lunedì 13 febbraio 2017

MESSI A NUDO

Le leggi dell’audience sono spietate: tutto è spettacolo, tutto può essere sfruttato per creare ascolti, tutto può fare scalpore, specie se sei un personaggio televisivo. Più sei famoso più la sfera privata si rimpicciolisce, a vantaggio di quella pubblica. L’apoteosi di questa situazione naturalmente la vediamo nei reality show, letteralmente “esplosi” a partire dalla fine degli anni 90 come nuovo fenomeno di massa, talmente radicato che a volte si tende a far confusione tra loro e la vita reale di tutti i giorni. Ovviamente nel calderone finisce di tutto, anche fatti e azioni che appartengono alla sfera privata, e tali dovrebbero rimanere. Ad esempio, gli atti di generosità: se sono autentici non hanno bisogno di essere sbandierati ai quattro venti, eppure sembra quasi che una determinata fascia di pubblico ci si attacchi morbosamente. Come se fare una donazione fosse un atto dovuto, con la scusa che si percepisce un compenso molto alto per il proprio lavoro. Come se questo fosse una colpa da espiare. Mi riferisco in particolare al caso che ha coinvolto suo malgrado Carlo Conti in occasione del Festival di Sanremo appena concluso. Non avendolo seguito assiduamente non starò a sindacare sulla qualità dello spettacolo, sulla canzone vincitrice eccetera, bensì voglio porre l’accento sulle polemiche che si sono scatenate prima ancora che iniziasse, e che riguardavano il compenso del sig. Conti per il suo lavoro di direttore artistico del Festival, quantificato in 650.000 euro. Scandalo, si è gridato. Tutti quei soldi per pochi giorni di lavoro, soldi nostri pagati col canone, vergogna, li dia in beneficenza. Cosa che poi è effettivamente avvenuta, con tanto di sbandieramento del bonifico di 100.000 euro in conferenza stampa. Si spera che così le polemiche si fermino, ma non è questo il punto. Il punto è che un fatto privato ha dovuto essere reso pubblico per forza. Non voglio difendere Carlo Conti perché immagino si sappia difendere benissimo da solo, ma qualcosa me la sento di dirla, a questo pubblico da reality show: tu, spettatore qualunque, pensi che un evento come può essere il Festival di Sanremo duri davvero solo pochi giorni per chi lo organizza e lo conduce? Quello che vedi tu, caro il mio spettatore, è solo il prodotto finito e confezionato per te in mesi di lavoro, hai capito bene, MESI, da parte del direttore artistico (sempre lui, Carlo Conti) e del suo staff, e se non ti piace sei libero di cambiare canale o di spegnere la TV e fare altro. È un qualcosa di talmente ovvio che è impossibile non arrivarci, eppure di fronte a certe cifre ce lo dimentichiamo facilmente. Chiunque sa, o può immaginare, che per organizzare anche “solo” una sagra della porchetta si svolge un lavoro che al pubblico rimane pressoché invisibile, ma che se non ci fosse…non esisterebbe la sagra. Per cui, il compenso del direttore artistico potrà anche sembrare alto, e in effetti lo è, ma NON è solo per quei 5 giorni (qualcuno ha anche messo in giro un’immagine in cui si tenta di dimostrare che Conti avrebbe preso al minuto più di Lionel Messi…per dire), comprende il lavoro di interi mesi. Da qui ci si può collegare al discorso donazioni e generosità: donare, se lo si fa col cuore, è un atto fortemente intimo, che si compie per star bene innanzitutto con se stessi e per provare a cambiare in meglio le cose. Proprio per questo è un qualcosa che dovrebbe rimanere nella sfera privata. Eppure, per spegnere le polemiche sul suo compenso, Carlo Conti ha dovuto mostrare a tutti di averne donata una parte. Ora, proviamo a fare un esempio, sperando sia calzante: immaginate di essere una super modella con un fisico da urlo, con cui Madre Natura è stata particolarmente generosa. Tutte le curve nei posti giusti, non un filo di smagliature, niente ciccia di troppo, tutto perfettamente naturale. Immaginate che stiate vivendo il momento perfetto della vostra carriera: tutti vi cercano, tutti vi offrono un lavoro, fanno a gara per avervi. Finché ad un certo punto arriva un ex fidanzato lasciato tempo addietro, prima ancora di iniziare la carriera, che vi dice:
“O vieni a letto con me, oppure dico a tutti che per fare carriera ti sei rifatta”.
Che fare? Non è vero ciò che dice, ma se andasse a raccontarlo in giro la vostra carriera rischierebbe il tracollo. Un ricatto in piena regola…così come è successo a Conti: vuoi rimanere popolare col pubblico? Allora mettiti a nudo, dimostra di aver fatto la donazione. Così, un fatto privato viene dato in pasto ai media e al pubblico, solo per una questione di quieto vivere. Un ricatto morale in piena regola.
È giusto?
A voi i commenti!

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