Scena di vita
quotidiana: stai guidando la tua auto, e noti l’automobilista davanti a te che
getta qualcosa fuori dal finestrino. Può essere una cicca di sigaretta, un
fazzolettino usato, l’involucro di uno snack, uno scontrino, qualunque piccolo
rifiuto che si possa trovare in un’auto. Capita tutti i giorni, in campagna
come in città, solo che nel verde i risultati di questo comportamento si notano
molto di più. Specialmente dopo che è stata tagliata l’erba al bordo della
strada: basta una rapida occhiata per vedere che in ogni banchina e in ogni
fosso ci sono tracce umane, o meglio, tracce della pigrizia di chi preferisce
liberarsi dei propri rifiuti gettandoli dal finestrino.
A chi lo compie, deve
sembrare un atto innocuo o comunque veniale, del tipo “ma sì, era solo una
cicca/un pezzetto di carta, cosa vuoi che sia”. Proviamo però a moltiplicare
per tutti gli automobilisti: è ancora una cosuccia così trascurabile? No, direi
proprio di no. Anzi, assomiglia molto ad una gigantesca discarica, oltretutto
composta per la maggior parte da materiale riciclabile. Se poi andiamo a vedere
cosa succede in mare la situazione è ancora peggiore: non solo si sono create
delle gigantesche isole galleggianti formate interamente da rifiuti, ma questi, oltre a causare la morte degli animali che li ingeriscono, finiscono
nella catena alimentare; e chi c’è al vertice della medesima? NOI, che finiamo
per ri-mangiarci i nostri stessi scarti insieme al pesce.
Anche se sembra sia
passato di moda, vale la pena di riflettere su cosa spinga molti di noi ad un
comportamento così sconsiderato. Pigrizia? Certo. Menefreghismo? Eh si, anche
quello, perché ciò che si getta via non sparisce così su due piedi solo perché
non lo vediamo più. Eppure non ci si pensa e, alla fine, sono tutti problemi
che ricadranno sulle spalle dei nostri figli, che vivranno nella discarica che
noi abbiamo creato e che essi stessi contribuiranno ad ingrandire, non avendo
ricevuto un esempio virtuoso da parte dei genitori. È questo il futuro che
vogliamo per loro? Io, sinceramente, no.
Mi si potrà dire
che il comportamento del singolo è solo una goccia nel mare. È vero, ma il mare
a sua volta è composto da infinite gocce e, se ciascuna facesse la sua parte i
risultati sarebbero tangibili. All’estero lo hanno capito: a Singapore, per
esempio, è prevista addirittura una sorta di gogna pubblica per chi sporca: il
colpevole infatti è costretto a svolgere la mansione di netturbino, con tanto
di cartello appeso al collo che ne certifica la colpevolezza. Un buon
deterrente, non c’è che dire. Mi piacerebbe proprio che un metodo analogo fosse
adottato anche da noi, sono quasi sicuro che la sporcizia sparsa in giro
diminuirebbe drasticamente, e il nostro senso civico aumenterebbe di pari
passo.
Che ne pensate?
A voi i commenti!
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