mercoledì 26 aprile 2017

INFO UTILI: L'OLIO ALIMENTARE ESAUSTO

Da qualche anno a questa parte si sta pian piano diffondendo la cultura della raccolta differenziata, pur con tutti i problemi organizzativi che può comportare di zona in zona. Si sa, i comportamenti virtuosi non sono mai di facile attuazione, così come non è mai facile modificare le proprie abitudini quotidiane: niente di male per carità, è un comportamento innato in tutti noi, bisogna solo avere la maturità di capire che un minuscolo sforzo a livello personale può tradursi in un grande miglioramento per la collettività.
A questo proposito spostiamoci in cucina, e pensiamo a quando usiamo l'olio per friggere: dai ammettiamolo, anche se ci siamo messi in testa di cucinare senza grassi un peccatuccio di gola in questo senso ogni tanto ci scappa, è normale. Ci gustiamo la nostra frittura e, finita la festa, ci accingiamo a lavare piatti e padelle unti e bisunti di olio. Una sgrossata nel lavandino e, per chi ce l'ha, tutto in lavastoviglie.

In tutto questo, DOVE FINISCE L'OLIO? 

Eh si. L'olio è a tutti gli effetti uno scarto al pari di tutto ciò che buttiamo nella raccolta differenziata. Solo che, a differenza di vetro, carta, plastica ecc. ecc., è molto ma molto più subdolo: una cartaccia buttata a terra salta subito all'occhio, mentre l'olio disperso nell'ambiente, a meno che sia presente in quantità industriale, è pressoché invisibile. Solo che i suoi effetti sono devastanti: tanto per cominciare, la sua presenza nelle acque che arrivano al depuratore affatica tantissimo l'impianto, costringendolo a spendere molta più energia per svolgere il suo compito. In più, la sua tendenza a galleggiare e a non mescolarsi (è più leggero dell'acqua, anche se di poco!!) lo porta a formare un velo sottilissimo, che ostacola l'ossigenazione dell'acqua sottostante creando seri problemi alla sopravvivenza di flora e fauna dei corsi d'acqua.

Voi direte: che danno potrà mai fare la piccola quantità di olio che uso per la mia frittura, o che viene dal mio barattolo di funghetti sott'olio?
Ecco, tanto per farvi un'idea: immaginatevi un'enorme vasca alta un metro, larga altrettanto, lunga 1 km e piena d'acqua fino all'orlo. Totale: 1 milione di litri. Tantissimo, vero? Eppure, è la quantità che viene inquinata da 1 litro d'olio. 1 litro contro 1 milione, è un rapporto esorbitante.

A questo punto, penso che alla maggior parte dei miei (pochi) lettori sia sorta una domanda: COSA POSSIAMO FARE? E' evidente infatti che non si può fare finta di niente, l'inquinamento da olio, ragionando anche solo in termini monetari, rischia di costare tantissimo al nostro portafoglio (i depuratori e le tasse sui rifiuti si devono pur pagare!!).

Ebbene, da questo punto di vista, bisogna ammettere che a livello di servizi pubblici siamo ancora un po' carenti: spesso infatti è il privato cittadino che deve muoversi di persona, cercare il centro/consorzio di raccolta più vicino, e portarvi l'olio che ha messo da parte man mano: un comportamento virtuoso che, per la pigrizia di cui sopra, non è così scontato che venga attuato. Pensando alla mia personale vita quotidiana, quando mi sono trasferito nel paese in cui vivo attualmente, e ho chiesto informazioni in Comune per la raccolta dell'olio esausto, la segretaria è letteralmente caduta dalle nuvole. Fortunatamente nel Comune di residenza dei miei genitori il servizio è disponibile, per cui basta organizzarsi: raccolgo l'olio a parte e, quando la mia bottiglia è piena, gliela lascio da smaltire insieme al resto. Tuttavia, conoscendo l'importanza della risorsa acqua, sarebbe bene che la politica e gli enti preposti si dessero una svegliata per portare la raccolta differenziata dell'olio ai livelli di quella degli altri materiali. Non è facile, il rifiuto olio è molto più difficile da trattare, si tratta pur sempre di composti chimici, e pure pericolosi nel caso dell'olio da frittura. Nell'attesa della svegliata di cui sopra, sta a noi cittadini comuni organizzarci: in fin dei conti, è per il nostro bene, per quello delle nostre tasche, per quello dei nostri figli e dell'ambiente in cui viviamo. Già questo dovrebbe bastare a zittire sul nascere ogni polemica sul "chi deve fare cosa".

Grazie per la lettura, a voi i commenti!!


venerdì 21 aprile 2017

IL PREZZO DEI SOGNI

Notizia arrivata dalla pista di Donington Park, Inghilterra: il pilota 17enne Billy Monger, partecipante al campionato locale di Formula 4 e considerato un buon talento in ottica futura, ha avuto un terribile incidente di gara: ha tamponato a tutta velocità l'auto di un avversario, rimasta ferma in traiettoria dopo un testacoda. Il tutto è successo in pochi attimi, lui non ha potuto far niente per schivare l'ostacolo, e i commissari di gara non hanno avuto neanche il tempo di sventolare le bandiere gialle di pericolo.

Di incidenti, in questo genere di gare, se ne vedono parecchi: irruenza, inesperienza, cattiveria agonistica e voglia di emergere la fanno da padrone nelle categorie minori dell'automobilismo, dove piloti poco più che ragazzini sognano di essere, un giorno, i nuovi Max Verstappen, Lewis Hamilton o Sebastian Vettel, giusto per citare i nomi più in voga attualmente. Il tutto a carissimo prezzo, dal punto di vista finanziario (l'automobilismo è uno sport per ricchi fin dai suoi albori), ma anche della sicurezza. Normalmente infatti, incidenti del genere si risolvono con macchine semidistrutte e grossi spaventi. Non stavolta. Stavolta l'abitacolo della macchina di Billy Monger è stato completamente divelto all'altezza delle gambe, tanto che ci sono volute due ore per estrarlo dal relitto e portarlo in ospedale. Lì, purtroppo, i medici han dovuto amputargliele entrambe al di sotto del ginocchio. Una sfortuna terribile: per fare un esempio, a fine anni '80 il pilota Johnny Herbert andò a sbattere contro le barriere mentre aveva le gambe a penzoloni dall'abitacolo per un precedente urto. Ebbene, se la cavò con una menomazione nella camminata che però non gli impedì di arrivare in Formula Uno, e di restarci per diversi anni. Stavolta invece, questo giovane pilota ha dovuto pagare un prezzo altissimo: carriera probabilmente stroncata, e riabilitazione lunga e difficile. 
Billy Monger alla guida della sua vettura di Formula 4 
(fonte: pagina Facebook ufficiale del pilota)
Di positivo, in questa storia, c'è la reazione del mondo delle corse: molti piloti di Formula Uno si sono mossi in prima persona per aiutare finanziariamente il loro giovane collega e la sua famiglia a superare questo momento drammatico. Una riflessione però è doverosa: questi ragazzi (e le loro famiglie) spesso affrontano sacrifici enormi per assecondare le loro passioni, nelle categorie minori è il pilota a dover trovare dei soldi se vuole avere una possibilità di dimostrare il suo talento. E' un investimento a forte rischio, perché sono pochi poi i ragazzi che riescono ad arrivare al vertice dell'automobilismo sportivo, bisogna essere abili e fortunati. Ora, in tutto questo, è accettabile che un ragazzo di 17 anni ci rimetta le gambe perché la scocca della sua auto non ha retto ad un tamponamento?

Nelle categorie superiori (Formula 1, ma anche GP2 per esempio) si vedono incidenti terrificanti in cui però l'abitacolo (la cosiddetta "cellula di sopravvivenza") regge perfettamente al botto riducendo al minimo il rischio di infortuni. Sono lontani ormai i tempi in cui i piloti della massima formula rischiavano di fratturarsi le gambe per un urto frontale. Per fare un esempio, l'ultimo a subire un incidente del genere fu Michael Schumacher nel 1999 a Silverstone. Soltanto due anni dopo, il brasiliano Burti sbatté frontalmente ai 300 orari contro un muro di gomme, uscendone stordito ma pressoché illeso. Il che significa che, se c'è la volontà di farlo, si può sempre migliorare la sicurezza passiva. Nel caso di Billy Monger e delle vetture di Formula 4, abitacoli più robusti comporterebbero molto probabilmente costi maggiori ma, a mio parere, starebbe agli organizzatori trovare una soluzione per evitare altri infortuni del genere mantenendo parametri economici ragionevoli.

A voi i commenti, e in bocca al lupo a Billy Monger!!

lunedì 10 aprile 2017

SCASSONIO STRAROMPI ESISTE DAVVERO, ECCO LE PROVE

Innanzitutto, vi starete chiedendo: ma chi caspita è Scassonio Strarompi, di professione ragioniere? Domanda legittima, per carità, ed ecco la risposta: è un personaggio apparso una tantum in una storia di Paperinik, in cui il suddetto Scassonio (nomen omen), in vena di emulazione, inizia a stalkerare il supereroe in ogni modo, minacciando di pubblicare manifestini diffamatori se questi non gli consente di partecipare alle sue imprese. Un vero fissato insomma, che in barba alle più elementari regole del buonsenso finisce per creare situazioni tragicomiche ai danni del povero Paperinik.

Ecco, se personaggi così fossero confinati ai fumetti, potremmo solo riderne di gusto. Invece, ahinoi, il terribile Scassonio ha degli emuli in carne ed ossa. Uno di questi ha colpito duramente lo scorso settembre, udite udite, ad una marcia non competitiva organizzata in un parco da un'associazione di genitori in cui i protagonisti erano i BAMBINI, sì avete letto bene. Il fattaccio è avvenuto nel comune di Lallio (BG), ed ha avuto come protagonista loro malgrado i genitori dell'associazione di volontariato "A.Ge". 
Cosa è successo di tanto grave? I piccoli vandali hanno forse distrutto qualche aiuola pagata e mantenuta con i soldi del Comune? 

Ebbene no, il guaio lo hanno combinato le mamme che, vista l'altissima ed imprevista affluenza di partecipanti all'evento si sono rimboccate le maniche, ed hanno aiutato il gestore del chiosco a cui si erano rivolte a preparare e distribuire pane e marmellata per i bambini. Un gesto assolutamente naturale e spontaneo insomma, compiuto anche nell'interesse della buona riuscita della manifestazione. La cosa però non è sfuggita ad un consigliere di minoranza che ha assistito alla scena e, con civica solerzia, ha segnalato la cosa in Comune (insieme, va detto, ad altri abusi o presunti tali commessi da altri soggetti). Al che, a sentire il sindaco, il meccanismo burocratico non si poteva più fermare: in seguito alle indagini compiute dall'ufficio tecnico comunale, l'associazione è stata multata di 1032 euro perché le mamme volontarie non erano autorizzate a preparare e distribuire cibo e bevande, quello era esclusivo compito del gestore del chiosco. Chi fa volontariato ed è abituato a spaccare il centesimo per portare avanti le attività, sa benissimo che un episodio del genere rappresenta una vera e propria mazzata, morale e materiale.

Questa storia ha avuto un finale dolceamaro: la multa è stata confermata, ma cittadini comuni, altre associazioni, imprese ed esercizi locali hanno aiutato l'A.Ge. a raccogliere i soldi necessari per pagarla, dimostrando una volta di più che l'unione fa la forza.

In tutto questo mi chiedo: possibile che la burocrazia più perversa debba sempre e comunque avere la meglio ed ostacolare ogni iniziativa? Non fraintendiamo, io per primo sono favorevole alle regole ed al loro rispetto, altrimenti sarebbero guai seri. Tuttavia esiste un limite, rappresentato dal buonsenso, e che lo stesso sindaco di Lallio ha lasciato intendere: era proprio necessaria cotanta solerzia da parte del consigliere? Il gesto delle mamme, anche se "non autorizzato" a norma di legge, non recava danno ad alcuno, anzi, era un ulteriore esempio di cosa voglia dire fare volontariato ed adoperarsi per la migliore riuscita possibile degli eventi che si organizzano. Niente da fare purtroppo: dal punto di vista della mera applicazione della legge le mamme dell'A.Ge. hanno torto marcio, poco da dire, ma questo episodio sollecita una volta di più ad intervenire per semplificare la normativa ed evitare che le iniziative private e sostanzialmente innocue vengano soffocate sul nascere da una burocrazia ottusa e perversa, che non lascia spazio al buonsenso dei singoli. Una normativa a prova di Scassonio Strarompi. Diversamente, a forza di scoraggiare e mettere paura con pastoie legislative assurde, nessuno vorrà prendersi più l'impegno di organizzare alcunché, e tenderemo tutti a rifugiarci nei tranquilli confini del nostro orticello personale, senza curarci di ciò che accade intorno. Un inaridimento che, purtroppo, è già iniziato da un po' di tempo.

Ah a proposito: sapete che mestiere fa il consigliere comunale che ha dato inizio al tutto? Il ragioniere...


venerdì 7 aprile 2017

VECCHIE E NUOVE PASSIONI

Un amico, a cui faccio volentieri pubblicità, si aggiunge alla cerchia di Homo Sum.

Si tratta di Andrea Negri, appassionato filatelico che ha deciso di ampliare i suoi orizzonti creando un canale Youtube per le altre sue passioni: il suo paese Liberi (Caserta), la fotografia, e la musica dei Nomadi. 

Sul suo canale Youtube, che vi invito a visitare qui, potete ammirare le sue creazioni video. Vi riporto un esempio qui sotto, dedicato ad una raccolta fotografica della Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo del 1984:


Come dicevo poc'anzi, l'amico Andrea è anche appassionato di fotografia. Una passione proficua, a giudicare dai risultati: la foto che vedete qua sotto ha infatti vinto il contest "Night Lights", organizzato dal gruppo di Facebook "photo light".


Che dire Andrea...Complimenti e continua così, ti auguro davvero che questo successo sia il primo di una lunga serie!!