giovedì 18 maggio 2017

MOBY DICK 2.0

Al momento non c'è nulla di ufficiale, di confermato. "Solo" una preoccupante serie di coincidenze, che a volte mi fanno chiedere dove accidenti andremo a finire; e no, non sono in preda ad una precoce crisi di senilità.



Sopra: un'illustrazione raffigurante Moby Dick. Sotto, una balenottera azzurra (fonte: Wikipedia)
Lo spauracchio stavolta ha le sembianze di una balena, come Moby Dick. Solo che questa è azzurra anziché bianca, ed è "solo" virtuale, ma non per questo meno pericolosa. Le sue prede preferite, a quanto pare, sono gli adolescenti.

Già, l'adolescenza. Età complicatissima già di per sé per genitori e figli, in cui il dialogo tra le parti è spesso messo a dura prova. Ancor di più se, come succede attualmente, ci si mettono di mezzo social networks, smartphones e tecnologia assortita. Ora, dalla fredda Russia, si è materializzato un nuovo, inquietante spettro, chiamato "Blue Whale Challenge". Letteralmente, "sfida della balenottera azzurra". Un misterioso "gioco" nato su VKontakte, una sorta di Facebook russo.

Questa "sfida" consisterebbe nel completare 50 "compiti", magari un tantino strani come svegliarsi nel cuore della notte a guardare un film horror. La parte drammatica, però, starebbe in alcune "missioni" che prevederebbero atti di autolesionismo, fino alla sfida finale che consisterebbe nel trovare l'edificio più alto della città, salire in cima e suicidarsi buttandosi di sotto. Il tutto sarebbe orchestrato da misteriosi personaggi chiamati "curatori", che recluterebbero le loro giovani vittime sui social networks, ed esigerebbero da loro prove tangibili di aver compiuto le missioni.

L'allarme è stato lanciato dal giornale russo "Novaja Gazeta" nel 2016, secondo cui il "Blue Whale Challenge" sarebbe alla base di numerosi suicidi di giovanissimi, si è parlato addirittura di più di 150 vittime nella sola Russia. E' molto difficile stabilire quanto ci sia di vero in questo dato, perché i contatti tra curatori e vittime avverrebbero nel più assoluto riserbo dei gruppi segreti creati allo scopo.

La notizia è stata rilanciata in Italia da giornali come Leggo, Il Messaggero e Il Fatto Quotidiano con toni allarmistici, mentre Le Iene recentemente hanno dedicato un servizio a questa nuova, presunta "moda". Nel servizio si è parlato, tra l'altro, del suicidio di un ragazzo di Livorno, che potrebbe essere collegabile a "Blue Whale". 

Fino a qua siamo nel campo del condizionale, del "se", del "potrebbe", del "forse". I siti anti-bufala di mezzo mondo hanno analizzato e cercato di ridimensionare la portata del fenomeno, bollandolo anche come fake news; c'è anche chi, in vena di complottismo, ha ipotizzato che "Blue Whale" sia un piano organizzato dai nazionalisti ucraini per traviare e sterminare la gioventù russa. in Italia, anche il Corriere della Sera ne ha parlato con toni molto scettici.

Intanto, un certo Filipp Budeikin, 22enne ex studente di psicologia, sarebbe stato arrestato nel 2016 per aver istigato al suicidio 15 ragazze. Stando a quanto si apprende dalla Russia, Budeikin si sarebbe dichiarato colpevole, dicendo anche di aver indotto le sue vittime a suicidarsi per "purificare la società dai parassiti, e impedir loro di danneggiare sé stessi e gli altri". Un vero manipolatore, insomma, che avrebbe sfruttato la fragilità delle sue vittime fino alle estreme conseguenze.

In attesa di capire la portata reale del fenomeno "Blue Whale Challenge", non resta che stare in guardia...


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