domenica 17 dicembre 2017

HAPPY BIRTHDAY $CROOGE!!!

"L'importante è che non avvizzisca il cervello! Molti grandi uomini erano ancora attivi a novant'anni! E sapete perché? Perché avevano ancora dei sogni da realizzare!
Voi, giovani zucche vuote, dovreste vergognarvi! La qualità della vostra vita dipende da ciò che farete! Gli unici limiti alle avventure sono quelli della vostra immaginazione!".

Prima di questo, penso di non aver mai letto prima un discorso motivazionale così efficace. Leggendolo parola per parola, ci si sente piccoli e anche un po' sciocchi, soprattutto pensando al tempo che perdiamo ed alle risorse, fisiche e mentali, che sprechiamo dietro a cose senza importanza. Un vero carpe diem, molto simile a quello dell'Attimo Fuggente, magistralmente interpretato da Robin Williams.
Ora, chi non lo sa, si chiederà chi possa aver pronunciato queste parole. Un professore pluri laureato? Un motivatore, magari di quelli che risollevano aziende sull'orlo del baratro e le riportano in alto?
Ebbene no.
Per chi non lo conoscesse già...vi presento l'autore di questo discorso:



Sì, è proprio lui. Il papero più ricco del mondo, conosciuto ed amato da milioni di lettori di ogni età. Il discorso che ho riportato all'inizio è tratto dalla $aga scritta dal fumettista italo-americano Don Rosa.
Perché parlo di Zio Paperone? Beh, perché proprio in questi giorni ricorre il suo compleanno. Il 15 dicembre del 1947, infatti, un papero consumato dall'età e dall'avarizia uscì per la prima volta dalla matita di Carl Barks, per entrare man mano nel cuore dei lettori: chiaramente ispirato ad Ebenezer Scrooge, l'avaro del Canto di Natale di Dickens (il suo nome in inglese è Scrooge McDuck), Zio Paperone doveva rappresentare un personaggio tutto sommato secondario, il classico vecchio zio ricco e avaro da utilizzare di tanto in tanto (All'epoca, i personaggi Disney di punta erano Topolino e Paperino). E invece...dalla prima storia (Natale sul Monte Orso) Barks ed altri autori lo hanno pian piano evoluto, fatto crescere, caratterizzato sempre più...fino a farlo diventare un personaggio più amato e popolare dello stesso Paperino. Non esistendo un "canone" Disney, i vari autori che hanno lavorato con Paperone si sono potuti sbizzarrire a tracciarne la storia e la personalità: abbiamo quindi il Paperone cinico affarista di Guido Martina, quello avventuroso e sempre a caccia di tesori a bordo di mezzi sofisticati e improbabili di Rodolfo Cimino...e così via. Fino ad arrivare, appunto, a Don Rosa. La sua $aga, basata prevalentemente sul lavoro di Carl Barks e Vic Lockman, traccia un profilo dettagliatissimo del papero più ricco del mondo. Don Rosa gli dà perfino un luogo e una data di nascita (Glasgow, 1867) e una famiglia, composta da mamma, papà, zio paterno e due sorelle minori. La nascita in povertà, l'incontro con personaggi di tutti i tipi  (realmente esistiti) e le mille vicissitudini della sua vita forgiano il carattere di Paperone, fino a farlo diventare quello che conosciamo ora. Il tutto con un taglio narrativo adulto, completamente diverso da quello a cui ci siamo abituati leggendo i fumetti Disney (il discorso all'inizio di questo post rende piuttosto bene l'idea).
Scrive di Paperone il fumettista Giorgio Pezzin:

"Paperone è stato a lungo uno dei miei personaggi preferiti, soprattutto all'inizio della mia attività. Forse perché ero un po' squattrinato e quindi, frequentandolo, speravo mi restasse attaccato qualche dollaro. Impossibile, direte voi... ma io so che Paperone, in realtà, è più generoso di quanto si pensi.
Attaccato al denaro, è vero, ma non per taccagneria, quanto piuttosto con l'amore del collezionista che conosce ogni moneta una ad una e sa che dietro ad ognuna di esse c'è tanto lavoro e passione. Passione che lo ha fatto sempre pensare più lontano degli altri, e anche fatto agire con una certa "etica" negli affari."

Un personaggio a tutto tondo. Umano, fino all'estremo, con tutti i suoi pregi, i suoi difetti e le sue contraddizioni. Forse è proprio per questo che è così amato e continua ad appassionare lettori di tutte le età.

Buon compleanno $crooge!!!





martedì 14 novembre 2017

DISFATTA PALLONARA

Alla fine, è successo davvero: la Nazionale italiana di calcio ha clamorosamente fallito l'obiettivo di qualificarsi ai Mondiali russi del 2018. Una disfatta che pochi, all'insediamento del nuovo C.T. Ventura, avrebbero previsto, e invece i rudi boscaioli svedesi ci hanno battuto al play-off, per giunta giocando all'italiana con catenaccio e contropiede, e vincendo il doppio confronto semplicemente con un tiro deviato. Una sconfitta impossibile da mandar giù per l'opinione pubblica pallonara, che indica in Ventura e nel presidente federale Tavecchio i principali responsabili. E' davvero così? Analizziamo i fatti, alla luce di quanto successo nelle qualificazioni.

Gian Piero Ventura, C.T. della Nazionale di Calcio
Innanzitutto, abbiamo avuto la sfortuna di finire nello stesso raggruppamento della Spagna. Una circostanza che, di fatto, ci condannava al secondo posto e alla tagliola dei play-off fin da subito. Tuttavia, durante lo svolgimento delle qualificazioni, pur segnando meno reti delle "Furie Rosse" avevamo lo stesso loro punteggio, e addirittura la nostra Nazionale era riuscita a bloccare quella spagnola sul pareggio nella partita di andata. Tutto secondo programma quindi...fino alla partita del 2 settembre 2017 in casa della Spagna. Ora, sei in casa di un avversario sicuramente più forte, il loro centrocampo è uno dei migliori d'Europa, forse sarebbe il caso di fare attenzione e provare a strappare il punto del pareggio...Evidentemente il C.T. Ventura non è stato dello stesso avviso, schierando un presuntuoso ed iper-offensivo modulo 4-2-4, crollato sotto la doppietta di Isco dopo 40 minuti di gioco. La ciliegina sulla torta l'ha poi messa l'ex juventino Morata. 3-0 e a casa, senza appello.
Ora, dopo una simile sconfitta gli Uomini, quelli veri, ammettono le proprie responsabilità. "Si, ho sbagliato, è colpa mia, ho sbagliato formazione". Tanto sarebbe bastato probabilmente per evitare ciò che è successo dopo: vittoria striminzita con Israele, pareggio casalingo con la modesta Macedonia (che all'andata ci ha fatto vedere i sorci verdi), e vittoria con l'Albania. In occasione di quest'ultimo incontro, è saltato all'occhio un dettaglio importante: quando Candreva ha segnato la rete decisiva nessuno, NESSUNO, si è filato Ventura di striscio. Coincidenze? Chissà...sta di fatto che quell'episodio ha evidenziato una grossa frattura tra il tecnico e i giocatori, evidentemente ancora frastornati (e probabilmente indispettiti) per la sconfitta spagnola e per un atto di umiltà che, molto probabilmente, non c'è stato. Così, mentre il sorteggio ci assegnava come avversaria dei play-off la Svezia, siamo andati avanti a proclami: "siamo l'Italia", come dire "il Mondiale ci spetta di diritto, levatevi di mezzo". Gli svedesi, pur privi della loro stella Zlatan Ibrahimovic, hanno però dimostrato fin da subito di non volerci fare da sparring partner, picchiando durissimo nella partita di andata a Solna e vincendo con un tiro deviato. Ciò che però è saltato all'occhio è stata la totale mancanza di idee della nostra Nazionale: modulo 3-5-2 con giocatori fuori ruolo, lentezza cronica, botte da orbi degli avversari, un gol subito, un palo colpito, e una sensazione di sbando totale. Niente, neanche questo ha scalfito la sicumera del CT: 3-5-2 confermato e, grazie alla spinta dello stadio di casa, la nostra squadra è sembrata decisamente più pimpante e combattiva. Gli avversari però non sono stati a guardare, e hanno giocato nell'unico modo che conoscono: picchiando. Inutile attaccarsi all'arbitro, perché le sviste in area ci sono state da entrambe le parti con due rigori a testa negati. In più, a testimoniare la mancanza di idee valide per scalfire il muro svedese, i nostri hanno giocato spesso a palla alta, facendo esattamente il gioco dei giganti avversari. Come se non bastasse, l'anarchia in panchina è risultata ancora più evidente quando il veterano De Rossi ha rimbrottato il CT, di fatto delegittimandolo. Risultato? 0-0, e Svezia al Mondiale russo. Ora, se Ventura avesse avuto un minimo di onestà intellettuale avrebbe immediatamente rassegnato le dimissioni, senza se e senza ma: dovevamo andare al Mondiale, la squadra era più forte di quella degli ultimi Europei, e invece abbiamo ceduto il passo ad una nazionale di onesti mestieranti e poco più. Non solo, il sig. Ventura pare abbia chiesto una buonuscita di 700.000 euro per terminare in anticipo il suo contratto. Che dire, c'è chi nasce signore, e non tutti ci nascono.
Ora, cari dirigenti federali...
C'è un certo Carlo Ancelotti libero da impegni in questo momento, dicono sia...bravino...ECCO. SE VOLETE BENE VERAMENTE AL NOSTRO MOVIMENTO CALCISTICO, PER FAVORE, FATEGLI UNA TELEFONATA E TRASCINATELO DI PESO SULLA PANCHINA AZZURRA!!!

A voi i  commenti!!!

martedì 31 ottobre 2017

INCHIESTE SCOMODE

Notizia di alcuni giorni fa: a Malta, è stata uccisa in un attentato dinamitardo la giornalista e blogger Daphne Caruana Galizia.
Sono sincero: prima d'ora, non sapevo nemmeno chi fosse, Daphne Caruana Galizia. Tuttavia, il fatto che in un Paese membro della Comunità Europea una giornalista venga fatta saltare in aria in pieno stile mafioso anni 80 e 90, come minimo dovrebbe far scattare un grosso campanello d'allarme. Non solo: la fine che ha fatto questa giornalista dimostra che, con le sue inchieste, aveva pestato i piedi a qualcuno, molto potente, che si è potuto permettere il lusso di metterla a tacere nella maniera più clamorosa possibile. Per cui ho deciso di documentarmi, e di riassumere quello che ho trovato in poche righe, perché chi si mette contro criminalità e corruzione pagando con la vita non può, e non deve, essere dimenticato.


Partiamo innanzitutto  dallo sfogo di Matthew, suo figlio, nonché collaboratore: intervistato, si è scagliato apertamente contro il premier maltese Joseph Muscat, definendolo "un pagliaccio", e non risparmiando nemmeno critiche ai suoi collaboratori "corrotti", ai magistrati "corrotti e incompetenti" e ai funzionari di polizia "corrotti e imbecilli". Leggendo il post su Facebook di Ramon Mifsud, uno dei poliziotti che dovrebbe indagare sull'attentato ("Alla fine tutti hanno quello che si meritano, sono contento :)" ), è molto difficile dargli torto.
Quello di Matthew non è semplicemente il discorso pieno di dolore di una persona che ha perso tragicamente la propria madre, ma un preciso atto di accusa nei confronti del Paese in cui vive, a cominciare dal primo ministro Muscat fino alle autorità di polizia, che non avrebbero fatto abbastanza per proteggere la signora Galizia. Dal tenore delle parole di Matthew, emerge anche tra le righe la consapevolezza che Daphne, da viva, fosse una morta che camminava: non era questione di "se", ma di "quando" avrebbe fatto una brutta fine, perché sul "se" non c'era alcun dubbio: troppe le inchieste scottanti a cui lavorava, e troppo potenti i personaggi coinvolti.
Tra i tanti argomenti trattati da Daphne, ne spiccano alcuni in particolare: i "Malta Files", ossia i documenti riguardanti personaggi maltesi, o legati a Malta, all'interno dello scandalo dei cosiddetti "Panama papers": la lunghissima lista di personaggi più o meno potenti, e più o meno loschi, che hanno depositato o fatto transitare da Panama grosse somme di denaro, tipicamente tramite il sistema delle società off-shore.
Un movimento, in particolare, ha attirato l'attenzione della giornalista: un bonifico "sospetto", effettuato dalla figlia del presidente dell'Azerbaigian Aliyev, alla moglie del premier Muscat. Il motivo di questa transazione pare essere stato il famigerato gasdotto TAP, ossia l'opera che dovrebbe portare il gas dell'Azerbaigian (e quindi del presidente Aliyev) fino in Europa (passando per la Puglia), e quindi anche a Malta. Il tutto quindi, apparirebbe come una maxi-bustarella ad altissimi livelli di potere, visto che nel 2016 c'è stato un bell'andirivieni tra Malta e Azerbaigian, con firme e controfirme di accordi energetici. Ora, va bene che l'Azerbaigian stia facendo di tutto per apparire come un posticino libero e felice, con vetrine scintillanti come il Gran Premio a Baku e i primi giochi europei della storia, ma basta poco per constatare che non è proprio così: il presidente Aliyev è, di fatto, un dittatore. Tutte le varie tornate elettorali sono state bollate come irregolari da più osservatori esterni. Nonostante, formalmente, l'Azerbaigian sia una democrazia, la presenza di prigionieri politici dimostra l'esatto contrario. Non solo: nonostante lo stato disastroso dei diritti umani, l'Azerbaigian è membro del Consiglio d'Europa: lo stesso organismo che ha bocciato il documento (rapporto Strasser) sulla situazione di 85 detenuti politici, pare grazie a maxi tangenti provenienti dal governo azero (tramite il solito sistema di scatole cinesi) che avrebbero influenzato il voto, e che coinvolgerebbero anche alcuni politici italiani. Sempre il famigerato TAP sarebbe al centro di questo fiume di denaro proveniente dal Caucaso, che sarebbe servito anche per fare pressioni ad alti livelli e sbloccare finalmente i prestiti necessari al progetto. A nessuno fa piacere essere additato come partner d'affari di un dittatore, ma, d'altra parte, il denaro non puzza, e può servire anche ad "aggiustare" una votazione rischiosa come quella sul rapporto Strasser...
Finita qui? Macché. Ultimamente, Daphne Galizia si stava occupando (giusto per non far torto a nessuno, o forse perché a Malta c'è un livello di marciume politico inimmaginabile, chissà...) di traffico di droga, che a Malta sarebbe particolarmente fiorente, in cui sarebbe coinvolto (il condizionale è d'obbligo!) nientemeno che il capo dell'opposizione al governo Adrian Delia. Proprio il signor Delia ha invocato le dimissioni del premier Muscat dopo l'attentato ma, come ben sappiamo, spesso e volentieri le dichiarazioni dei politici, soprattutto se ad alti livelli e in odor di corruzione, vanno prese con le dovute cautele. Resta il ricordo, e l'esempio, di una giornalista che per amore di verità non si è fermata davanti a niente. Un ricordo, e un esempio, che non devono scomparire.

LINK UTILI

Running commentary, il blog di Daphne Caruana Galizia (in inglese)



martedì 17 ottobre 2017

LICENZA POLITICA-Parte 1: il diritto di voto

Il voto: un diritto che riteniamo (giustamente) sacrosanto, e che è stato oggetto di durissime lotte nel corso dei secoli: se ora ci rechiamo normalmente alle urne, senza limitazioni e costrizioni di sorta, è solo grazie a chi ha lottato prima di noi, pagando talvolta con la vita il suo impegno e i suoi ideali. La domanda che mi pongo è: noi, che ci rechiamo alle urne nella nostra epoca, sappiamo quanto sia importante il diritto/dovere di voto? Siamo in grado di esercitarlo consapevolmente? Selezioniamo in maniera adeguata le informazioni di cui siamo bombardati quotidianamente per farci un'idea e fare una scelta motivata e circostanziata?

Ecco, vedendo il proliferare dell'ignoranza, dell'analfabetismo funzionale, del populismo che parla alla pancia, e non alla testa, delle persone...purtroppo mi viene da rispondere NO, alle suddette domande.
Faccio un esempio: qualche sera fa, in televisione, si vedevano alcune persone che dichiaravano la loro assoluta contrarietà al cosiddetto "ius soli" (non voglio né sponsorizzarlo né contrastarlo, è solo un esempio, sia chiaro). Poi però, gli si chiede cosa voglia dire esattamente la locuzione "ius soli", e non sanno rispondere, né sanno da quale lingua venga. Gli si chiede di coniugare un congiuntivo e loro, che si spacciano per i paladini dell'identità italiana, storpiano orribilmente la nostra meravigliosa lingua con strafalcioni che manco alla scuola primaria. Anche per scritto, soprattutto sui social network dove si leggono i peggiori orrori da matita rossa formato gigante. Non ci sono scuse per un'ignoranza di questa portata: la padronanza della lingua o ce l'hai o non ce l'hai, le H del verbo avere (tanto per fare un esempio) si DEVONO saper usare al volo, senza pensarci, sono nozioni da scuola PRIMARIA (o elementare, se preferite) e la fretta di scrivere non è una scusa. Se sbagli le H, o se non sai articolare correttamente una frase non sei di fretta, sei un IGNORANTE.

Dove voglio arrivare? Ecco il punto: da persona mediamente istruita, posso accettare il fatto che il mio voto abbia esattamente lo stesso peso di quello di un analfabeta funzionale, o di un analfabeta e basta? E' accettabile che l'opinione di chi si informa un minimo abbia lo stesso peso di quella di chi non si informa per niente e crede a tutto ciò che gli raccontano annullando il proprio senso critico, ammesso che ce l'abbia mai avuto?

La mia risposta è NO. Anche perché, col crescere dell'ignoranza e dell'analfabetismo, funzionale e non, se saltasse fuori qualcuno con l'interesse a mantenere nell'ignoranza i propri governati (e chi ci dice che non ci sia già??), avrebbe gioco facilissimo ad intercettare i loro voti. Dove porterebbe una simile deriva non è dato saperlo (al momento), ma è certo che non porterebbe alcunché di buono.

Come difendersi da una simile eventualità? La mia risposta è "istituendo il patentino del votante".
Di cosa si tratterebbe?
Si tratterebbe di un semplice test a risposta multipla (ossia "a crocette"), che verrebbe corretto in automatico da un lettore elettronico (come si fa già per alcuni esami scolastici). Questo test conterrebbe semplici domande di cultura generale e sarebbe politicamente NEUTRO: servirebbe solo a misurare il grado di istruzione e di consapevolezza di chi si appresta ad esercitare il proprio diritto di voto. Tra le varie domande, ne inserirei alcune (molto semplici) a mo' di capestro: se sbagli una di quelle sei bocciato in automatico, anche se hai risposto correttamente a tutte le altre. Analogamente alla patente di guida, anche il patentino del votante avrebbe una scadenza, modulata in base alla fascia d'età, e l'accesso alla prova d'esame sarebbe assolutamente gratuito e illimitato: se si venisse bocciati, si potrebbe ritentare gratis alla prima data disponibile. 

Una buona istruzione di base è fondamentale per esercitare consapevolmente il diritto/dovere di voto, qualunque sia la scelta espressa
Dite che sono antidemocratico? Chissà, magari avete ragione. Ora proviamo a fare un esempio: lascereste guidare la vostra fantastica Ferrari appena uscita dal concessionario (se non vi piace la Ferrari immaginate una qualsiasi auto di lusso a scelta) a un diciottenne qualsiasi col foglio rosa?

No vero?

Ecco. Ora metteteci il diritto di voto, al posto della Ferrari.

Avete ancora il coraggio di dire che sono antidemocratico?

Alla prossima puntata!!

lunedì 2 ottobre 2017

IN CERCA DI ATTENZIONE

Chi come me è già andato a vedere "Chi m'ha visto" con Pierfrancesco Favino e Giuseppe Fiorello, probabilmente è uscito dal cinema con una forte sensazione di dejà-vu: al di là delle situazioni tragicomiche del film infatti, il messaggio che arriva al pubblico riflette appieno la mentalità provincialotta, e fondamentalmente ignorante, che spesso si riscontra nelle conversazioni della gente comune. Una battuta in particolare attira l'attenzione: "Si lavora quando si suda, il resto è gioco".
Senza voler dare ulteriori anticipazioni a chi non ha ancora visto il film, questa battuta è lo specchio perfetto della mentalità imperante: chi fa della propria passione un lavoro, spesso viene guardato dall'alto in basso, con sufficienza, perché la sua passione, nella mentalità comune, non corrisponde ad un lavoro.
Esempio di conversazione:

A: "Quanto tempo che non ci vediamo! Ma dimmi, che lavoro fai?"
B: "Ti ricordi che frequentavo quel corso di batteria, anni fa..."
A: "Ah si, con il maestro X, e allora?"
B: "Ecco, ho deciso di fare sul serio, ho proseguito gli studi e adesso suono in una piccola band, stiamo provando ad emergere e puntare in alto. Certo, non è facile, ma modestia a parte siamo proprio bravi, abbiamo anche aperto qualche concerto e accompagnato il cantante Y nel suo ultimo tour "
A: "Si, OK, ma che lavoro fai VERAMENTE?"

Eccolo lì. Sostituite il batterista con il tastierista, il cantante, il bassista, ma anche il ballerino, l'attore o lo scrittore, il risultato non cambia. Per il personaggio A, B non sta lavorando: sta solo giocando a fare l'artista. Sempre per citare una battuta del film di cui sopra, "vive di espedienti". 
Bruttissimo, vero? Di fatto, agli occhi della gente, o sei famoso, o sei un parassita della società. O magari un parassita famoso, se non hai un briciolo di talento ma, nonostante questo, la tua faccia si vede ovunque, e ci sono dei beoti che si venderebbero la madre pur di farsi un selfie con te...ma mi fermo qua: non voglio assolutamente mettere sullo stesso piano chi si fa un mazzo tanto per cercare di emergere, e chi invece è famoso solo perché ha un bel culo, o un paio di tette rifatte: questi ultimi non vivono di espedienti ma poco ci manca, visto che fanno leva sulla scarsità di cervello dei loro "fan": ci sarebbero quasi gli estremi per la circonvenzione di incapace...ma andiamo oltre, certi personaggi non meritano ulteriore spazio.

Tornando al discorso "talenti incompresi", un discorso a parte lo merita chi canta, recita o balla sì per passione, ma lo fa per evadere dalla quotidianità. A queste persone non interessa più di tanto emergere e, il più delle volte, il motivo di questo disinteresse risiede nel fatto che, se la passione diventasse lavoro...diventerebbe in automatico uno stress, e la si coltiverebbe controvoglia. Ragionamento rispettabile e comprensibilissimo, basta vedere la fine che fanno molte star di alto livello tra alcool, droghe e stravizi vari. Rimane il rammarico di constatare che questi talenti siano riservati alla cerchia molto ristretta di persone che vanno a vedere i saggi di fine corso: parenti, e qualche amico. Piccoli tesori nascosti, che possono regalare un paio d'ore di grande spettacolo.

"Che dobbiamo fare per avere attenzione?" Questo si chiede il tipo sulla copertina di questo CD musicale, dedicato a musicisti sconosciuti e talentuosi. Purtroppo, la mentalità corrente tende a vedere l'espressione artistica come un gioco, senza minimamente immaginare il lavoro di preparazione che si nasconde dietro alla più banale delle esibizioni.
Chiudendo la parentesi sugli "sconosciuti volontari", basta guardarsi un po' intorno per trovare artisti validi con tanta voglia di emergere, di fare strada, e che magari vedono le proprie aspettative frustrate ed incomprese per un sacco di motivi diversi: parenti ed amici che magari non credono in loro e li guardano con sufficienza mista a commiserazione, contesti sbagliati, manager ed impresari di dubbia reputazione...tutti ostacoli ben sintetizzati in "Chi m'ha visto?". Per contro, fortunatamente, esiste chi lavora per fare sì che i sogni di questi artisti non rimangano tali e si trasformino in realtà e no, non sto parlando dei vari talent show di cui siamo inflazionati...c'è chi ad esempio ha fondato un immenso portale internet dedicato alla danza e al musical (ciao Giulia :p), o chi, tra un'intervista e un programma radiofonico, diffonde gratuitamente libri e CD musicali di artisti emergenti, in cambio di materiale filatelico (Buonasera Giancarlo...). Ah, a proposito, mentre finisco di scrivere questo post mi sto ascoltando il CD che mi è arrivato grazie ai miei soliti traffici filatelici online, e di cui vedete la copertina poco più su...che dire, continuate così ragazzi che c'è bisogno di voi!!

domenica 17 settembre 2017

CONSIDERAZIONI POST PALIO DI ASTI 2017

E' andata, finalmente. L'edizione del cinquantenario della ripresa del Palio di Asti si è conclusa poco fa, con la vittoria del Borgo San Lazzaro (sesto successo "moderno"). Prima di passare alle considerazioni sulla corsa, voglio fare veramente i complimenti, a tutti, per la sfilata: bella, bella e ancora BELLA!! Lascio ad altri più esperti e competenti di me eventuali appunti storico-filologici che sicuramente ci saranno, io personalmente ne sono rimasto incantato, complimenti a San Paolo, vincitore del premio sfilata, ma anche a tutti gli altri.

Venendo alla corsa, c'erano tante incognite legate ai cavalli mezzosangue, alla loro velocità, e alla loro tenuta sulla doppia distanza della gara. Era praticamente impossibile stabilire a priori un favorito, la presenza dei "bomboloni" senesi Polonski (San Silvestro) e Preziosa Penelope (San Martino-San Rocco) non era un'automatica garanzia di vittoria...e alla fine l'ha spuntata il Borgo San Lazzaro con Giuseppe Zedde "Gingillo"(quarto successo personale ad Asti) e il cavallo Bomario da Clodia. Gingillo dal canto suo ha colto l'ultima occasione dell'anno per riscattare un periodo di magra, e l'ha fatto rintuzzando in finale gli attacchi prima di Valter Pusceddu "Bighino" (Torretta) e poi di Francesco Caria "Tremendo" (San Martino-San Rocco). Tutti gli altri finalisti bene o male sono stati delle comparse, il Palio è stato una questione privata tra questi 3.

Riguardo ai piazzati, bravo Bighino, che arrivava dalla terza batteria, e quindi è stato sicuramente penalizzato dal tempo di recupero ridotto in ottica finale. Un po' meno bravo Tremendo che, con una partenza appena migliore, avrebbe potuto duellare con Gingillo fin da subito invece di farsi sotto all'ultimo giro. Non pervenuto Giovanni Atzeni "Tittìa" (Don Bosco) quarto all'arrivo, molto probabilmente per problemi di recupero (veniva anche lui dalla terza batteria). Idem Dino Pes "Velluto", quinto, e penalizzato in partenza dopo una batteria capolavoro, con tanto di qualificazione in rimonta. Bravo Massimo Columbu "Veleno II" per Canelli (6°), non è frequente trovare gli spumantieri in finale. Bravissimo il debuttante Cersosimo per Nizza, settimo in finale dopo aver difeso con le unghie il terzo posto in batteria dagli attacchi di Sandro Gessa "Gessino" (Tanaro). Bravo anche Federico Arri "Guerriero", ottavo per Moncalvo, che si conferma ad alti livelli. Sfortunato invece Alberto Ricceri "Salasso" che, retrocesso inspiegabilmente in seconda fila alla mossa della finale, conclude il suo Palio al pronto soccorso dopo una caduta al Cavallone, dovuta probabilmente ad un disperato tentativo di rimonta (il cavallo ha proseguito la corsa giungendo 9° e ultimo).

Due parole anche su alcuni esclusi dalla finale: sfortunatissimo Martin Ballesteros "Pampero" (Santa Maria Nuova), la cui corsa finisce già alla mossa della batteria perché il cavallo inciampa nel canapo in caduta rovinando a terra (senza conseguenze fisiche per nessuno). Pesantemente penalizzati Andrea Farris "Sentenza" (San Marzanotto) e Antonio Siri "Amsicora" (San Damiano), lasciati surplace alla partenza della prima e della seconda batteria. Prestazione opaca per Carlo Sanna "Brigante" (San Pietro), che ha la sfortuna di capitare in una batteria, la terza, piena di favoriti come lui per la vittoria finale. Purtroppo in finale ci vanno solo in tre per volta, qualcuno deve star fuori, ed è toccato a lui. Bravo invece a Simone Mereu "Deciso" (Baldichieri) che, nonostante la retrocessione in seconda fila (il cavallo scalciava), rimonta e sfiora la qualificazione in finale arrivando quarto, peccato...

Infine, il mossiere Giancarlo Matteucci...

L'unica nota stonata della giornata odierna: convalida le partenze della prima e della seconda batteria, entrambe con un cavallo girato, senza nemmeno avvisare o minacciare sanzioni. Nella terza i fantini praticamente si autogestiscono, forse abbassa il canapo un attimo in ritardo e Santa Maria Nuova vola giù. In finale retrocede San Secondo in seconda fila, apparentemente solo per un cambio di posizione, e lascia al palo Cattedrale. Azzecca solo la sanzione ad Andrea Chessa "Nappa II" (Montechiaro, brutta forzatura del canapo) e la retrocessione di Mereu in seconda fila.

In una parola, INCAPACE. Si spera che durante l'inverno paliesco, che comincia adesso, chi di dovere prenda le giuste decisioni e ci tolga dalle scatole un personaggio simile per l'anno prossimo.

A voi i commenti!!



martedì 12 settembre 2017

AMICIZIE PALIESCHE

Ciao a tutti.

Come avrete notato, il blog ultimamente ha preso una deriva decisamente "paliesca". Portate pazienza, da astigiano ed ex militante nel Palio di Asti, l'aria di settembre e l'avvicinarsi della Corsa fanno sempre un certo effetto.

Scrivo questo post per dare il benvenuto tra gli amici del blog a Brontolo, alias Pier Camillo Pinelli, e a Edoardo "Dardi" Mussa, il suo collaboratore per il Palio di Asti e non solo. Brontolo, ex fantino del Palio di Siena, ha intrapreso l'ambizioso progetto di seguire da vicino, anche tramite dirette Facebook con tanto di telecronaca, i vari Palii italiani. Chi non conosce questo mondo non ha neanche la vaga idea di quante competizioni di questo tipo ci siano sparse in giro per l'Italia...Brontolo e i suoi collaboratori, con i loro articoli e le loro dirette, ci portano a scoprire i posti più impensati, e che sicuramente vale la pena visitare, per seguire il Palio locale, o semplicemente da turisti.

Per chi volesse saperne di più, ecco i link di riferimento:



Buona lettura e alla prossima!!

venerdì 8 settembre 2017

SI CORRE IL PALIO!! FACCIAMO LE CARTE ALLA CORSA DEL 2017...

Dopo un infinito tira e molla, finalmente è arrivata l'ufficialità da Roma: da quest'anno, il Palio di Asti si correrà con cavalli mezzo-sangue, ossia incroci tra purosangue inglesi ed arabi. Questa decisione interrompe così la tradizione (piuttosto recente a dire il vero, dato che risale alla ripresa del 1967) di correre con i purosangue inglesi. Perciò, se il Palio già di suo è più incerto che mai, questo cambiamento rischia di mescolare ancora di più le carte, e chissà che qualche outsider tra i 21 concorrenti non peschi un clamoroso jolly alla faccia dei pronostici, miei e altrui.

Ecco qui le mie previsioni sul comportamento dei 21 contendenti in gara:


Affresco di Ottavio Baussano, raffigurante il "Palio alla lunga" (fonte: Wikipedia)
COMUNE DI NIZZA MONFERRATO-FANTINO ALESSANDRO CERSOSIMO

La vittoria del 2016 è stata cercata e voluta fino all'ultimo metro. Per il 2017 è quasi scontato un Palio di transizione, utile a far crescere il debuttante Cersosimo, "eredità" di Tittìa di cui è allievo. Se poi i due si trovassero in finale o nella stessa batteria, non è da escludere una collaborazione pro Don Bosco. Ricordiamoci sempre che si parla di Palio...


BORGO SAN LAZZARO S.D.S.-FANTINO GIUSEPPE ZEDDE "GINGILLO"

La fortuna bisogna meritarsela: l'anno scorso Gingillo aveva la vittoria in pugno dopo l'ultimo Cavallone, ma ha trovato sulla sua strada chi aveva molta più grinta e benzina di lui e del suo cavallo. Ora è chiamato ad una bella prestazione, anche per riscattare un periodo un po' opaco. Con i giallo-verdi di San Lazzaro ha sempre ben figurato, vedremo...


BORGO SANTA MARIA NUOVA-FANTINO MARTIN BALLESTEROS "PAMPERO"

La carta d'identità dice 51 anni a novembre, ma il Pampero se ne frega e continua a correre con la grinta e la fame di un ventenne. Chissà che non abbia una dedica speciale in serbo, visto che è da poco diventato papà. Dal canto suo la commissione corsa della Signora del Palio raramente sbaglia, guai a sottovalutarla. La sensazione è che San Pietro e San Silvestro, rivali dei rosazzurri, dovranno impegnarsi parecchio...


RIONE CATTEDRALE-FANTINO DINO PES "VELLUTO"

L'epilogo del Palio 2016 grida ancora vendetta a distanza di un anno. Velluto lo ha perso per colpe non sue, ha un credito immenso con la fortuna, e sicuramente vorrà passare all'incasso. Con lui c'è un Rione altrettanto incarognito ed affamato di vittoria, che insegue da troppo tempo (Quest'anno, per la cronaca, sono 40 anni tondi tondi!!).


BORGO TANARO TRINCERE TORRAZZO-FANTINO SANDRO GESSA "GESSINO"

L'anno scorso Tanaro ha portato a casa un'onesta coccarda. Quest'anno potrebbe anche ambire a qualcosina di più. Chissà che il neo sindaco, ex rettore tanarino nonché partitante storico ed appassionato del Borgo possa rivelarsi un portafortuna.

COMUNE DI BALDICHIERI-FANTINO SIMONE MEREU

Obiettivo minimo centrare la finale, poi, chissà...Intanto Mereu, zitto zitto, quest'anno ha già sbancato Ferrara e Mordano, dimostrando di meritare molta, ma molta più considerazione di quella che ha avuto finora. In Val Triversa aspettano ancora di festeggiare la prima vittoria "moderna", quindi occhio alle sorprese. Possibile mina vagante.


BORGO DON BOSCO-FANTINO GIOVANNI ATZENI "TITTIA"

L'ingaggio di Tittìa è una chiarissima dichiarazione d'intenti: su al Fontanino puntano al bersaglio grosso (come già nel 2016 del resto), in fondo sono passati 21 anni dall'ultima volta...in più Tittìa quest'anno è rimasto a bocca asciutta, Palio di Legnano a parte. Serve altro?


COMUNE DI MONCALVO-FANTINO FEDERICO ARRI "GUERRIERO"

Arri è sicuramente uno dei giovani più interessanti in circolazione, e a Moncalvo pare aver trovato l'ambiente giusto per crescere. L'anno scorso ha centrato la finale, quest'anno come minimo punta a ripetersi.


COMUNE DI SAN DAMIANO-FANTINO ANTONIO SIRI "AMSICORA"

L'anno scorso San Damiano si è portato a casa l'acciuga dell'ultimo posto, quest'anno sarebbe lecito aspettarsi di più. Siri (ex allievo di Massimo Coghe), dal canto suo, è chiamato ad un salto di qualità. La costanza di rendimento non gli manca, le capacità nemmeno.

COMUNE DI CASTELL'ALFERO-FANTINO DONATO CALVACCIO "IL MUSICO"

Sono anni che Calvaccio sgomita per un ingaggio in quella che sarebbe casa sua a tutti gli effetti, il Palio di Asti, nonostante le capacità ci siano e siano state dimostrate: purtroppo la preponderanza di fantini toscani e sardi non aiuta in questo senso. A lui il compito di riportare Castell'Alfero in finale dopo 6 anni, poi, quello che verrà in più, sarà tanto di guadagnato.

BORGO VIATOSTO-FANTINO ANDREA MARI "BRIO"

A Viatosto dimostrano di pensare in grande ingaggiando un fantino di primo piano ma che, ad Asti, ha sempre avuto un rendimento un po' altalenante. Sicuramente la mancanza di successi nel 2017 sarà un'ottima motivazione per Brio ma i rivali di Don Bosco, come abbiamo visto, non sono da meno. EDIT 16/09: Notizia arrivata in mattinata, Andrea Mari "Brio" NON CORRERA' IL PALIO DI ASTI 2017: sorpresa, proprio alla vigilia della Corsa: Viatosto correrà con Salvo Vicino, 25 anni, debuttante ad Asti ed allievo di Tonino Cossu "Cittino". Sorpresa sì, ma fino ad un certo punto: molto probabilmente (si possono fare solo ipotesi al momento) questa sostituzione nasce dalla bocciatura alle previsite del cavallo Quantu Alese, presentato in prima battuta. Al suo posto è stata presentata con successo la cavalla Serbona, su cui Brio ha comunque corso le prove del venerdì. Ora, al suo posto, c'è appunto un debuttante che, con Serbona, ha già corso e vinto la primavera scorsa a Pian delle Fornaci. Da una parte l'affiatamento tra cavallo e fantino è garantito, dall'altra il debutto su un tracciato difficile e con i rivali giallo-blu favoriti, potrebbe rivelarsi complicato...

COMUNE DI CANELLI-FANTINO MASSIMO COLUMBU "VELENO II"

Il Veleno di Gubbio torna a vestire la casacca degli spumantieri, con cui prosegue il buon feeling. La speranza è quella di accedere in finale con i mezzi a disposizione. Se poi ci fosse un avversario in particolare da marcare stretto, di certo non si tirerà indietro. Anche questo è Palio, dopotutto.

BORGO SAN MARZANOTTO-FANTINO ANDREA FARRIS "SENTENZA"

Un fantino in cerca di buoni risultati (finora un quinto posto su 4 partecipazioni in Piazza Alfieri), per un Borgo ancora a digiuno di vittorie. A San Marzanotto sono soliti instaurare lunghi rapporti di collaborazione con i fantini, vedi Bandini, Todde e Chiti: vedremo se Sentenza riuscirà a far meglio di loro.

RIONE SANTA CATERINA-FANTINO SEBASTIANO MURTAS "GRANDINE"

Quando esordì con Cattedrale (era il 2011) Murtas fece sgranare gli occhi a tutti, idem nei 2-3 anni successivi, sia ad Asti che in giro per l'Italia. Poi, sul più bello, un periodo di appannamento. Fisiologico, per carità. L'anno scorso (sempre con Santa Caterina) non è andata bene, quest'anno Grandine e i rosso-celesti avranno una gran voglia di riscatto. Occhio però alla rivale Torretta...


RIONE SAN MARTINO SAN ROCCO-FANTINO FRANCESCO CARIA "TREMENDO"

Alti e bassi per Caria nella sua carriera astigiana, un terzo posto (che grida vendetta, ma questa è un'altra storia :p) come miglior risultato. Così come per il rione biancoverde che, dopo la vittoria del 2012, tra sfighe varie e prestazioni non all'altezza non ha più centrato la finale. Quest'anno Tremendo ha vinto a Piancastagnaio dopo qualche anno senza successi di rilievo. Come si dice, l'appetito vien mangiando...


BORGO TORRETTA N.S.L.-FANTINO VALTER PUSCEDDU "BIGHINO"

Diciamolo: il Palio della Torretta è stata una delle più grosse sorprese in negativo della Corsa del 2016. Tutti si aspettavano l'accoppiata Bighino-Genarmoly tra i protagonisti, e invece è arrivata la più classica delle eliminazioni in batteria. Il sodalizio tra Pusceddu e il Borgo di Corso Torino prosegue anche per quest'anno, e si presume che le ambizioni siano alte. Occhio all'eventuale duello con Santa Caterina, possibili scintille in vista, ma anche ad un possibile incrocio con San Paolo, visti i fattacci di Legnano con Andrea Coghe co-protagonista.

RIONE SAN PAOLO-FANTINO ANDREA COGHE "TEMPESTA"

Dura la vita dei figli d'arte, soprattutto se si porta il cognome di Massimino II (cinque successi ad Asti, tre a Siena, e molti altri sparsi in ogni dove). Eppure Coghe jr. in questi anni ha dimostrato di potersi ritagliare uno spazio più che dignitoso, coronando la sua crescita con il debutto a Siena a luglio 2017. Ora è nel rione in cui suo papà ha lasciato ottimi ricordi pur senza vincere, e potrebbe trovare l'ambiente giusto per fare qualcosa di importante...da tenere d'occhio.


BORGO SAN PIETRO-FANTINO CARLO SANNA "BRIGANTE"

La sorpresa del 2017: dopo il capolavoro al Palio dell'Assunta, le quotazioni di Sanna sono in netto rialzo per la gioia dei rosso-verdi, che non vincono ormai da 34 anni. Finora il suo feeling con Piazza Alfieri non è stato granché (2 eliminazioni su 2), ma "Brigante" in questo senso ha parecchie attenuanti (tra cui quella di essere subentrato all'infortunato "Bucefalo" il giorno stesso della corsa!). Questa potrebbe essere l'occasione giusta per invertire la tendenza e puntare in alto, ma la rivale Santa Maria Nuova potrebbe non essere d'accordo...

RIONE SAN SILVESTRO-FANTINO LUIGI BRUSCHELLI "TRECCIOLINO II"

Colpo di scena: dopo l'infortunio di Alessandro Chiti "Voragine" al Palio di Montagnana (frattura di tibia e perone...auguri per una pronta guarigione NDR) il Rione oro-argento si affida nientemeno che a Trecciolino II, pezzo da 90 del Palio di Siena, ma a cui gli altri Palii, storicamente, sono sempre risultati un po' indigesti: vuoi per scarso feeling con la pista, vuoi per questioni politico-strategiche, in cui è maestro. La sua ultima presenza in Piazza Alfieri (per Tanaro) è ricordata per una brutta caduta in batteria con conseguente corsa al pronto soccorso, vedremo cosa si inventerà per questo ingaggio last-minute. La presenza di suo figlio Enrico a San Secondo può far pensare ad una collaborazione tra i due rioni, magari nell'ottica di un eventuale scontro con Tanaro, oppure, chissà...EDIT 11/09: Notizia arrivata in serata, Enrico Bruschelli "Bellocchio" NON CORRERA' IL PALIO DI ASTI 2017

RIONE SAN SECONDO-FANTINO ENRICO BRUSCHELLI "BELLOCCHIO"

Per Bellocchio vale un discorso analogo a quello fatto per Andrea Coghe: con un cognome così, è difficile scollarsi di dosso l'etichetta di raccomandato, soprattutto se tuo padre si chiama Luigi Bruschelli ed è uno dei fantini più vincenti di sempre a Siena. Finora ha corso un po' sottotraccia ma è giovane, il tempo è dalla sua parte, e se a San Secondo gli hanno rinnovato la fiducia vuol dire che hanno visto in lui le giuste qualità per emergere. Se poi dovesse far saltare il banco contro ogni pronostico, non voglio perdermi la faccia del sindaco Rasero, tanarino sfegatato, che deve consegnare il drappo agli eterni e odiati rivali...EDIT 11/09: Notizia arrivata in serata, Enrico Bruschelli "Bellocchio" NON CORRERA' IL PALIO DI ASTI 2017: Il Palio di Asti perde per infortunio un protagonista annunciato: Enrico Bruschelli "Bellocchio" non è al meglio dopo il brutto incidente al Palio di Castel del Piano (GR), pertanto il Rione San Secondo ha ingaggiato Alberto Ricceri "Salasso". Un fantino tutto cuore, irruento, generoso. A volte pure troppo, tanto che in Piazza Alfieri sono più le cadute e le eliminazioni in batteria che ha subìto, che non i risultati di rilievo. A proposito, Ricceri ha già vissuto una situazione analoga nel 2011, quando Tanaro lo ingaggiò per sostituire all'ultimo momento Gianluca Fais, infortunatosi in prova: arrivò secondo, miglior risultato per lui ad Asti finora. Vorrà dire qualcosa?

COMUNE DI MONTECHIARO-FANTINO ANDREA CHESSA "NAPPA II"

Poca fortuna finora per Chessa ad Asti: 6 eliminazioni in batteria (di cui una arrivata per infortunio al cavallo prima della mossa) su 6 partecipazioni. Le sue quotazioni tuttavia sono in ascesa dopo le vittorie di quest'anno ai Palii di Bientina e Bomarzo. Vedremo se riuscirà a lasciare il segno anche in Piazza Alfieri, una qualificazione in finale tanto per cominciare non sarebbe male.

E PER FINIRE...ALCUNE PILLOLE STATISTICHE

Quest'anno ricorre il 50°anniversario della ripresa del Palio di Asti. Ecco alcune statistiche, tanto per ripassare un po'

Edizioni "decennali", cosa è successo?
  • 1977: per iniziativa del Borgo Santa Maria Nuova nasce il "Paliotto", competizione tra i gruppi di sbandieratori e musici dei vari sodalizi partecipanti al Palio. Tragico incidente al traguardo della batteria eliminatoria, muore Kim, cavallo di Tanaro. Tra squalifiche, infortuni, e ritiri per protesta, la finale si corre di fatto a 2 cavalli: prima vittoria per Cattedrale che ha la meglio su Costigliole.
  • 1987: ultima edizione corsa in Piazza Campo del Palio. Massimo Coghe "Massimino II" vince al debutto per San Lazzaro (prima vittoria anche per il Borgo giallo-verde). Esordisce per Nizza Maurizio Farnetani "Bucefalo" (eliminato in batteria).
  • 1997: il mondo del Palio ricorda Alex Pelissero "Osso", fantino astigiano scomparso in un incidente stradale ad aprile. Prima (contestatissima) vittoria per Castell'Alfero e per Claudio Bandini "Leone", prima doppietta Palio-Paliotto (risultato eguagliato al momento solo da San Lazzaro nel 2008) e prima (al momento unica) vittoria di un Comune al Paliotto.
  • 2007: il noto cantautore astigiano Paolo Conte è il Maestro del Palio. In occasione del quarantennale della ripresa, vengono fatti sfilare nel corteo storico tutti i Sendalli delle edizioni precedenti. La corsa è vinta in maniera rocambolesca da Blue Girl (Impera), cavalla scossa di San Secondo, dopo che lo scosso di Don Bosco si è parato davanti ai battistrada di San Martino-San Rocco e Cattedrale all'ingresso della penultima curva.
I sodalizi più vincenti: San Lazzaro, Santa Maria Nuova, San Paolo (5 successi ciascuno)

Non hanno ancora vinto in Piazza Alfieri: Viatosto, San Pietro, Canelli, Cattedrale, Montechiaro, Baldichieri, San Marzanotto. Gli ultimi due in particolare attendono ancora la prima vittoria "moderna".

Fantini vincenti, in campo e non: tra i fantini in campo nel 2017, i più vincenti ad Asti sono Zedde e Atzeni, con 3 successi ciascuno. Seguono Ballesteros a 2, Mari e Pusceddu a 1. In epoca moderna, il record di Palii vinti spetta a Maurizio Farnetani "Bucefalo", con 8 successi (di cui 3 consecutivi, unico finora dalla ripresa a fare tripletta). Segue Massimo Coghe "Massimino II" con 5. Il record assoluto di Antonio Ranco "Tognino" (21 vittorie accertate nel XVIII secolo) è probabilmente destinato a rimanere per sempre imbattuto. Altri tempi, altro Palio...

Il fantino più anziano in campo: Martin Ballesteros "Pampero", 51 anni il prossimo novembre, che vanta anche il maggior numero di partecipazioni (25) e di finali corse (18)

Il fantino più giovane in campo: Alessandro Cersosimo, 20 anni, debuttante per Nizza Monferrato.

Vincere è difficile, ri-vincere subito è molto difficile, farlo cambiando giubba è praticamente impossibile: ebbene si, non me ne vogliano quelli di Don Bosco, ma praticamente tutti i fantini che hanno cambiato casacca dopo una vittoria non sono riusciti a ripetersi l'anno successivo. Unica eccezione, al momento, Maurizio Farnetani "Bucefalo", vincitore nel 1990 con Tanaro dopo la doppietta ottenuta con Moncalvo. Vittoria ottenuta, tra l'altro, dal cavallo scosso Phantasm.

Che dire...se non vi siete addormentati e siete riusciti a leggere fin qua...buon Palio di Asti e che San Secondo ci assista.

martedì 5 settembre 2017

LA GUERRA DEI NUMERI

"La matematica non è un'opinione"

Questo mantra che sentiamo ripetere fin da piccoli, soprattutto quando a scuola tentenniamo un po', ci dice una cosa molto semplice: la matematica è una scienza ESATTA, 2+2 farà sempre 4, e nessuno, mai, riuscirà a dimostrare qualcosa di diverso. Non in matematica, almeno. I numeri non mentono, MAI.

Purtroppo la matematica, se presa in mezzo ad un qualche meccanismo perverso, rischia di diventarlo eccome, un'opinione. Succede anche con le persone, si sa: quelle oneste, che fanno di tutto per comportarsi bene, sono i capri espiatori perfetti per le persone false ed opportuniste (Daniel Pennac insegna...un autore che consiglio vivamente).

Prima di addentrarci a fondo nell'argomento, facciamo un esempio con un semplice enunciato:

"La distanza tra Milano e Torino è di 150 km"

Sono tanti? Sono pochi?

La risposta non è per niente scontata, dipende: se una persona deve percorrere una simile distanza a piedi, o a cavallo, 150 km sono tantissimi, ed impiegherà molto tempo a coprirla. In bicicletta il tempo inizia ad abbassarsi, ancor di più in automobile e in treno (al netto di traffico e ritardi, naturalmente). Se poi si decidesse di fare un viaggetto in aereo, sicuramente si perderà più tempo al check-in che per il viaggio stesso. Notevole eh? Eppure i 150 km sono sempre gli stessi. Ciò che ci fa cambiare la nostra percezione è il modo in cui li affrontiamo: a piedi sono un'enormità, in aereo una bazzecola.

Dove voglio arrivare? Semplice: all'utilizzo STRUMENTALE ed OPPORTUNISTICO che si fa di determinate statistiche. Numeri, semplici e freddi numeri, che diventano armi molto pericolose.

Come periodicamente succede, quando avviene un fatto di cronaca nera particolarmente efferato come l'aggressione e lo stupro di una coppia di polacchi e di un transessuale a Rimini da parte di quattro immigrati (tutti arrestati), le notizie sull'argomento diventano automaticamente di moda. Vuoi che una determinata parte politica non ci si tuffi a pesce, in un contesto del genere? Non sia mai...ed infatti un mio amico di Facebook politicamente impegnato e schierato a destra (che ringrazio in ogni caso, questo post nasce proprio grazie al nostro dibattito, e ne è il seguito) ha "sparato" un articolo di Repubblica sul suo profilo riguardante i dati sulle violenze carnali gridando, in più, al "ricambio etnico programmato". Su quest'ultimo punto, vorrei solo ricordare che il Regolamento di Dublino (che stabilisce le procedure di gestione dei richiedenti asilo) è stato firmato nel 1997 dall'Italia, sotto il governo Prodi I. Le successive integrazioni e modifiche (Dublino II e III) sono state rispettivamente firmate sotto i governi Berlusconi II e Letta. Per cui, cari i miei politici di ogni colore, abbiate almeno la decenza di smettere di tirare in ballo i migranti e di costruirci su intere campagne elettorali, visto che fondamentalmente il problema lo avete creato VOI, TUTTI, SENZA DISTINZIONE DI PARTITO, firmando un trattato che, di fatto, scarica interamente la gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo su MALTA, SPAGNA, ITALIA e GRECIA per una mera questione geografica...ma non divaghiamo, e torniamo alle questioni numeriche.

Innanzitutto l'autore dell'articolo strizza l'occhio alla "pancia" del lettore, evidenziando nel titolo come 4 stupri su 10 siano commessi da stranieri. Posto che lo stupro è un atto ORRIBILE, da condannare SEMPRE E IN OGNI CASO, l'autore medesimo non specifica la nazionalità degli stupratori, (occhio che anche i norvegesi sono stranieri eh, e pure extracomunitari. Così, tanto per citare una nazionalità a caso...) ma visti i tempi che corrono e le "mode" giornalistiche del momento, viene automatico pensare alle attuali ondate migratorie dall'Africa. Per la gioia di chi ci marcia sopra fomentando odio, e arrivando a situazioni grottesche (vedi ad esempio i militanti di Forza Nuova recatisi a messa per "vigilare sulla dottrina insegnata dal parroco", visto che il suddetto aveva osato portare alcuni migranti africani in piscina dopo una giornata di LAVORO...che dire, scribi e farisei 2.0). Successivamente, il giornalista corregge il tiro citando i dati dell'istituto Demoskopika, che evidenziano come la percentuale di italiani tra gli stupratori sia preponderante (61%), e quella degli africani (considerando quindi le nazionalità di UN INTERO CONTINENTE) non arrivi all'8%....ma conoscendo il comportamento dell'utente medio di Facebook, state pur certi che non è arrivato a leggere fino a quel punto, si è fermato al titolo e sta già urlando ai quattro venti che gli immigrati africani, tutti, vengono qua a delinquere e a violentare le nostre donne impunemente...e intanto certi politici, furbacchioni, continuano a fomentare e a raccattare i voti di chi, purtroppo, è stato vittima di reati commessi da stranieri. Peccato però che accanto alle vittime (che, ahinoi, non sono tutelate a sufficienza dallo Stato e, legittimamente, si sentono lasciate sole), ci sia una massa di beceri ignoranti frustrati e boccaloni, perché altro non sono, pronti a vomitare ai quattro venti tutta la loro rabbia repressa nei confronti del "diverso" in genere.

Mi si dirà "si, però in galera, guarda caso, è pieno di stranieri, lo vedi che ho ragione a dire che sono dei delinquenti?"
Molto bene. Vediamo la tabella sottostante:


Questa tabella l'ho compilata sulla base dei dati presenti sul sito del Sole 24 Ore, per cui si sta parlando di una fonte più che affidabile. Andiamo innanzitutto a vedere il dato della popolazione straniera residente in Italia: poco più di 5 milioni di persone, equivalenti all'8,3% del totale. Tanto per fare un esempio tangibile, immaginiamo una cittadina di 10000 abitanti totali: ci troverete 830 stranieri in tutto. Rispetto alla popolazione italiana, il rapporto è di 1 straniero ogni 11 italiani.

Andiamo a vedere ora la popolazione carceraria (circa 56000 unità): qui gli stranieri rappresentano il 27% del totale dei detenuti. E' ancora una minoranza, certo, ma il rapporto con gli italiani crolla nettamente, diventa di 1 delinquente straniero ogni 3 italiani.

Bene, perfetto. Ora qualcuno si chiederà "cos'è quella linea rossa"?
La linea rossa ce l'ho messa per evidenziare il limite massimo a cui si spinge l'utente medio quando legge i dati che gli vengono forniti. Peccato però, che non vengano forniti GLI STESSI DATI in percentuale, e in termini ASSOLUTI, cioè rapportati al totale della popolazione italiana. Nell'ottica della stesura di questo pezzo, mi sono premurato di elaborarli e di provare a colmare questa mancanza, tanto per fare chiarezza una volta per tutte.

Cosa osserviamo innanzitutto? 

Partiamo dal fondo, e scopriamo che, sul totale della popolazione, la percentuale dei delinquenti (senza distinzione di nazionalità) è dello 0,0926%. Volendo arrotondare per eccesso, nella famosa cittadina di 10000 abitanti abbiamo la bellezza di...10 delinquenti. Di questi, sempre stando alle percentuali calcolate, e con i dovuti arrotondamenti, 7 sono italiani e 3 stranieri. Se poi andiamo a vedere i dati riguardanti i soli stranieri, la percentuale di delinquenti tra di loro è dello 0,3%. 

Ricapitolando: 

abbiamo 3 delinquenti stranieri ogni 10000 abitanti, e 3 delinquenti ogni 1000 stranieri. Volendo tradurre in termini semplici, si tratta rispettivamente dello 0,3 e del 3 PER MILLE.

Adesso, tanto per scendere ancora più terra-terra, facciamo un esempio sulla città di Asti, che conta circa 75000 abitanti. Stando alle percentuali sopra riportate, ci dovrebbero essere (badate bene che sono valori MEDI, quindi quelli reali possono essere maggiori o minori) 75 delinquenti in totale. Di questi, gli stranieri sono circa 25. Naturalmente, il discorso vale per qualsiasi altra città italiana, visto che questi sono dati medi riferiti all'Italia.

Ora che (spero) c'è un po' più di chiarezza, mi vengono spontanee alcune conclusioni: non è giusto che, in base ad un trattato scellerato, solo pochi Paesi dell'Unione Europea abbiano sulle proprie spalle il peso della crisi migratoria. Soprattutto se di mezzo ci sono Italia e Grecia che, come noto, faticano più degli altri a crescere economicamente. Il problema immigrazione è un problema di TUTTI, e come tale va trattato. 

Tuttavia, numeri alla mano, siamo proprio sicuri che il problema VERO siano i migranti, economici o politici? Tornando al discorso astigiano, possibile che 25 delinquenti stranieri di tutte le nazionalità possibili siano in grado di mettere paura ad una città intera di 75000 abitanti? Cosa sono, i nipoti di Al Capone? Eppure, va detto, Asti non è messa bene nelle classifiche che riguardano i reati commessi, tutt'altro, purtroppo. Non sarà che ci sono gravi lacune a livello di capacità di gestione di un numero esiguo di persone problematiche, e che queste vengono abilmente mascherate dal chiasso di chi vuole raccattare in giro più voti possibili, facendo leva sulla "pancia" della gente, sull'insicurezza e sulla paura che l'incapacità gestionale di cui sopra inevitabilmente genera? 

Non sto dicendo "accogliamoli tutti", attenzione: sto solo dicendo "cerchiamo di gestire al meglio la situazione, visto che ci troviamo in mezzo". Magari, se ci scrollassimo di dosso personcine equivoche che fanno dell'immigrazione uno schifoso business, se non dessimo più credito a chi urla contro i "diversi" in genere (salvo poi lucrarci sopra, vero Mafia Capitale?) e se la smettessimo di urlare slogan buoni solo ad attirare i voti del gregge senza risolvere concretamente i problemi, la questione immigrazione si sgonfierebbe come un palloncino. Con buona pace di chi si prende la briga di andare a sorvegliare la dottrina di un prete durante la messa, dopo che magari sono mesi che non entra in chiesa...e di chi, ateo o comunque laico (almeno in teoria) gli va ad urlare contro fuori dalla chiesa suddetta.

A voi i commenti!!

venerdì 1 settembre 2017

AMOR DI PALIO-parte 2

Parte 2: vince chi corre...meglio

Nel capitolo precedente (clicca qui per leggere), avevo chiuso accennando alla "degenerazione" che può verificarsi nella passione per il Palio. Non mi riferisco all'affrontarsi a muso duro con i borghigiani avversari, quello (entro certi limiti) fa ancora parte del gioco...ciò di cui parlo, invece, consiste nell'attaccamento morboso al proprio ego che, a volte, tende perfino a superare quello che si ha nei confronti del proprio borgo, o del Palio stesso. 

Eh sì, in ogni settore capita spesso che ci siano una o più persone che magari lavorano e pure tanto, ma lo fanno all'esclusivo scopo di mettersi in mostra, di soddisfare il proprio ego...attirandosi così le antipatie di tutti. Se poi in ballo c'è un ruolo da protagonista all'interno del corteo storico, magari con un bel vestito da gran dama...si salvi chi può!! 

Questo è solo un esempio naturalmente (non me ne vogliano le fanciulle, noi uomini spesso siamo pure peggio!!), forse il più eclatante e scontato perché, come detto, queste situazioni spiacevoli possono insorgere in ogni settore all'interno del singolo Comitato Palio e, purtroppo, sono alla base delle difficoltà a crescere che incontrano i singoli comitati e, di riflesso, l'intera manifestazione. Ciò si dimostra quando, ciclicamente, ci sono dei problemi di organico all'interno di un settore specifico dell'associazione: alcuni se ne vanno, altri tentennano, e il lavoro fatica ad andare avanti. Se, un giorno, si riuscirà finalmente a superare i personalismi tipici di ciascuno di noi in favore del bene comune, ecco che forse il salto di qualità sarà più facile. Ce lo chiedono i secoli di storia che abbiamo alle spalle, e quelli (si spera numerosi) che abbiamo davanti. 
Nonostante tutto, sono fiducioso: se si vuole far bene al Palio bisogna galoppare tutti dalla stessa parte e, soprattutto, galoppare l'uno per l'altro prima che per sé stessi. Chi lo capisce per primo, è già avanti di una testa sugli altri.

E poi....e poi c'è la Corsa. 



Ex voto commissionato dall'Arciconfraternita della SS. Trinità (attuale Rione San Paolo) in occasione della vittoria del 1677: è l'unica opera nel suo genere attualmente nota, insieme ad un ex voto analogo del 1826. 

Quella del 1677 fu un'edizione storica: il fantino della Trinità fu vittima di un terrificante volo nel Rio Valmanera, appena fuori le mura, da cui uscì illeso. Il cavallo proseguì la sua corsa scosso giungendo in testa al traguardo di Palazzo Mazzetti ma, secondo le regole di allora, per vincere era necessario che il fantino toccasse fisicamente il Palio con la mano, o con il frustino. Qui, il messo comunale "toccò" il cavallo con l'asta del Palio, riuscendo così a far assegnare la vittoria alla Trinità, di cui pare facesse parte. Da allora, si stabilì che non fosse necessario "toccare" il Palio per vincere.
In tanti anni di militanza e di Palii nel parterre non ho mai avuto la fortuna di potervi assistere vicino al canapo, dove viene data la "mossa", ossia la partenza. Così, anche per il fatto di essere miope come una talpa, ho imparato ad andare a orecchio, ad interpretare i rumori della piazza e i comandi del mossiere.

C'è un rumore in particolare che ho imparato a riconoscere col tempo: quello del canapo che viene sganciato e cade sulla terra della pista. E' quasi impercettibile, soprattutto se sei lontano, ma il microfono del mossiere aiuta...dalla piazza si sentono pochissimi rumori, se non qualche coro all'indirizzo di un fantino indisciplinato. Il mossiere richiama i concorrenti, cerca di farli allineare decentemente, minaccia sanzioni, in casi estremi spedisce in seconda fila qualche accoppiata troppo esuberante. Quando i suoi comandi si fanno più concitati, capisci che sta per succedere qualcosa. Il cuore accelera i battiti...

Finché...

Tonf....il canapo è caduto. Per una frazione di secondo che sembra eterna, aspetti di sentir scoppiare il mortaretto della falsa partenza.

Non scoppia, è valida. Bella o brutta la mossa è VALIDA, ci sarà tempo dopo per parlarne, che tanto c'è sempre qualche insoddisfatto: che vuoi che ti dica amico, succede spesso, la prossima volta dì al tuo fantino di svegliarsi, o magari pagalo di più...ma torniamo in pista: sono partiti!!!

A quel punto, l'intera piazza passa dal silenzio all'urlo generale. Il cuore batte al ritmo delle zampe dei cavalli, fino alla fine dei tre giri, o anche prima se sei sfortunato e la tua accoppiata si è fermata...

Fin quando il vincitore taglia il traguardo, e si scatena l'invasione di pista. Gioia e lacrime, tantissime lacrime...di sconfitta che brucia, ma anche di commozione per la vittoria appena conquistata. Difficile, come in ogni Palio che si rispetti. Difficilissima se, come ad Asti, hai 20 (venti!) avversari contro cui batterti (o con cui fare accordi), e devi anche superare lo scoglio della batteria eliminatoria, in cui tutto può accadere...

Come si fa a dire che è SOLO una corsa di cavalli?

Per fare un paragone, è come dire che un rapporto di coppia si fonda solo su ciò che accade sotto le lenzuola, scartando tutto il "prima" a partire dal corteggiamento...il che, francamente, è piuttosto riduttivo.

C'è anche chi ha parlato di Palio come metafora della vita, perché nella Corsa e in ciò che la precede ci sono tutti gli stati d'animo possibili: fatica, gioia, dolore, amore, litigi, aspettative deluse e mantenute, notti in bianco a lavorare, a far casino, o tutt'e due insieme.

Chiunque abbia detto questo, beh, ha ragione da vendere.

Buon Palio 2017 a tutti.

SI RINGRAZIA GIANLUIGI BERA PER LA CONSULENZA STORICA