per questioni politico-strategiche, in cui è maestro. La sua ultima presenza in Piazza Alfieri (per Tanaro) è ricordata per una brutta caduta in batteria con conseguente corsa al pronto soccorso, vedremo cosa si inventerà per questo ingaggio last-minute. La presenza di suo figlio Enrico a San Secondo può far pensare ad una collaborazione tra i due rioni, magari nell'ottica di un eventuale scontro con Tanaro, oppure, chissà...EDIT 11/09: Notizia arrivata in serata, Enrico Bruschelli "Bellocchio" NON CORRERA' IL PALIO DI ASTI 2017

RIONE SAN SECONDO-FANTINO ENRICO BRUSCHELLI "BELLOCCHIO"

Per Bellocchio vale un discorso analogo a quello fatto per Andrea Coghe: con un cognome così, è difficile scollarsi di dosso l'etichetta di raccomandato, soprattutto se tuo padre si chiama Luigi Bruschelli ed è uno dei fantini più vincenti di sempre a Siena. Finora ha corso un po' sottotraccia ma è giovane, il tempo è dalla sua parte, e se a San Secondo gli hanno rinnovato la fiducia vuol dire che hanno visto in lui le giuste qualità per emergere. Se poi dovesse far saltare il banco contro ogni pronostico, non voglio perdermi la faccia del sindaco Rasero, tanarino sfegatato, che deve consegnare il drappo agli eterni e odiati rivali...EDIT 11/09: Notizia arrivata in serata, Enrico Bruschelli "Bellocchio" NON CORRERA' IL PALIO DI ASTI 2017: Il Palio di Asti perde per infortunio un protagonista annunciato: Enrico Bruschelli "Bellocchio" non è al meglio dopo il brutto incidente al Palio di Castel del Piano (GR), pertanto il Rione San Secondo ha ingaggiato Alberto Ricceri "Salasso". Un fantino tutto cuore, irruento, generoso. A volte pure troppo, tanto che in Piazza Alfieri sono più le cadute e le eliminazioni in batteria che ha subìto, che non i risultati di rilievo. A proposito, Ricceri ha già vissuto una situazione analoga nel 2011, quando Tanaro lo ingaggiò per sostituire all'ultimo momento Gianluca Fais, infortunatosi in prova: arrivò secondo, miglior risultato per lui ad Asti finora. Vorrà dire qualcosa?

COMUNE DI MONTECHIARO-FANTINO ANDREA CHESSA "NAPPA II"

Poca fortuna finora per Chessa ad Asti: 6 eliminazioni in batteria (di cui una arrivata per infortunio al cavallo prima della mossa) su 6 partecipazioni. Le sue quotazioni tuttavia sono in ascesa dopo le vittorie di quest'anno ai Palii di Bientina e Bomarzo. Vedremo se riuscirà a lasciare il segno anche in Piazza Alfieri, una qualificazione in finale tanto per cominciare non sarebbe male.

E PER FINIRE...ALCUNE PILLOLE STATISTICHE

Quest'anno ricorre il 50°anniversario della ripresa del Palio di Asti. Ecco alcune statistiche, tanto per ripassare un po'

Edizioni "decennali", cosa è successo?
  • 1977: per iniziativa del Borgo Santa Maria Nuova nasce il "Paliotto", competizione tra i gruppi di sbandieratori e musici dei vari sodalizi partecipanti al Palio. Tragico incidente al traguardo della batteria eliminatoria, muore Kim, cavallo di Tanaro. Tra squalifiche, infortuni, e ritiri per protesta, la finale si corre di fatto a 2 cavalli: prima vittoria per Cattedrale che ha la meglio su Costigliole.
  • 1987: ultima edizione corsa in Piazza Campo del Palio. Massimo Coghe "Massimino II" vince al debutto per San Lazzaro (prima vittoria anche per il Borgo giallo-verde). Esordisce per Nizza Maurizio Farnetani "Bucefalo" (eliminato in batteria).
  • 1997: il mondo del Palio ricorda Alex Pelissero "Osso", fantino astigiano scomparso in un incidente stradale ad aprile. Prima (contestatissima) vittoria per Castell'Alfero e per Claudio Bandini "Leone", prima doppietta Palio-Paliotto (risultato eguagliato al momento solo da San Lazzaro nel 2008) e prima (al momento unica) vittoria di un Comune al Paliotto.
  • 2007: il noto cantautore astigiano Paolo Conte è il Maestro del Palio. In occasione del quarantennale della ripresa, vengono fatti sfilare nel corteo storico tutti i Sendalli delle edizioni precedenti. La corsa è vinta in maniera rocambolesca da Blue Girl (Impera), cavalla scossa di San Secondo, dopo che lo scosso di Don Bosco si è parato davanti ai battistrada di San Martino-San Rocco e Cattedrale all'ingresso della penultima curva.
I sodalizi più vincenti: San Lazzaro, Santa Maria Nuova, San Paolo (5 successi ciascuno)

Non hanno ancora vinto in Piazza Alfieri: Viatosto, San Pietro, Canelli, Cattedrale, Montechiaro, Baldichieri, San Marzanotto. Gli ultimi due in particolare attendono ancora la prima vittoria "moderna".

Fantini vincenti, in campo e non: tra i fantini in campo nel 2017, i più vincenti ad Asti sono Zedde e Atzeni, con 3 successi ciascuno. Seguono Ballesteros a 2, Mari e Pusceddu a 1. In epoca moderna, il record di Palii vinti spetta a Maurizio Farnetani "Bucefalo", con 8 successi (di cui 3 consecutivi, unico finora dalla ripresa a fare tripletta). Segue Massimo Coghe "Massimino II" con 5. Il record assoluto di Antonio Ranco "Tognino" (21 vittorie accertate nel XVIII secolo) è probabilmente destinato a rimanere per sempre imbattuto. Altri tempi, altro Palio...

Il fantino più anziano in campo: Martin Ballesteros "Pampero", 51 anni il prossimo novembre, che vanta anche il maggior numero di partecipazioni (25) e di finali corse (18)

Il fantino più giovane in campo: Alessandro Cersosimo, 20 anni, debuttante per Nizza Monferrato.

Vincere è difficile, ri-vincere subito è molto difficile, farlo cambiando giubba è praticamente impossibile: ebbene si, non me ne vogliano quelli di Don Bosco, ma praticamente tutti i fantini che hanno cambiato casacca dopo una vittoria non sono riusciti a ripetersi l'anno successivo. Unica eccezione, al momento, Maurizio Farnetani "Bucefalo", vincitore nel 1990 con Tanaro dopo la doppietta ottenuta con Moncalvo. Vittoria ottenuta, tra l'altro, dal cavallo scosso Phantasm.

Che dire...se non vi siete addormentati e siete riusciti a leggere fin qua...buon Palio di Asti e che San Secondo ci assista.

venerdì 1 settembre 2017

AMOR DI PALIO-parte 2

Parte 2: vince chi corre...meglio

Nel capitolo precedente (clicca qui per leggere), avevo chiuso accennando alla "degenerazione" che può verificarsi nella passione per il Palio. Non mi riferisco all'affrontarsi a muso duro con i borghigiani avversari, quello (entro certi limiti) fa ancora parte del gioco...ciò di cui parlo, invece, consiste nell'attaccamento morboso al proprio ego che, a volte, tende perfino a superare quello che si ha nei confronti del proprio borgo, o del Palio stesso. 

Eh sì, in ogni settore capita spesso che ci siano una o più persone che magari lavorano e pure tanto, ma lo fanno all'esclusivo scopo di mettersi in mostra, di soddisfare il proprio ego...attirandosi così le antipatie di tutti. Se poi in ballo c'è un ruolo da protagonista all'interno del corteo storico, magari con un bel vestito da gran dama...si salvi chi può!! 

Questo è solo un esempio naturalmente (non me ne vogliano le fanciulle, noi uomini spesso siamo pure peggio!!), forse il più eclatante e scontato perché, come detto, queste situazioni spiacevoli possono insorgere in ogni settore all'interno del singolo Comitato Palio e, purtroppo, sono alla base delle difficoltà a crescere che incontrano i singoli comitati e, di riflesso, l'intera manifestazione. Ciò si dimostra quando, ciclicamente, ci sono dei problemi di organico all'interno di un settore specifico dell'associazione: alcuni se ne vanno, altri tentennano, e il lavoro fatica ad andare avanti. Se, un giorno, si riuscirà finalmente a superare i personalismi tipici di ciascuno di noi in favore del bene comune, ecco che forse il salto di qualità sarà più facile. Ce lo chiedono i secoli di storia che abbiamo alle spalle, e quelli (si spera numerosi) che abbiamo davanti. 
Nonostante tutto, sono fiducioso: se si vuole far bene al Palio bisogna galoppare tutti dalla stessa parte e, soprattutto, galoppare l'uno per l'altro prima che per sé stessi. Chi lo capisce per primo, è già avanti di una testa sugli altri.

E poi....e poi c'è la Corsa. 



Ex voto commissionato dall'Arciconfraternita della SS. Trinità (attuale Rione San Paolo) in occasione della vittoria del 1677: è l'unica opera nel suo genere attualmente nota, insieme ad un ex voto analogo del 1826. 

Quella del 1677 fu un'edizione storica: il fantino della Trinità fu vittima di un terrificante volo nel Rio Valmanera, appena fuori le mura, da cui uscì illeso. Il cavallo proseguì la sua corsa scosso giungendo in testa al traguardo di Palazzo Mazzetti ma, secondo le regole di allora, per vincere era necessario che il fantino toccasse fisicamente il Palio con la mano, o con il frustino. Qui, il messo comunale "toccò" il cavallo con l'asta del Palio, riuscendo così a far assegnare la vittoria alla Trinità, di cui pare facesse parte. Da allora, si stabilì che non fosse necessario "toccare" il Palio per vincere.
In tanti anni di militanza e di Palii nel parterre non ho mai avuto la fortuna di potervi assistere vicino al canapo, dove viene data la "mossa", ossia la partenza. Così, anche per il fatto di essere miope come una talpa, ho imparato ad andare a orecchio, ad interpretare i rumori della piazza e i comandi del mossiere.

C'è un rumore in particolare che ho imparato a riconoscere col tempo: quello del canapo che viene sganciato e cade sulla terra della pista. E' quasi impercettibile, soprattutto se sei lontano, ma il microfono del mossiere aiuta...dalla piazza si sentono pochissimi rumori, se non qualche coro all'indirizzo di un fantino indisciplinato. Il mossiere richiama i concorrenti, cerca di farli allineare decentemente, minaccia sanzioni, in casi estremi spedisce in seconda fila qualche accoppiata troppo esuberante. Quando i suoi comandi si fanno più concitati, capisci che sta per succedere qualcosa. Il cuore accelera i battiti...

Finché...

Tonf....il canapo è caduto. Per una frazione di secondo che sembra eterna, aspetti di sentir scoppiare il mortaretto della falsa partenza.

Non scoppia, è valida. Bella o brutta la mossa è VALIDA, ci sarà tempo dopo per parlarne, che tanto c'è sempre qualche insoddisfatto: che vuoi che ti dica amico, succede spesso, la prossima volta dì al tuo fantino di svegliarsi, o magari pagalo di più...ma torniamo in pista: sono partiti!!!

A quel punto, l'intera piazza passa dal silenzio all'urlo generale. Il cuore batte al ritmo delle zampe dei cavalli, fino alla fine dei tre giri, o anche prima se sei sfortunato e la tua accoppiata si è fermata...

Fin quando il vincitore taglia il traguardo, e si scatena l'invasione di pista. Gioia e lacrime, tantissime lacrime...di sconfitta che brucia, ma anche di commozione per la vittoria appena conquistata. Difficile, come in ogni Palio che si rispetti. Difficilissima se, come ad Asti, hai 20 (venti!) avversari contro cui batterti (o con cui fare accordi), e devi anche superare lo scoglio della batteria eliminatoria, in cui tutto può accadere...

Come si fa a dire che è SOLO una corsa di cavalli?

Per fare un paragone, è come dire che un rapporto di coppia si fonda solo su ciò che accade sotto le lenzuola, scartando tutto il "prima" a partire dal corteggiamento...il che, francamente, è piuttosto riduttivo.

C'è anche chi ha parlato di Palio come metafora della vita, perché nella Corsa e in ciò che la precede ci sono tutti gli stati d'animo possibili: fatica, gioia, dolore, amore, litigi, aspettative deluse e mantenute, notti in bianco a lavorare, a far casino, o tutt'e due insieme.

Chiunque abbia detto questo, beh, ha ragione da vendere.

Buon Palio 2017 a tutti.

SI RINGRAZIA GIANLUIGI BERA PER LA CONSULENZA STORICA



sabato 26 agosto 2017

AMOR DI PALIO-parte 1

Colori, saltafossi e mercenari 

Com'è che si dice?

"Non cercare di spiegare il computer ad un profano, è come cercare di spiegare il sesso ad una vergine"

In altre parole: è difficile spiegare un mondo intero a chi non l'ha mai vissuto in prima persona. Se ci provi rischi, nella migliore delle ipotesi, di sembrare un po' matto, un po' fissato. Succede spesso, specialmente se il mondo in questione è un po' particolare...come ad esempio quello del Palio.

Già, il Palio. Nello specifico, quello di Asti.

Io l'ho vissuto in prima persona per 11 anni questo folle, colorato, meraviglioso mondo. Una bella fetta di vita da cui ho ricevuto tantissimo, e a cui ho cercato di dare il mio contributo, in base alle mie capacità. Inutile parlare dei motivi per cui ho smesso, non è questa la sede per farlo...anche se i colori che ho portato per tanto tempo campeggiano tuttora sul mio profilo Facebook.

I colori. QUEI colori, che se fai Palio seriamente, sono vincolanti quanto un matrimonio o una pronuncia definitiva dei voti religiosi. Certo, puoi uscirne in qualsiasi momento, come ho fatto io, e tanti altri prima e dopo di me, ma guai a saltare il fosso ed andare a lavorare, come se niente fosse, sotto la bandiera di un altro concorrente al Palio; e chi cerca ed accetta i saltafosso, paliescamente parlando, è come se andasse in un qualsiasi viottolo a contrattare un po' di amore mercenario, mentre moglie e figli lo aspettano a casa.

Chiamatemi estremista, integralista, fissato, quello che volete. Può darsi che abbiate ragione, ma se sono giunto a pensarla così, è solo perché io per primo ho commesso l'errore di cui sopra: non ho saltato il fosso, quello mai nella vita, ma ho accettato di buon grado l'aiuto di persone che avevano prima cambiato una o più bandiere. Con quasi tutti (e sottolineo il QUASI, perché mi sono rimaste anche sincere amicizie), ho finito per scontrarmi, anche duramente, con la conseguenza che il lavoro svolto insieme è stato messo a durissima prova, e molti rapporti personali si sono rotti. 

Mi si dirà "Se uno fa Palio per passione, può anche andare altrove". Si certo, come Bocca di Rosa: anche lei lo faceva per passione, De André insegna.

Battute a parte, il senso del discorso è questo: uno dei motivi per cui il Palio di Asti fatica a crescere, o lo fa più lentamente di altre manifestazioni analoghe, è proprio la fatica ad accettare l'importanza del senso di appartenenza, di attaccamento alla propria bandiera: un valore che va insegnato da piccoli, da grandi è più difficile da recepire, e spesso ci si sente autorizzati a cambiare colori come un qualsiasi calciatore quando cambia squadra. Cambiare colori, al limite, può essere tollerato in giovanissima età, quando la personalità è ancora in fase di definizione, e magari si va in un dato rione perché ci va l'amico/amica del cuore. Oltre è molto meno accettabile, se si ragiona in una logica strettamente paliofila.

Al Palio, gli unici mercenari ad avere diritto di cittadinanza sono i fantini. Loro sì, lo fanno di professione, esattamente come le signorine che aspettano il loro cliente lungo la strada. Fa parte del gioco: il fantino esegue gli ordini di chi lo paga di più...e talvolta non si tratta del rione di cui porta i colori in quel momento. Se i suoi interessi personali coincidono con quelli di chi lo ha ingaggiato, bene. Diversamente...se è capitato in un rione o una contrada munita di borghigiani particolarmente nerboruti e irascibili, farà bene a scappare di corsa col suo portafoglio pieno.


Particolare di un'incisione del XVIII secolo, raffigurante un momento della corsa del Palio. Sullo sfondo, si riconosce il "Pilone" che contrassegna il punto di partenza (tuttora esistente in Corso Alessandria, all'altezza del passaggio a livello). In primo piano sono ritratti i fantini Antonio Ranco detto Tognino (21 vittorie accertate al Palio di Asti) e Giovanni Bodone detto Balino (8), autentiche leggende viventi dell'epoca.

Scandalo, diranno i profani, corruzione dilagante, che vergogna, è antisportivo, diseducativo...eccetera eccetera eccetera.

Chi dice questo però trascura un dettaglio fondamentale: il Palio NON è uno sport, e nemmeno pretende di esserlo. Tutti coloro che vi prendono parte lo sanno: il Palio è una GUERRA per la supremazia cittadina. Simulata, metaforica, ma sempre guerra è. Certo, non bisogna assolutamente confonderlo con la corrida, lo scopo non è certo la morte dei cavalli, anzi!! Si sono fatti nel tempo, e si faranno, enormi passi avanti in termini di sicurezza e salute animale, tuttavia, se vi aspettate di vedere uno spettacolo sportivo, avete proprio sbagliato indirizzo. 

A questo proposito, molti "esterni" al Palio paragonano i borghigiani ai tifosi sportivi: niente di più sbagliato, la differenza tra le due categorie è enorme. Il comune tifoso compra gadget, fa abbonamenti allo stadio, intona cori, segue la squadra in trasferta quando se lo può permettere; il borghigiano "tipo" suona, sbandiera, allena, tiene pulita la sede del Comitato, cuce vestiti, allestisce tavoli, dà una mano a fare qualsiasi lavoro... 

Il tifoso segue la squadra (facendosi anche un mazzo non indifferente, intendiamoci), il borghigiano VIVE il Palio, e vivere il Palio significa essere parte di un'immensa storia che va avanti da secoli, e in cui si ha l'onore di poterne scrivere personalmente qualche riga con il proprio lavoro. Eccola, la grande differenza che spesso sfugge ai profani.

Certo, in entrambi i casi c'è grande passione, ma espressa in modo diverso. Nel caso del Palio, questa passione a volte degenera...ma questo ve lo racconterò nel prossimo capitolo.

CONTINUA...(clicca qui per leggere la seconda parte)