venerdì 5 maggio 2017

UNA STORIA DI ORDINARIA DISUMANITA'

Speravo, davvero, che fosse una bufala. Anche perché la prima volta che l'ho letta, non veniva da una fonte propriamente affidabile. Per cui, nel mio piccolo, vai di fact-checking: una ricerca rapida su Google, nella speranza di trovare una smentita...che non c'era.

A quanto pare, è tutto vero.

L'umanità, intesa come empatia e capacità di abbinare testa e cuore nelle decisioni, se ne sta bellamente andando a farsi fottere. Scusate il linguaggio, ma di fronte ad un fatto del genere, sono stato ancora gentile.

Cosa succede?

Succede che c'è una mamma, Daniela Musso, originaria di Ribera (Agrigento), che si è dovuta trasferire al nord col marito in cerca di lavoro. Purtroppo, il sospirato impiego non arriva subito. In compenso arrivano i servizi sociali, prendono i due figli piccoli della coppia, e li mettono in una comunità protetta. 

Già qui è un'assurdità: smembrare una famiglia in difficoltà non è esattamente il miglior modo di aiutarla, soprattutto dal punto di vista dei più piccoli, che si vedono sradicati da un giorno all'altro dal loro contesto abituale. Una toppa riesce a mettercela mamma Daniela che, dopo una battaglia legale, ottiene di poter stare con loro. E' già qualcosa, anche se la situazione continua ad essere anormale: già una famiglia è in difficoltà per mancanza di lavoro (che, ricordiamolo, è un DIRITTO sancito dalla nostra COSTITUZIONE), in più ci si trova ad affrontare un distacco forzato, a cui si deve porre parzialmente rimedio affrontando ulteriori difficoltà e spese.

Pensate che sia finita? Magari...

Mamma Daniela si ammala di cancro. La malattia progredisce, fino ad arrivare allo stadio terminale.

Si dice che l'unione faccia la forza e questo, nel caso di una famiglia in cui ci si vuole bene, non è solo vero, è SACROSANTO. Un destino amaro, per quanto ineluttabile sia, è più sopportabile se si è uniti. Questo però pare sfuggire al Tribunale dei minori, che non solo ha ridotto drasticamente le possibilità di Daniela di vedere i suoi bambini da quando si è ammalata, ma addirittura ha dichiarato ADOTTABILE il più piccolo, mentre il più grande, al momento, è destinato a rimanere in comunità. Il tutto perché Daniela non sarebbe in grado di fare la mamma, in quanto "ritardata mentale", mentre il padre sarebbe "assente ed anaffettivo". Questo si legge sul provvedimento del tribunale.

Cosa fare a questo punto, oltre a continuare la battaglia a colpi di carte bollate (con ulteriori spese e sofferenze)?

Ad esempio, si può cercare di far conoscere a tutti questa storia, fare più rumore possibile...ed è proprio quello che, nel mio piccolo, ho cercato di fare scrivendo questo pezzo. Cliccando sul link sottostante, potrete sentire da Daniela stessa il racconto del calvario che sta passando. Cliccate, guardate e condividete questo video per favore:


Di seguito trovate alcuni link in cui viene raccontata la storia di mamma Daniela, e che sono serviti per la stesura di questo pezzo:


Alla prossima!!










2 commenti:

  1. ma prima di gettarvi su una storia, non vi potete informare in maniera adeguata? i soliti italiani

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    1. Innanzitutto buongiorno anonimo/a, chiunque tu sia, e grazie per la visita.
      Questo post (che rappresenta semplicemente la mia opinione personale, e niente più) è stato scritto in base alle informazioni trovate alle pagine di cui ho riportato per correttezza i link. Informandomi, l'unico cambiamento che ho riscontrato dal 5 maggio (data di pubblicazione del post) è che il piccolo non è più adottabile, il che è già un passo avanti secondo il mio punto di vista...se hai altre info, sarei lieto di averle ed eventualmente pubblicarle, in nome della buona informazione. Buona giornata

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