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venerdì 12 gennaio 2018

UN TABU' INFRANTO

Tabù: una parola che porta con sé il fascino del proibito e del segreto. Tutti noi ne abbiamo qualcuno, ammettiamolo. Magari qualche piccolo segreto che non ci va di confessare, o magari un limite che ci imponiamo di non superare, in base alla nostra educazione, alle nostre esperienze personali. Questo può valere per le singole persone, ma anche per gruppi più o meno folti...fino ad arrivare addirittura ai grandi colossi dell'imprenditoria. In questi casi, il o i tabù si nascondono tra le pieghe delle "politiche aziendali", che indicano allo staff la direzione da seguire. Questo discorso, in genere, vale per le grandi industrie dello spettacolo e del divertimento collettivo...come ad esempio la Disney che, come tabù, ha quello della morte.
Scelta comprensibile: i cartoni animati Disney sono destinati principalmente ad un pubblico di bambini, è normale che l'azienda scelga di escludere, o di limitare moltissimo, la trattazione dell'idea della morte: quando l'ha fatto, però, ha prodotto scene che sono rimaste impresse a distanza di tanti anni:chi non è stato traumatizzato dalla morte della mamma di Bambi, o del papà di Simba, il Re Leone? O, più di recente, dalla scomparsa dei genitori di Anna ed Elsa, in Frozen?
Si può perciò dire che la Disney abbia scelto, finora, di centellinare le apparizioni della signora di nero vestita. Solo che...a tutto c'è un'eccezione e, nel caso della Disney, essa è costituita dal film Coco, appena uscito nelle sale.
Ora, se non lo avete ancora visto siete invitati a fermarvi qua (e a vederlo il prima possibile, perché merita), il rischio spoiler è altissimo, e non voglio essere il responsabile di una visione rovinata.

Se invece decidete di proseguire, ecco alcune informazioni:

Coco ruota interamente attorno alla festività messicana del Dia de Muertos, il giorno dei morti. Nato dalla commistione tra le culture tradizionali locali e le usanze cristiane importate dai Conquistadores, il Dia de Muertos costituisce l'unica occasione durante l'anno di "incontro" con i propri cari defunti: i vivi lasciano offerte sulle tombe ed allestiscono altari domestici (ofrendas), su cui pongono le foto dei loro antenati. L'esposizione della foto in un'ofrenda garantisce all'anima del defunto di poter passare, almeno per un giorno, nella terra dei vivi.
E' in questo contesto che si svolge la storia di Miguel, un ragazzino di 12 anni che sogna una carriera nel mondo della musica. Questa sua passione è però osteggiata dalla famiglia, in particolare dalla nonna: la causa di tutto ciò è un misterioso trisavolo, il papà di Mama Coco, bisnonna di Miguel ancora in vita. Costui infatti aveva lasciato la famiglia per girare il mondo e seguire in tutto e per tutto la carriera di musicista.
Miguel cerca in tutti i modi di esibirsi nella piazza del paese durante la festa, ma la nonna scopre la sua chitarra segreta e gliela distrugge. A questo punto però accade un fatto imprevisto: Miguel rompe accidentalmente la cornice della foto della trisavola Imelda (in cui appare anche il marito musicista, ad eccezione del viso), e scopre che, in un lembo nascosto dell'immagine, è raffigurata una chitarra, la stessa posta nella tomba del famoso cantante e attore Ernesto de la Cruz. Miguel si convince così che il misterioso trisavolo sia proprio lui e decide così di prenderne la chitarra ma, al primo arpeggio, si ritrova catapultato in una dimensione parallela in cui vede distintamente le anime dei defunti vagare per il cimitero e ricevere le offerte. Incontra così i suoi antenati e anche una misteriosa anima, Hector, che cerca di passare nel mondo dei vivi senza riuscirci perché nessuno ha messo la sua foto nell'ofrenda di famiglia. Miguel, per tornare indietro, deve ricevere la benedizione dei propri antenati, ma la trisavola Imelda gli impone, per ottenerla, di rinunciare alla musica. Il ragazzino rifiuta, si mette in cerca di Ernesto de la Cruz, diventato una celebrità anche nel mondo dei morti...e non vado oltre per non rovinare la sorpresa.

Miguel, il protagonista di Coco
Il filo conduttore del film, alla fine, è sempre lo stesso già visto in molte altre opere: il protagonista "ribelle" che insegue il suo sogno e che, alla fine, riesce a raggiungerlo e a farlo accettare a chi, inizialmente, era contrario. Niente di nuovo si dirà, eppure la presenza silenziosa della morte regala un'atmosfera molto diverso dal solito. Nel film si pone l'accento su di essa non come distacco e perdita, ma piuttosto come semplice passaggio da una dimensione ad un'altra. Il messaggio che ci lascia questo cartone animato, forse più apprezzabile da adulti che non da bambini, è un messaggio di speranza: nessuno muore davvero finché c'è qualcuno tra i vivi a ricordarlo. Con Coco, la Disney si è presa un bel rischio uscendo completamente da quello che è il suo solito terreno infrangendo il tabù della morte e, a giudicare dal risultato, è stata una scommessa vincente.

Oh, sarò sentimentale, ma sono uscito dal cinema con i lacrimoni...

A voi i commenti!!



lunedì 2 ottobre 2017

IN CERCA DI ATTENZIONE

Chi come me è già andato a vedere "Chi m'ha visto" con Pierfrancesco Favino e Giuseppe Fiorello, probabilmente è uscito dal cinema con una forte sensazione di dejà-vu: al di là delle situazioni tragicomiche del film infatti, il messaggio che arriva al pubblico riflette appieno la mentalità provincialotta, e fondamentalmente ignorante, che spesso si riscontra nelle conversazioni della gente comune. Una battuta in particolare attira l'attenzione: "Si lavora quando si suda, il resto è gioco".
Senza voler dare ulteriori anticipazioni a chi non ha ancora visto il film, questa battuta è lo specchio perfetto della mentalità imperante: chi fa della propria passione un lavoro, spesso viene guardato dall'alto in basso, con sufficienza, perché la sua passione, nella mentalità comune, non corrisponde ad un lavoro.
Esempio di conversazione:

A: "Quanto tempo che non ci vediamo! Ma dimmi, che lavoro fai?"
B: "Ti ricordi che frequentavo quel corso di batteria, anni fa..."
A: "Ah si, con il maestro X, e allora?"
B: "Ecco, ho deciso di fare sul serio, ho proseguito gli studi e adesso suono in una piccola band, stiamo provando ad emergere e puntare in alto. Certo, non è facile, ma modestia a parte siamo proprio bravi, abbiamo anche aperto qualche concerto e accompagnato il cantante Y nel suo ultimo tour "
A: "Si, OK, ma che lavoro fai VERAMENTE?"

Eccolo lì. Sostituite il batterista con il tastierista, il cantante, il bassista, ma anche il ballerino, l'attore o lo scrittore, il risultato non cambia. Per il personaggio A, B non sta lavorando: sta solo giocando a fare l'artista. Sempre per citare una battuta del film di cui sopra, "vive di espedienti". 
Bruttissimo, vero? Di fatto, agli occhi della gente, o sei famoso, o sei un parassita della società. O magari un parassita famoso, se non hai un briciolo di talento ma, nonostante questo, la tua faccia si vede ovunque, e ci sono dei beoti che si venderebbero la madre pur di farsi un selfie con te...ma mi fermo qua: non voglio assolutamente mettere sullo stesso piano chi si fa un mazzo tanto per cercare di emergere, e chi invece è famoso solo perché ha un bel culo, o un paio di tette rifatte: questi ultimi non vivono di espedienti ma poco ci manca, visto che fanno leva sulla scarsità di cervello dei loro "fan": ci sarebbero quasi gli estremi per la circonvenzione di incapace...ma andiamo oltre, certi personaggi non meritano ulteriore spazio.

Tornando al discorso "talenti incompresi", un discorso a parte lo merita chi canta, recita o balla sì per passione, ma lo fa per evadere dalla quotidianità. A queste persone non interessa più di tanto emergere e, il più delle volte, il motivo di questo disinteresse risiede nel fatto che, se la passione diventasse lavoro...diventerebbe in automatico uno stress, e la si coltiverebbe controvoglia. Ragionamento rispettabile e comprensibilissimo, basta vedere la fine che fanno molte star di alto livello tra alcool, droghe e stravizi vari. Rimane il rammarico di constatare che questi talenti siano riservati alla cerchia molto ristretta di persone che vanno a vedere i saggi di fine corso: parenti, e qualche amico. Piccoli tesori nascosti, che possono regalare un paio d'ore di grande spettacolo.

"Che dobbiamo fare per avere attenzione?" Questo si chiede il tipo sulla copertina di questo CD musicale, dedicato a musicisti sconosciuti e talentuosi. Purtroppo, la mentalità corrente tende a vedere l'espressione artistica come un gioco, senza minimamente immaginare il lavoro di preparazione che si nasconde dietro alla più banale delle esibizioni.
Chiudendo la parentesi sugli "sconosciuti volontari", basta guardarsi un po' intorno per trovare artisti validi con tanta voglia di emergere, di fare strada, e che magari vedono le proprie aspettative frustrate ed incomprese per un sacco di motivi diversi: parenti ed amici che magari non credono in loro e li guardano con sufficienza mista a commiserazione, contesti sbagliati, manager ed impresari di dubbia reputazione...tutti ostacoli ben sintetizzati in "Chi m'ha visto?". Per contro, fortunatamente, esiste chi lavora per fare sì che i sogni di questi artisti non rimangano tali e si trasformino in realtà e no, non sto parlando dei vari talent show di cui siamo inflazionati...c'è chi ad esempio ha fondato un immenso portale internet dedicato alla danza e al musical (ciao Giulia :p), o chi, tra un'intervista e un programma radiofonico, diffonde gratuitamente libri e CD musicali di artisti emergenti, in cambio di materiale filatelico (Buonasera Giancarlo...). Ah, a proposito, mentre finisco di scrivere questo post mi sto ascoltando il CD che mi è arrivato grazie ai miei soliti traffici filatelici online, e di cui vedete la copertina poco più su...che dire, continuate così ragazzi che c'è bisogno di voi!!

lunedì 20 febbraio 2017

UN NUOVO AMICO

Ecco una bella novità fresca fresca: Homo sum ha un nuovo amico!! Si tratta del sito www.cinemaruotalibera.it, un progetto nato da poco che si propone di recensire i cinema italiani in base ai servizi offerti ai disabili in carrozzina come l’accessibilità, la presenza o meno di posti riservati, e la loro collocazione all’interno delle sale. 

Il progetto si basa sulla collaborazione di chiunque possa avere informazioni utili in materia: è sufficiente registrarsi al forum e scrivere il proprio messaggio, oppure mandare una mail a info@cinemaruotalibera.it. Via via che verranno fornite informazioni, il database diventerà sempre più grande ed aggiornato, creando così uno strumento utilissimo a disabili ed accompagnatori.

In bocca al lupo dunque a cinemaruotalibera.it e al suo creatore Carlo Guglielmo Vitale!!