martedì 31 ottobre 2017

INCHIESTE SCOMODE

Notizia di alcuni giorni fa: a Malta, è stata uccisa in un attentato dinamitardo la giornalista e blogger Daphne Caruana Galizia.
Sono sincero: prima d'ora, non sapevo nemmeno chi fosse, Daphne Caruana Galizia. Tuttavia, il fatto che in un Paese membro della Comunità Europea una giornalista venga fatta saltare in aria in pieno stile mafioso anni 80 e 90, come minimo dovrebbe far scattare un grosso campanello d'allarme. Non solo: la fine che ha fatto questa giornalista dimostra che, con le sue inchieste, aveva pestato i piedi a qualcuno, molto potente, che si è potuto permettere il lusso di metterla a tacere nella maniera più clamorosa possibile. Per cui ho deciso di documentarmi, e di riassumere quello che ho trovato in poche righe, perché chi si mette contro criminalità e corruzione pagando con la vita non può, e non deve, essere dimenticato.


Partiamo innanzitutto  dallo sfogo di Matthew, suo figlio, nonché collaboratore: intervistato, si è scagliato apertamente contro il premier maltese Joseph Muscat, definendolo "un pagliaccio", e non risparmiando nemmeno critiche ai suoi collaboratori "corrotti", ai magistrati "corrotti e incompetenti" e ai funzionari di polizia "corrotti e imbecilli". Leggendo il post su Facebook di Ramon Mifsud, uno dei poliziotti che dovrebbe indagare sull'attentato ("Alla fine tutti hanno quello che si meritano, sono contento :)" ), è molto difficile dargli torto.
Quello di Matthew non è semplicemente il discorso pieno di dolore di una persona che ha perso tragicamente la propria madre, ma un preciso atto di accusa nei confronti del Paese in cui vive, a cominciare dal primo ministro Muscat fino alle autorità di polizia, che non avrebbero fatto abbastanza per proteggere la signora Galizia. Dal tenore delle parole di Matthew, emerge anche tra le righe la consapevolezza che Daphne, da viva, fosse una morta che camminava: non era questione di "se", ma di "quando" avrebbe fatto una brutta fine, perché sul "se" non c'era alcun dubbio: troppe le inchieste scottanti a cui lavorava, e troppo potenti i personaggi coinvolti.
Tra i tanti argomenti trattati da Daphne, ne spiccano alcuni in particolare: i "Malta Files", ossia i documenti riguardanti personaggi maltesi, o legati a Malta, all'interno dello scandalo dei cosiddetti "Panama papers": la lunghissima lista di personaggi più o meno potenti, e più o meno loschi, che hanno depositato o fatto transitare da Panama grosse somme di denaro, tipicamente tramite il sistema delle società off-shore.
Un movimento, in particolare, ha attirato l'attenzione della giornalista: un bonifico "sospetto", effettuato dalla figlia del presidente dell'Azerbaigian Aliyev, alla moglie del premier Muscat. Il motivo di questa transazione pare essere stato il famigerato gasdotto TAP, ossia l'opera che dovrebbe portare il gas dell'Azerbaigian (e quindi del presidente Aliyev) fino in Europa (passando per la Puglia), e quindi anche a Malta. Il tutto quindi, apparirebbe come una maxi-bustarella ad altissimi livelli di potere, visto che nel 2016 c'è stato un bell'andirivieni tra Malta e Azerbaigian, con firme e controfirme di accordi energetici. Ora, va bene che l'Azerbaigian stia facendo di tutto per apparire come un posticino libero e felice, con vetrine scintillanti come il Gran Premio a Baku e i primi giochi europei della storia, ma basta poco per constatare che non è proprio così: il presidente Aliyev è, di fatto, un dittatore. Tutte le varie tornate elettorali sono state bollate come irregolari da più osservatori esterni. Nonostante, formalmente, l'Azerbaigian sia una democrazia, la presenza di prigionieri politici dimostra l'esatto contrario. Non solo: nonostante lo stato disastroso dei diritti umani, l'Azerbaigian è membro del Consiglio d'Europa: lo stesso organismo che ha bocciato il documento (rapporto Strasser) sulla situazione di 85 detenuti politici, pare grazie a maxi tangenti provenienti dal governo azero (tramite il solito sistema di scatole cinesi) che avrebbero influenzato il voto, e che coinvolgerebbero anche alcuni politici italiani. Sempre il famigerato TAP sarebbe al centro di questo fiume di denaro proveniente dal Caucaso, che sarebbe servito anche per fare pressioni ad alti livelli e sbloccare finalmente i prestiti necessari al progetto. A nessuno fa piacere essere additato come partner d'affari di un dittatore, ma, d'altra parte, il denaro non puzza, e può servire anche ad "aggiustare" una votazione rischiosa come quella sul rapporto Strasser...
Finita qui? Macché. Ultimamente, Daphne Galizia si stava occupando (giusto per non far torto a nessuno, o forse perché a Malta c'è un livello di marciume politico inimmaginabile, chissà...) di traffico di droga, che a Malta sarebbe particolarmente fiorente, in cui sarebbe coinvolto (il condizionale è d'obbligo!) nientemeno che il capo dell'opposizione al governo Adrian Delia. Proprio il signor Delia ha invocato le dimissioni del premier Muscat dopo l'attentato ma, come ben sappiamo, spesso e volentieri le dichiarazioni dei politici, soprattutto se ad alti livelli e in odor di corruzione, vanno prese con le dovute cautele. Resta il ricordo, e l'esempio, di una giornalista che per amore di verità non si è fermata davanti a niente. Un ricordo, e un esempio, che non devono scomparire.

LINK UTILI

Running commentary, il blog di Daphne Caruana Galizia (in inglese)



martedì 17 ottobre 2017

LICENZA POLITICA-Parte 1: il diritto di voto

Il voto: un diritto che riteniamo (giustamente) sacrosanto, e che è stato oggetto di durissime lotte nel corso dei secoli: se ora ci rechiamo normalmente alle urne, senza limitazioni e costrizioni di sorta, è solo grazie a chi ha lottato prima di noi, pagando talvolta con la vita il suo impegno e i suoi ideali. La domanda che mi pongo è: noi, che ci rechiamo alle urne nella nostra epoca, sappiamo quanto sia importante il diritto/dovere di voto? Siamo in grado di esercitarlo consapevolmente? Selezioniamo in maniera adeguata le informazioni di cui siamo bombardati quotidianamente per farci un'idea e fare una scelta motivata e circostanziata?

Ecco, vedendo il proliferare dell'ignoranza, dell'analfabetismo funzionale, del populismo che parla alla pancia, e non alla testa, delle persone...purtroppo mi viene da rispondere NO, alle suddette domande.
Faccio un esempio: qualche sera fa, in televisione, si vedevano alcune persone che dichiaravano la loro assoluta contrarietà al cosiddetto "ius soli" (non voglio né sponsorizzarlo né contrastarlo, è solo un esempio, sia chiaro). Poi però, gli si chiede cosa voglia dire esattamente la locuzione "ius soli", e non sanno rispondere, né sanno da quale lingua venga. Gli si chiede di coniugare un congiuntivo e loro, che si spacciano per i paladini dell'identità italiana, storpiano orribilmente la nostra meravigliosa lingua con strafalcioni che manco alla scuola primaria. Anche per scritto, soprattutto sui social network dove si leggono i peggiori orrori da matita rossa formato gigante. Non ci sono scuse per un'ignoranza di questa portata: la padronanza della lingua o ce l'hai o non ce l'hai, le H del verbo avere (tanto per fare un esempio) si DEVONO saper usare al volo, senza pensarci, sono nozioni da scuola PRIMARIA (o elementare, se preferite) e la fretta di scrivere non è una scusa. Se sbagli le H, o se non sai articolare correttamente una frase non sei di fretta, sei un IGNORANTE.

Dove voglio arrivare? Ecco il punto: da persona mediamente istruita, posso accettare il fatto che il mio voto abbia esattamente lo stesso peso di quello di un analfabeta funzionale, o di un analfabeta e basta? E' accettabile che l'opinione di chi si informa un minimo abbia lo stesso peso di quella di chi non si informa per niente e crede a tutto ciò che gli raccontano annullando il proprio senso critico, ammesso che ce l'abbia mai avuto?

La mia risposta è NO. Anche perché, col crescere dell'ignoranza e dell'analfabetismo, funzionale e non, se saltasse fuori qualcuno con l'interesse a mantenere nell'ignoranza i propri governati (e chi ci dice che non ci sia già??), avrebbe gioco facilissimo ad intercettare i loro voti. Dove porterebbe una simile deriva non è dato saperlo (al momento), ma è certo che non porterebbe alcunché di buono.

Come difendersi da una simile eventualità? La mia risposta è "istituendo il patentino del votante".
Di cosa si tratterebbe?
Si tratterebbe di un semplice test a risposta multipla (ossia "a crocette"), che verrebbe corretto in automatico da un lettore elettronico (come si fa già per alcuni esami scolastici). Questo test conterrebbe semplici domande di cultura generale e sarebbe politicamente NEUTRO: servirebbe solo a misurare il grado di istruzione e di consapevolezza di chi si appresta ad esercitare il proprio diritto di voto. Tra le varie domande, ne inserirei alcune (molto semplici) a mo' di capestro: se sbagli una di quelle sei bocciato in automatico, anche se hai risposto correttamente a tutte le altre. Analogamente alla patente di guida, anche il patentino del votante avrebbe una scadenza, modulata in base alla fascia d'età, e l'accesso alla prova d'esame sarebbe assolutamente gratuito e illimitato: se si venisse bocciati, si potrebbe ritentare gratis alla prima data disponibile. 

Una buona istruzione di base è fondamentale per esercitare consapevolmente il diritto/dovere di voto, qualunque sia la scelta espressa
Dite che sono antidemocratico? Chissà, magari avete ragione. Ora proviamo a fare un esempio: lascereste guidare la vostra fantastica Ferrari appena uscita dal concessionario (se non vi piace la Ferrari immaginate una qualsiasi auto di lusso a scelta) a un diciottenne qualsiasi col foglio rosa?

No vero?

Ecco. Ora metteteci il diritto di voto, al posto della Ferrari.

Avete ancora il coraggio di dire che sono antidemocratico?

Alla prossima puntata!!

lunedì 2 ottobre 2017

IN CERCA DI ATTENZIONE

Chi come me è già andato a vedere "Chi m'ha visto" con Pierfrancesco Favino e Giuseppe Fiorello, probabilmente è uscito dal cinema con una forte sensazione di dejà-vu: al di là delle situazioni tragicomiche del film infatti, il messaggio che arriva al pubblico riflette appieno la mentalità provincialotta, e fondamentalmente ignorante, che spesso si riscontra nelle conversazioni della gente comune. Una battuta in particolare attira l'attenzione: "Si lavora quando si suda, il resto è gioco".
Senza voler dare ulteriori anticipazioni a chi non ha ancora visto il film, questa battuta è lo specchio perfetto della mentalità imperante: chi fa della propria passione un lavoro, spesso viene guardato dall'alto in basso, con sufficienza, perché la sua passione, nella mentalità comune, non corrisponde ad un lavoro.
Esempio di conversazione:

A: "Quanto tempo che non ci vediamo! Ma dimmi, che lavoro fai?"
B: "Ti ricordi che frequentavo quel corso di batteria, anni fa..."
A: "Ah si, con il maestro X, e allora?"
B: "Ecco, ho deciso di fare sul serio, ho proseguito gli studi e adesso suono in una piccola band, stiamo provando ad emergere e puntare in alto. Certo, non è facile, ma modestia a parte siamo proprio bravi, abbiamo anche aperto qualche concerto e accompagnato il cantante Y nel suo ultimo tour "
A: "Si, OK, ma che lavoro fai VERAMENTE?"

Eccolo lì. Sostituite il batterista con il tastierista, il cantante, il bassista, ma anche il ballerino, l'attore o lo scrittore, il risultato non cambia. Per il personaggio A, B non sta lavorando: sta solo giocando a fare l'artista. Sempre per citare una battuta del film di cui sopra, "vive di espedienti". 
Bruttissimo, vero? Di fatto, agli occhi della gente, o sei famoso, o sei un parassita della società. O magari un parassita famoso, se non hai un briciolo di talento ma, nonostante questo, la tua faccia si vede ovunque, e ci sono dei beoti che si venderebbero la madre pur di farsi un selfie con te...ma mi fermo qua: non voglio assolutamente mettere sullo stesso piano chi si fa un mazzo tanto per cercare di emergere, e chi invece è famoso solo perché ha un bel culo, o un paio di tette rifatte: questi ultimi non vivono di espedienti ma poco ci manca, visto che fanno leva sulla scarsità di cervello dei loro "fan": ci sarebbero quasi gli estremi per la circonvenzione di incapace...ma andiamo oltre, certi personaggi non meritano ulteriore spazio.

Tornando al discorso "talenti incompresi", un discorso a parte lo merita chi canta, recita o balla sì per passione, ma lo fa per evadere dalla quotidianità. A queste persone non interessa più di tanto emergere e, il più delle volte, il motivo di questo disinteresse risiede nel fatto che, se la passione diventasse lavoro...diventerebbe in automatico uno stress, e la si coltiverebbe controvoglia. Ragionamento rispettabile e comprensibilissimo, basta vedere la fine che fanno molte star di alto livello tra alcool, droghe e stravizi vari. Rimane il rammarico di constatare che questi talenti siano riservati alla cerchia molto ristretta di persone che vanno a vedere i saggi di fine corso: parenti, e qualche amico. Piccoli tesori nascosti, che possono regalare un paio d'ore di grande spettacolo.

"Che dobbiamo fare per avere attenzione?" Questo si chiede il tipo sulla copertina di questo CD musicale, dedicato a musicisti sconosciuti e talentuosi. Purtroppo, la mentalità corrente tende a vedere l'espressione artistica come un gioco, senza minimamente immaginare il lavoro di preparazione che si nasconde dietro alla più banale delle esibizioni.
Chiudendo la parentesi sugli "sconosciuti volontari", basta guardarsi un po' intorno per trovare artisti validi con tanta voglia di emergere, di fare strada, e che magari vedono le proprie aspettative frustrate ed incomprese per un sacco di motivi diversi: parenti ed amici che magari non credono in loro e li guardano con sufficienza mista a commiserazione, contesti sbagliati, manager ed impresari di dubbia reputazione...tutti ostacoli ben sintetizzati in "Chi m'ha visto?". Per contro, fortunatamente, esiste chi lavora per fare sì che i sogni di questi artisti non rimangano tali e si trasformino in realtà e no, non sto parlando dei vari talent show di cui siamo inflazionati...c'è chi ad esempio ha fondato un immenso portale internet dedicato alla danza e al musical (ciao Giulia :p), o chi, tra un'intervista e un programma radiofonico, diffonde gratuitamente libri e CD musicali di artisti emergenti, in cambio di materiale filatelico (Buonasera Giancarlo...). Ah, a proposito, mentre finisco di scrivere questo post mi sto ascoltando il CD che mi è arrivato grazie ai miei soliti traffici filatelici online, e di cui vedete la copertina poco più su...che dire, continuate così ragazzi che c'è bisogno di voi!!